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 2018  settembre 11 Martedì calendario

Il degrado del Verano

«Oggi mi sento violentato. Hanno profanato la tomba di mia mamma», ha raccontato l’attore Enrico Montesano. «Chiunque sia stato ha violato la memoria e il rispetto per una persona che non c’è più», aggiunge. Sono in tanti a provare lo stesso senso di disperazione a Roma dove i cimiteri sono diventati negli anni templi di un eterno degrado e di una lacerante ferita nei confronti della memoria dei defunti.
Domenica scorsa Enrico Montesano è andato a fare visita ai suoi cari sepolti al Verano. «Subito dopo aver lasciato un fiore a Vittorio Gassman – racconta al sito «Leggo» – sono arrivato alla tomba di mamma mi sono accorto che qualcosa non andava: era sparito il libro di marmo con la sua foto e la scritta che aveva inciso mio padre 65 anni fa. Me lo ricordo bene quel libro, avevo 8 anni e lo poggiai io con queste mani. Pesava tantissimo ma non sentivo la fatica, seppure ero molto piccolo, perché stavo facendo qualcosa per mamma. Oggi quel peso sembra decuplicato perché ci sono il dolore e la rabbia per un gesto tanto vile quanto incomprensibile». E aggiunge: «Non contenti, questi balordi hanno anche spostato la lastra di marmo che copre la tomba stessa».
«Non è possibile che un cimitero come il Verano sia terra di nessuno – è lo sfogo dell’attore – Ho parlato con dei visitatori che mi hanno raccontato di scippi e furti all’ordine del giorno. Possibile che non ci sia sorveglianza? L’Ama dov’è? I servizi cimiteriali dove sono? Si fanno vivi solo per mandare gli avvisi di pagamento. A questo punto non ci sto. Non è giusto. E non è tollerabile vedere un cimitero storico dove si viene assaliti dalle zanzare, dove è tutto sporco e abbandonato e dove i ricordi vengono portati via da balordi che fanno il bello e il cattivo tempo. È ora di dire basta. Per evitare i furti basterebbe installare una rete di telecamere, quanto costeranno mai? Ne va della sicurezza dei cittadini».
La denuncia di Enrico Montesano è solo l’ultima di tante altre presentate all’Ama, l’azienda che ha la gestione dei servizi cimiteriali della capitale, per sottolineare lo stato di degrado di un luogo che dovrebbe essere un museo a cielo aperto come il Père-Lachaise di Parigi e che invece si sta lentamente uniformando al degrado romano che lo circonda. Molte di più infatti sono le denunce non presentate ufficialmente perché sarebbe inutile. «Quando ho avuto la fortuna di incontrarli, ho provato a spiegare agli addetti che non riuscivo ad arrivare alla tomba dei miei genitori ma tre settimane dopo era tutto identico, ho fatto da solo». Rocco porta con sè cesoie, scopa e paletta per liberare il sentiero che porta alla tomba di famiglia da rovi e ortiche. Anna Devitiis, invece, ha dovuto coprire la tomba dei genitori con un enorme telo di plastica per evitare che il guano degli storni corroda il marmo e la pietra. Emilio Proietti racconta il suo percorso verso i suoi cari come di uno slalom tra buche nell’asfalto, radici, transenne senza fine. E poi furti, energia elettrica e acqua inesistenti in alcune zone, rifiuti rimossi a intermittenza, senzatetto che bivaccano. È il destino riservato a centinaia di migliaia di persone della capitale dove non solo il cimitero del Verano ma anche quello di Prima Porta sono da anni in stato di totale abbandono.
«Avevamo già mesi fa presentato un accesso agli atti in merito alle transenne presenti in pianta stabile presso la parte più antica del Verano ma le zone interdette sono sempre in crescita a causa di inesistenti manutenzioni», denunciano Francesco Figliomeni, presidente del Gruppo Misto in Campidoglio e Marco Rollero di Forza Italia. Anche Piergiorgio Benvenuti, ex presidente di Ama e oggi presidente del Movimento Ecoitaliasolidale accusa il Campidoglio: «Nonostante il grande impegno dei singoli dipendenti Ama, a causa della carenza di fondi stanziati dall’amministrazione Raggi e di una politica di indirizzo aziendale che si commenta da sola, i cimiteri capitolini risultano abbandonati». Come commenta Enzo Foschi, vicesegretario del Pd Lazio: «Purtroppo con la Raggi neanche i morti riposano in pace».