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 2018  settembre 09 Domenica calendario

Com’è cambiata Mosca

Dalla nostra inviata MOSCA Alle spalle della piazza Rossa e della cattedrale di San Basilio, famiglie con passeggino formicolano tra i prati e giovani sfrecciano sui monopattini nel Parco Zarjadje inaugurato appena un anno fa. Un’oasi di verde nel cuore della sferragliante capitale russa. L’avveniristico progetto con un ponte sospeso sopra la Moscova e una grotta di ghiaccio firmato dallo studio statunitense Diller Scofidio+Renfro, già autore dell’High Line di New York, è il fiore all’occhiello del piano di rinnovamento urbano del sindaco sessantenne Serghej Sobjanin che oggi corre per un secondo mandato. «Ovvio che voterò per lui. Ha fatto così tanto per Mosca. Questo parco è bellissimo», esclama la 49enne Evelina che sfoggia una coroncina di carta per l’871° compleanno della capitale, mentre a poca distanza sfrecciano le auto blu di Vladimir Putin e Sobjanin arrivati per inaugurare il nuovo auditorium del parco in piena giornata di silenzio elettorale. Nel Paese si vota per eleggere 22 governatori, quattro sindaci e 16 assemblee legislative locali, nonché rimpiazzare sei seggi della Duma rimasti vacanti. Ma è Mosca la posta in gioco più alta e Sobjanin ha già la vittoria in tasca. Ex governatore della regione di Tjumen’, in Siberia, e poi capo dello staff di Putin, guida la capitale dal 2010 quando venne chiamato a sostituire Jurij Luzhkov al potere da 18 anni. Una scelta “esotica” che a suo tempo irritò i moscoviti “purosangue”. Archiviati i progetti di dubbio gusto del suo predecessore, Sobjanin ha lanciato un piano per rendere più vivibile e umana una megalopoli da 12 milioni di abitanti e oltre quattro milioni di auto. Ha fatto sparire gli ingombranti cartelloni pubblicitari, allargato la rete della metropolitana, costruito un anello ferroviario e decine di piste ciclabili, rinnovato oltre 500 parchi a partire dal Gorkij, ampliato i marciapiedi e pedonalizzato molte strade. La capitale è diventata «più pulita», «più verde», «più efficiente», come rivendicano gli slogan della sua campagna elettorale e hanno constatato quest’estate i tifosi dei Mondiali di calcio. «Viaggio molto e ho notato che la differenza fra Mosca e le altre metropoli mondiali si è azzerata», ha detto il rapper russo Egor Kreed. Per molti analisti politici, però, il piano di rinnovamento è stata un’abile mossa per deviare lontano dalla politica l’energia della cosiddetta “classe creativa” scesa in piazza nell’inverno 2011-2012. Gli oppositori denunciano lo sperpero di denaro in tempi di recessione. C’è poi chi sostiene che la pedonalizzazione abbia omologato i quartieri distruggendo il carattere miscellaneo originale della città e chi contesta la gestione d’eredità sovietica dall’alto al basso. I cambiamenti sono stati bruschi e spesso imprevedibili: chioschi abusivi sono stati rimossi nottetempo e oltre un milione e mezzo di moscoviti ha scoperto dall’oggi al domani che le loro abitazioni volute da Krusciov erano destinate alla demolizione. Eppure la strategia sembra funzionare. Come ha abilmente sintetizzato Andrej Kolesnikov del think tank Carnegie Moscow Center, «un bar all’aperto è meglio di una società aperta». Secondo i sondaggi, tra il 65 e il 70 percento di chi andrà alle urne voterà Sobjanin. Del resto i quattro avversari sono considerati meri “candidati fantoccio” e non superano il 14 percento dei consensi. Nel settembre 2013, quando i moscoviti furono chiamati a eleggere il loro sindaco per la prima volta, Sobjanin fu eletto con il 51,3% dei voti sfiorando il ballottaggio con Aleksej Navalnyj, secondo con il 27,2%. Un rischio che stavolta non vuole correre. Tutti i candidati proposti dall’opposizione – come l’ex deputato indipendente Dmitrij Gudkov, l’attivista gay Anton Krasovskij e Ilija Jashin, delfino di Boris Nemtsov – sono stati esclusi grazie al cosiddetto “filtro municipale” che obbliga a ottenere il sostegno di almeno un deputato in 110 municipi diversi. E per garantire che l’affluenza non scenda sotto il 30-40%, il municipio ha promosso celebrazioni per l’anniversario di Mosca e per il Festival dei giardini, esteso il voto fino alle 22, speso 1,2 milioni di euro in decorazioni e altrettanti in “dispersione delle nubi” e infine dato la possibilità di votare anche a chi trascorrerà il weekend in dacia. Unica ombra: le proteste non autorizzate contro la riforma delle pensioni indette da Navalnyj. Il blogger è stato condannato a 30 giorni di fermo amministrativo con una sentenza a orologeria, ma non è detto che basterà a evitare disordini.