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 2018  settembre 10 Lunedì calendario

La Cgil contro Marina Abramovic


La protesta della Cgil irrompe nella spasmodica attesa per The Cleaner, la mostra di Marina Abramovic in programma dal 21 settembre al 10 gennaio. E, come sottolinea Arturo Galansino, direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi (dove si svolgerà l’evento) e curatore della mostra, «stiamo vivendo un momento di sentimenti contrastanti, divisi tra le emozioni che precedono una grande mostra e questa lettera che ci amareggia e che, naturalmente, prenderemo in seria considerazione». Dopo le denunce anonime, raccolte e pubblicate nei giorni scorsi sul web da Linkiesta, contro le modalità di reclutamento dei 35 tra attori e danzatori chiamati a replicare alcune delle performance dell’artista serba, e contro «paghe misere e contratti irregolari», ora entra a gamba tesa il sindacato. Lo fa con una lettera comunicato che accusa la Fondazione di «violazioni di legge e di norme contrattuali». E la diffida «dal pretendere dai lavoratori la firma della liberatoria che obbliga il professionista a chiedere di lavorare gratis» nel workshop di preparazione in corso, e ancora «dall’obbligarli a produrre una certificazione medica sulla idoneità fisica e mentale e la capacità di sostenere gli sforzi previsti sollevando il datore di lavoro dalle responsabilità di eventuali danni psico-fisici».Sabato scorso Galansino ha incontrato i performer, arrivati da tutto il mondo «nel luogo segreto dove, in questi giorni, si sta svolgendo il training attraverso il quale entreranno in contatto con il metodo della Abramovic, vivendo un’esperienza unica per la loro carriera. Abbiamo cenato insieme, il clima era molto sereno e vibrante di grande gioia ed entusiasmo. Adesso sono quasi irraggiungibili, impegnati in un processo ascetico che li ha temporaneamente sconnessi dal mondo. Se lo sapessero forse sarebbero loro i primi a meravigliarsi di quanto sta accadendo». Galansino sostiene di aver fornito «tutti i chiarimenti necessari. La discussione è stata costruttiva, cordiale e, mi pare, ogni dubbio è stato dipanato. Del resto, tutti i contratti e documentazioni annesse sono stati letti, condivisi, accettati e firmati.Riguardo al contenuto dei documenti ci siamo ispirati a modelli utilizzati precedentemente da altre istituzioni, stilandoli assieme a professionisti del settore. Posso garantire che la Fondazione si attiene sempre al massimo rispetto delle regole, secondo i valori che animano il nostro lavoro.Non posso che rimettermi a chi conosce la materia giuslavoristica confidando che, nell’interesse di tutti, la situazione si risolva al meglio».