la Repubblica, 23 settembre 2018
Il primo trapianto di faccia in Italia
Il gesto di altruismo di due genitori che hanno dato il consenso al prelievo del viso della loro figlia di 21 anni morta a causa di un incidente stradale, ha aperto la strada in Italia a un nuovo tipo di trapianto. Quello della faccia. All’ospedale Sant’Andrea di Roma i chirurghi sono entrati in sala operatoria ieri mattina alle 8 e sono usciti che era già notte, dopo un lunghissimo lavoro di connessione di nervi, vasi e muscoli. Ci vorrà tempo per capire come è andato il primo intervento di questo tipo nel nostro Paese, e forse è stato un po’ avventato renderlo noto ieri pomeriggio, quando in sala ancora si lavorava, ma già in serata dalla Regione Lazio si esprimeva un moderato ottimismo rispetto all’esito.
È da tre anni che il Consiglio superiore di sanità ha dato il via libera al programma sperimentale del trapianto di faccia in un numero limitato di casi, cinque. Poi si valuteranno i risultati e si deciderà se inserire o meno questo intervento tra quelli che possono essere autorizzati direttamente dalla Regioni. Fino a venerdì non si era però mai trovato un donatore adatto al ricevente, per problemi di compatibilità e anche perché alcuni familiari avevano negato il consenso ad espiantare il volto del loro caro. Sono comprensibili le implicazioni anche psicologiche di questo tipo di donazione, non stupisce che in passato qualcuno si sia tirato indietro.
La svolta è arrivata l’altro ieri, quando ai genitori della ragazza di 21 anni che era stata coinvolta in un incidente stradale vicino a Frosinone è stato detto che non c’era più niente da fare per la figlia ricoverata nella rianimazione del Sant’Andrea. La coppia dopo aver parlato con i responsabili del percorso di donazione dell’azienda ospedaliera ha dato il consenso. C’è stato prima il prelievo dei tessuti del viso, poi quello di fegato e reni. Nei vari interventi sono stati coinvolti molti medici. Per aiutare i colleghi romani nel trapianto di faccia sono anche arrivati da Zurigo due membri di un’èquipe che aveva già affrontati casi del genere. A guidare l’operazione sono stati Fabio Santanelli di Pompeo, che dirige la chirurgia plastica del Sant’Andrea e Benedetto Longo della stessa unità operativa.
La paziente che ha ricevuto quello che tecnicamente viene definito” trapianto multitessuto con pelle, fasce muscolari e cartilagine” è una donna di 49 anni colpita dalla neurofibromatosi di tipo 1, una malattia genetica che causa gravi problemi alla pelle e ai nervi anche del volto. Era in attesa da tempo dell’intervento al Sant’Andrea, che aveva presentato la richiesta per realizzarlo al Consiglio superiore di sanità.
Nel mondo il trapianto di faccia è stato fatto una cinquantina di volte, dieci delle quali in Europa. Il primo caso risale al 2005, quando l’intervento venne svolto in Francia. Le percentuali di successo, spiega dal Centro nazionale trapianti (Cnt), sono ampiamente superiori al 50% e anche per questo è arrivato il via libera a sperimentarlo anche in Italia. «Alla famiglia della donatrice va il nostro ringraziamento», aggiungono dal Cnt.«Si tratta di uno straordinario lavoro di squadra frutto della qualità del sistema sanitario regionale del Lazio e dello straordinario coordinamento dell’intera struttura nazionale dei trapianti – dice il governatore Nicola Zingaretti – Il Lazio e l’Ospedale Sant’Andrea si pongono all’avanguardia e aprono una nuova frontiera trapiantologica nel nostro Paese. L’operazione è stata possibile grazie alla straordinaria generosità della donatrice. Ora monitoreremo con la massima cautela l’evoluzione della situazione».