Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2018  settembre 20 Giovedì calendario

L’intervista a Totti

Domani l’intervista al “Venerdì” per l’uscita dell’autobiografia Sono passati 480 giorni dall’addio, dal momento in cui Francesco Totti con un microfono tra le mani sul prato dell’Olimpico, con le parole e i toni che nessun calciatore aveva usato prima, commosse pure quelli che per la Roma non hanno fatto il tifo mai. Mentre ancora cerca un posto veramente suo nel mondo senza più un pallone ai piedi, alla vigilia del compleanno numero 42 e dell’uscita della sua autobiografia – le date coincidono: giovedì 27 settembre – si è confessato in una lunga intervista rilasciata a Marco Cicala, pubblicata domani sulle pagine del Venerdì. Il libro “Un capitano” (Rizzoli, 512 pagine, 21 euro) è firmato con Paolo Condò, volto di Sky e firma della Gazzetta dello Sport, il solo giornalista italiano presente nella giuria del Pallone d’oro. Totti racconta in prima persona l’infanzia in via Vetulonia, la timidezza e le sue paure, tutte le prime volte, i rifiuti messi in fila pur di non lasciare Roma e la Roma, le vittorie, le rinunce, i tradimenti, le amicizie. Il libro sarà presentato proprio giovedì 27 nel corso di una serata evento al Colosseo. L’incontro di Totti con il Venerdì si è invece tenuto negli studios di Cinecittà, fra i templi ricostruiti per i set. Un’intervista totale nella quale Totti racconta il suo ruolo attuale di cuscinetto fra Di Francesco e la squadra, e di come ha visto cambiare in 25 anni lo spogliatoio e i calciatori. «Io ero come loro, li conosco bene, conosco il linguaggio segreto fatto di occhiate, mezze parole. E cerco di rendermi utile. Adesso si parla quasi solo inglese. Se non lo sai non capisci un cazzo. E si fa meno gruppo. In ritiro, rientrato dal campo, ognuno si isola in camera sua col telefonino... A navigare, a mandare messaggi». Le confessioni di un capitano che ora cerca un nuovo mondo. – an.car.