La Stampa, 10 settembre 2018
L’estate record delle tartarughine: più nascite nonostante la plastica
Il nemico principale, quello che le perseguiterà per tutta la vita, lo hanno incontrato poco dopo aver aperto gli occhi. Al primo istante di vita, le neonate tartarughine si sono ritrovate subito in mezzo alla plastica. Perché nel fondo del loro nido, nella sabbia della spiaggia del Poetto di Cagliari, c’erano i resti di un vecchio appendiabiti in plastica. Sì, proprio la plastica, quella che ha invaso i nostri mari e che ogni giorno soffoca e uccide le caretta-caretta.
Ma loro non si arrendono, nonostante le insidie che l’uomo e l’inquinamento riservano continuamente. Il ciclo della vita non si ferma, anzi si rafforza e sempre più frequentemente le tartarughe marine scelgono le coste italiane per deporre le loro uova. L’istinto primordiale della riproduzione, però, deve fare i conti con tanti imprevisti. A iniziare dall’inquinamento luminoso dei litorali.
Il miracolo
Dalla Calabria alla Puglia, dalla Campania alla Sardegna, le piccole caretta-caretta hanno ripetuto quasi una volta alla settimana il suggestivo miracolo della schiusa. I biologi esultano e osservano con attenzione un fenomeno che non può essere sottovalutato: le nuove nascite in Toscana, segno di uno spostamento della specie verso nord. «Questo ha un significato preciso - spiega Fulvio Maffucci, ricercatore della Stazione zoologica di Napoli - Le tartarughe hanno trovato condizioni ambientali e di temperatura più adatte anche avanzando a nord».
Il caldo
Eccolo, questo è l’unico effetto positivo del riscaldamento dei mari. «Vero, anzi verissimo - conferma il biologo - Con l’innalzamento delle temperature anche le nostre coste sono diventate luogo adatto per la nidificazione e la schiusa delle uova della caretta-caretta. La differenza registrata in tutti gli studi è che il periodo in cui le temperature sono più miti è diventato progressivamente molto più lungo. Si è passati dai 30 giorni di una decina d’anni fa fino, ai quasi tre mesi dell’ultima stagione estiva. Diverse specie, oltre alla caretta-caretta si stanno adattando a questo cambiamento di condizioni».
La Calabria continua a confermarsi il regno delle tartarughe marine e anche quest’anno i biologi hanno rilevato i consueti trenta nidi e la successiva nascita dei piccoli. La crescita del fenomeno riguarda soprattutto le coste Tirreniche e Adriatiche: da Torre Chianca, in provincia di Lecce, fino a Marina di Camerota, nel Salertinano, arrivando anche a Montalto di Castro nella della provincia di Viterbo. A Siciliana Marina, in provincia di Agrigento, e nella spiaggia del Poetto di Cagliari si è festeggiata la nascita delle piccole tartarughe negli ultimi giorni di agosto.
Se l’inquinamento non promette niente di buono per la vita e i lunghi viaggi, almeno nel periodo della riproduzione le caretta-caretta si ritrovano a vivere in un pianeta più attento e più accogliente. «Le campagne di sensibilizzazione hanno portato buoni frutti - riflettono gli studiosi della Stazione zoologica napoletana - Le segnalazioni arrivano molto più frequentemente e chiunque noti una tartaruga che depone le uova avvisa subito gli enti locali e così si crea la rete di monitoraggio. In questo modo noi possiamo avviare tutte le azioni di salvaguardia del nido, con protezioni e strutture ombreggianti che agevolano la schiusa e la corsa dei piccoli verso il mare».
La speranza
Le reti di monitoraggio, l’attenzione dei turisti e degli operatori balneari, hanno avuto anche un altro effetto positivo sul miracolo naturale di quest’estate. «Il successo delle schiuse arriva mediamente al 75 per cento - sottolinea Fulvio Maffucci - Il risultato inaspettato lo abbiamo avuto ad Ascea Marina, in Cilento, dove sono nate 87 piccole tartarughe su un totale di 90 uova. Questo ovviamente ci fa ben sperare per il futuro di questa specie». Che infatti non è più inserita nella classifica degli animali a rischio imminente di estinzione.