Il Messaggero, 20 settembre 2018
Le dimissioni di Celotto dal ministero della Sanità
ROMA Nel pieno della definizione della manovra 2019, e dunque della bagarre per l’accaparramento delle poche risorse disponibili, il ministro della Sanità, la pentastellata Giulia Grillo, resta senza capo di Gabinetto. Il garbo con il quale è stata diffusa la notizia delle dimissioni di Alfonso Celotto non ne ha attenuato né la portata né lo sconcerto. L’ex capo di gabinetto del ministero sul Lungotevere Ripa, infatti, è un giurista e professore universitario molto noto a Roma. Uno di quei tecnici che i motori dei ministeri li ha smontati e rimontati fin da quando aveva i calzoni corti e che, soprattutto, opera professionalmente a uomo e non a zona. Celotto infatti ha sempre lavorato con ministri di segno politico diverso (ben sette con la Grillo, da Giulio Temonti a Emma Bonino a Fabrizio Barca) e non con esponenti di una sola parte culturale.
La duttilità e la caratura di Celotto e il momento particolarmente delicato del suo addio sembrano fare di queste dimissioni un episodio spinoso nel rapporto in costruzione fra i 5Stelle e l’alta burocrazia italiana.
Il caso ha comunque delle peculiarità che riguardano la conduzione specifica del ministero della Sanità. La perdita di Celotto, infatti, arriva a poco più di 15 giorni da quella altrettanto rumorosa del portavoce del ministro: Roberto Turno, giornalista fra i più esperti in Italia di temi sanitari ma non legato al Movimento. Al suo posto si vocifera dell’arrivo di una figura professionale lontana dal mondo della Sanità.
Fra i due episodi non pare esserci un legame diretto. Tuttavia, dimissioni così pesanti in uno staff di un ministero importante che governa interessi rilevanti (i vaccini sono solo la punta di un enorme iceberg) vengono interpretate dagli osservatori come la spia di un malessere non passeggero.
Al di là di possibili incomprensioni personali, il nodo che sembra arrivare al pettine al ministero della Sanità – ma non solo – è quello della difficoltà dei ministri M5S di far marciare su gambe sicure e professionalmente rodate proposte estremamente ambiziose e impegnative.
Nei mesi scorsi, ad esempio, hanno fatto molto discutere le nomine di alcuni consulenti da parte del ministro Grillo, che tra l’altro è medico, ma anche la sua riluttanza a instaurare un rapporto di lavoro fluido e solido con i principali dirigenti del ministero. Il che a Lungotevere Ripa ha determinato un’atmosfera che alcune fonti non esitano a definire «strana».