Libero, 11 settembre 2018
Prelevano lo sperma del figlio morto per avere un nipotino
In Inghilterra c’è un bimbo nato nel 2015, il cui padre è morto in un incidente automobilistico nel 2014. Il padre, a sua volta, non aveva moglie, né fidanzata, né un’amante; aveva 26 anni e probabilmente l’idea di avere un figlio l’aveva sfiorato e poi si era disfatta, come capita ai giovani uomini di quell’età. Com’è possibile, quindi, che il bambino sia nato nel 2015 quando il padre è morto nel 2014? È nato usando tre ‘soggetti’: lo sperma di quell’uomo, estratto postumo, una donatrice di ovuli e una madre surrogata. L’idea è venuta a una coppia inglese, i genitori del ventiseienne, che pur di avere avere un nipote (il Times lo definisce ‘nipote di design’) ha sborsato tra le 60mila e le 100mila sterline, ovvero tra i 67mila e i 110mila euro per le spese ospedaliere, i pagamenti alla donatrice di ovuli e quelli alla madre surrogata.
IL PROCEDIMENTO
I nonni biologici del piccolo, che sono però diventati i suoi genitori legali, hanno avuto accesso al corpo del figlio solamente due giorni dopo l’incidente che l’aveva ucciso. Un urologo è riuscito comunque a recuperare dello sperma e l’ha immediatamente congelato. Quasi un anno più tardi, il campione è stato trasportato negli Stati Uniti da un corriere medico specializzato, ed è stato utilizzato a La Jolla, una clinica di fecondazione in vitro di San Diego, in California. Nel Regno Unito, infatti, le tecniche di ‘gender selection’, ovvero la selezione di genere che ha permesso ai nonni/genitori di poter scegliere di avere un erede maschio, non sono legali. Della coppia si sa poco: «Sulla cinquantina e di una famiglia illustre», ha raccontato a The Mail on Sunday il dottor David Smotrich, ostetrico e ginecologo che gestisce la clinica californiana. «La coppia inglese ha perso il figlio nelle circostanze più tragiche», ha detto il medico, «volevano disperatamente un erede e un nipote che fosse a sua volta in grado di avere un erede. È stato un privilegio essere in grado di aiutarli». E non è stato facile perché «generare un bambino usando sperma postumo (estratto cioè dopo la morte del donatore, ndr) è estremamente raro. L’ho fatto solo cinque volte nella mia carriera», ha spiegato ancora Smotrich. Che ha aggiunto: «La coppia è stata molto specifica sull’aspetto della donatrice e della madre surrogata, insistendo su un tipo di donna che credevano che il loro figlio avrebbe desiderato sposare, sia in termini di aspetto fisico che di intelligenza e istruzione». In effetti, questo è il primo caso britannico di un figlio nato da sperma estratto postumo (altri casi sono stati registrati in India, Stati Uniti, Australia). Mentre nel Regno Unito, in media, nascono cinque bambini l’anno generati usando la fecondazione in vitro post mortem, ma con lo sperma estratto quando gli uomini sono ancora in vita, fenomeno in continuo aumento soprattutto in Israele: lì sono almeno 5mila gli uomini, la maggior parte soldati, che hanno sottoscritto questa scelta nel loro testamento, e già una cinquantina i figli nati da sperma conservato di uomini deceduti.
IL CASO DI ISRAELE
Nella terra di Davide, il primo caso di ‘padre dall’aldilà’ è stato nel 2002: un soldato venne ucciso da un cecchino nella Striscia di Gaza e la madre fece prelevare in tempo lo sperma dal cadavere. Ci vollero otto anni di carte bollate, ma alla fine i genitori ottennero il permesso di utilizzare il seme del figlio, e ora hanno un nipote. In Israele, però, un Paese che si stente minacciato nella sua stessa esistenza, è una pratica sentita quasi come una necessità, che nasce dall’istinto di sopravvivenza. Tanto che la fecondazione in vitro è pratica comune e finanziata dal governo, adottata anche dagli ultraortodossi. Qui Irit Rosenblum, avvocato di diritto di famiglia, ha fondato nel 1998 l’organizzazione New Family e si è mossa perché fosse legalizzata la fecondazione in vitro post mortem. Poi, s’è inventata The Biological Will (il testamento biologico): prima e unica banca biologica del mondo per aiutare i malati terminali, le famiglie in lutto e i soldati a creare la loro eredità biologica. Di tutte queste procedure, però, nessuna in Inghilterra è legale senza l’esplicita volontà del donatore da vivo: non l’estrazione di sperma post mortem, non l’uso dello sperma, non la selezione di genere (che consente di scegliere il sesso del figlio). Secondo Allan Pacey, professore di andrologia all’università di Sheffield e ex presidente della Fertility Society britannica, «se il figlio non aveva firmato i moduli di consenso necessari per il recupero postumo, l’immagazzinamento e l’uso del suo sperma, è probabilmente avvenuto un reato. E anche il medico che ha estratto lo sperma ha violato la legge, così come la struttura che ha congelato e esportato il campione».