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 2018  settembre 09 Domenica calendario

1938, quando Toscanini rifiutò l’Austria

Salisburgo, la ridente cittadina sul fiume Salzach, ai confini delle Alpi e dell’Austria, fu un’altra vittima collaterale dell’Anschluss. Il 13 marzo 1938 vide l’ingresso delle truppe tedesche in seguito alla decisione di Adolf Hilter di annettere l’Austria al Terzo Reich. Un mese dopo, il 10 aprile, seguì il referendum, il rogo dei libri sulla Residenzplatz, l’arresto di ebrei e oppositori, la distruzione della sinagoga. 

L’IRRIDUCIBILE
Arturo Toscanini, che all’epoca era un mito vivente, celeberrimo direttore d’orchestra e antifascista irriducibile, si rifiuterà di dirigere il festival in programma l’estate. Aveva già disertato Bayreuth cinque anni prima, quando Hitler aveva conquistato la Cancelleria del Reich. E ora che si era annesso l’Austria, non poteva che disertare Salisburgo, che per anni era stata l’anti-Bayreuth. Lui stesso del resto l’aveva annunciato l’anno prima, durante la furibonda lite col direttore dei Berliner Philarmoniker Wilhelm Furtwängler, ai suoi occhi un opportunista asservito al nazismo. 

L’ANNUNCIO
I due che pure si stimavano, invitati entrambi a Salisburgo, erano venuti ai ferri corti. E quando il tedesco gli annunciò che nel 1938 avrebbe diretto Der Freischutz di Weber, Toscanini rispose acido «Mi fa piacere, tanto più che io non ci sarò». La ragione era dirimente: «Non si può dirigere in un paese dove regna la dittatura come la Germania e in un paese libero». Dunque o Bayreuth o Salisburgo. Furtwängler, che pure era un animo nobile, pronto a battersi per difendere i colleghi ebrei e le loro opere, aveva un’idea diversa: «Gli esseri umani sono liberi ovunque si suoni la musica di Beethoven e di Wagner, se non nei fatti, lo sono liberi nello spirito quando ascoltano una musica come quella, che li trasporta in territori dove la Gestapo non può nemmeno sperare di entrare».

IL DISSIDIO
Con l’Anschluss il dissidio divenne incomponibile. Toscanini ne fu costernato. «Da qualche tempo non vivo piùCiò che è accaduto in queste ultime settimane mi ha fatto perdere ogni speranza nel più piccolo miglioramento dell’umanità» scrisse il 17 marzo 1938 da New York alla sua pianista del cuore, Ada Colleoni Mainardi. «Ho vergogna di appartenere al genere umanoI delinquenti che governano i popoli sono al di sotto di ogni possibile bassa immaginazione.E li accomuno tutti e di tutti i paesi di tutte le opinioni di tutti i partiti di tutte le razze. Il capo del Governo italiano? Ancora al di sotto di quello che l’ho giudicato! Apri tutti gli ergastoli.non troverai un delinquente, un criminale più delinquente, più criminale di quell’ignobile animale! Povera Italia. E gli italiani? Mi fanno schifo»... 
Fu così in partenza per la Palestina, per dirigere l’Orchestra fondata due anni prima dal violinista polacco Bronislaw Huberman, che diventerà l’Orchestra nazionale di Israele; Toscanini accettò subito l’invito del sindaco di Lucerna, il dottor Jakob Zimmerli, a dirigere in agosto un concerto a Triebschen, dove Richard Wagner aveva vissuto sei anni con la moglie Cosima Lizst, generando due capolavori, I Maestri Cantori e l’Idillio di Siegfriedo, e due figli Eva e Siegfried.

IL PROGETTO
E così nell’estate 1938 nacque il Festival di Lucerna, per far suonare nella libera e democratica Svizzera quegli artisti che non avrebbero voluto o potuto suonare in Germania e in Austria. Il progetto, concepito dal fondatore dell’Orchestra della Suisse, Romande Ernest Ansermet, fu realizzata grazie a Toscanini, che arrivò a Triebschen in luglio con la bella Ada Colleoni Mainardi, anche se proprio lì il loro idillio entrerà in crisi. 

L’ANNIVERSARIO
E il 25 agosto, giorno dell’anniversario di nozze di Wagner e Cosima, diresse il primo concerto nel giardino della villa di Wagner, dove era stata allestita una struttura in legno, in mancanza di una Kunsthaus realizzata solo l’anno dopo. Toscanini non si fece pagare, ma in quell’occasione i prezzi dei 12 mila biglietti vennero quadruplicati, con un incasso stratosferico. 

IL PROGRAMMA
Oltre l’Idillio di Siegfrido, composto da Wagner ed eseguito per la prima volta proprio lì, il programma comprendeva l’ouverture La scala di Seta di Rossini e la Sinfonia n. 2 in re maggiore di Beethoven. 
Due giorni dopo, Toscanini diresse un secondo concerto nella sala grande del Palazzo dei congressi, con un altro programma (Cherubini, la Terza di Brahms, l’Italiana di Mendelssohn, e il Preludio al primo atto dei Maestri Cantori), coinvolgendo grandi star come il violinista Adolf Busch e il suo Quartetto, Bruno Walter, Pablo Casals, Alfred Cortot e suo genero Vladimir Horowitz, che aveva sposato Wanda. 
Il Festival di Lucerna fu un immenso successo. Dall’Italia, anche se l’ambasciatore in Svizzera non si fece vedere, si precipitarono moltissimi notabili, come Caterina Bonomi, moglie del Ministro della Cultura Popolare Dino Alfieri, la contessa Volpi di Misurata, la vedova di Marconi, l’editore Rusca della Mondadori e Leo Oschlki. 
Il regime con le sue spie teneva tutto sotto controllo; oltre le targhe delle macchine, dovette registrare anche la presenza della Principessa di Piemonte, moglie dell’erede al trono Umberto di Savoia. 
Anche a Lucerna, dopo il tentativo fallito a Salisburgo, Maria José cercò di salutare Toscanini dopo il concerto. Ma anche lì, nonostante le sue simpatie antifasciste, subì l’affronto del Maestro, che si rifiutò di incontrare la nuora del sovrano complice del regime, e ai suoi occhi persona non grata. 

LE INTERCETTAZIONI
Mussolini era furente. Quando scoprì, dalle intercettazioni telefoniche, che Toscanini definiva «roba da medioevo» le prime misure antisemite adottate dal Consiglio dei ministri, passò alla controffensiva. La questura di Milano ritirò il passaporto del Maestro «per una verifica». 
E Il regime fascista, giornale del ras di Cremona Roberto Farinacci, filonazista, pubblicò un durissimo attacco anonimo contro Toscanini, Il giudeo onorario.