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 2018  settembre 10 Lunedì calendario

Il barbiere del Forte che resiste a 90 anni: «Io non vendo»

FORTE DEI MARMI (LUCCA)Una bottega di 28 metri quadrati, inespugnabile. Siamo nel piccolo grande regno di Lieto Nardini, 90 anni, «Il» barbiere del Forte. Qui, dal 1952, niente è cambiato. E, a sentire il signor Lieto, tutto rimarrà così finché ci saranno lui e Pierino, che, arrivato da ragazzino come aiutante, oggi di anni ne ha 80. Varcando la soglia del civico 10/b di via IV Novembre si viene catapultati in un’altra epoca: a terra marmo (rigorosamente di Carrara), specchi, mobili, poltrone e atmosfera sono originali degli anni 50-60. E per godersi questo fascino fanno tutti la fila.
«Qui vengono sceicchi, premier, ministri, imprenditori, gente normale – racconta Nardini – ma per me sono tutti uguali. Non c’è nemmeno il telefono: chi vuole, aspetta. Come il prete poco fa». È il «barbiere resistente»: da ormai un decennio risponde picche alle maxi offerte che gli arrivano per accaparrarsi la sua bottega. Persino assegni in bianco per comprare o affittare i 28 metri quadri. Ma la risposta è sempre una: «No».
In questi 66 anni di carriera, Lieto ha visto stravolgere l’identità della sua strada, il cuore del Forte. Il tipografo, il pasticcere, il fotografo, il tessutaio? Hanno chiuso tutti. Ora ci sono solo griffe. E sono proprio i proprietari dei grandi marchi della moda che provano ad espugnare la fortezza di Lieto. «Finché ho la mano ferma io lavoro, perché se mi metto su un divano crepo – spiega tra una sforbiciata e l’altra —. Mi hanno offerto qualsiasi cifra, ma servire i miei clienti mi dà ancora grande felicità: fare il barbiere è un servizio pubblico. Non sono diventato ricco eh: badi là i prezzi...». Nel tariffario, originale anni 50 anch’esso, si legge: «Capelli 18 euro, Barba 10 euro, Sciampoo (scritto così) 8 euro».
La carriera di Lieto inizia nel pieno della guerra: «Avevo 13 anni: a scuola non ero un genio e così mia mamma mi mandò dal maestro Gilberto Corbellini ad imparare il mestiere – ricorda —. Dieci anni dopo decise di vendere, ed eccomi qua». Tutto un altro mondo, quando sulla poltrona arrivavano personaggi come Curzio Malaparte e il maestro Carlo Carrà. Alla fine degli anni 50, quando il giro passò dal Forte, in bottega entrò pure Fausto Coppi. Lieto ci porge una vecchia foto: il profilo dell’«Airone» si vede ben delineato. Grandi clienti sono stati poi Paolo Villaggio, ministri di destra e di sinistra. Le zazzere alla moda qui non sono mai entrate. Tutto rigorosamente a forbice: Lieto si dice sia uno dei migliori d’Italia nel taglio all’Umberta. «Come ho resistito? Sveglia alle 6 e alle 8 sono in bottega, da sempre – racconta —. Le ferie si fanno a ottobre: due settimane a Saturnia e poi torno subito al Forte».
Ma c’è anche un segreto che ha mantiene intatta da sempre l’amicizia con Pierino, il fu ragazzo di bottega: «Stiamo accanto da una vita. Ci vogliamo bene, ma quando si esce da qui ognuno va per la sua strada». Nella bottega resistente c’è solo un cruccio: non c’è nessuno pronto a portare avanti la barberia. Ma il cruccio sembra essere solo degli affezionati clienti: «I miei figli fanno il giardiniere e l’odontotecnico. Sono felici così, e lo sono anche io».