5 settembre 2018
Tags : Gianfranco Fini
Biografia di Gianfranco Fini
Gianfranco Fini, nato a Bologna il 3 gennaio 1952. Politico. Deputato dal 1983 al 2013, dal 2008 al 2013 è stato presidente della Camera. Ex vicepresidente del Consiglio (2001-2006) ed ex ministro degli Affari esteri (2004-2006) nei governi Berlusconi II e III. Già presidente di Futuro e libertà per l’Italia (2011-2013), presidente di Alleanza nazionale (1995-2008) e segretario del Movimento sociale italiano-Destra nazionale (1987-1990; 1991-1995) • Figlio di un volontario della Rsi divenuto poi socialdemocratico e nipote di un comunista e di un fascista, Fini non s’interessò alla politica fino a quando, a sedici anni, un presidio di militanti di sinistra non provò a impedirgli di accedere al cinema in cui era programmato Berretti verdi. Fu per reazione a quell’episodio che s’iscrisse alla Giovane Italia, organizzazione giovanile del Movimento sociale italiano poi confluita nel Fronte della gioventù, all’interno del quale, una volta trasferitosi a Roma con la famiglia, fece rapidamente carriera, fino a diventarne segretario, nel 1977, per investitura diretta di Giorgio Almirante. Dallo stesso Almirante, dieci anni dopo, ereditò la segreteria del Msi, con la sua benedizione («Sì, Fini è il successore che volevo. Ho la fortuna di trasmettere in mani giovani e sicure il patrimonio che ho tentato di custodire in questi anni»). Cruciale, nel 1993, la sfida con il verde Francesco Rutelli per la conquista del Campidoglio: Fini ne uscì sconfitto al ballottaggio, ma con una credibilità rafforzata da un ottimo risultato (il 46,69% dei voti) e dall’esplicito avallo di uno dei maggiori imprenditori del Paese, Silvio Berlusconi. E fu con Berlusconi che nel 1994 il Msi andò per la prima volta al governo, poco prima di cambiare pelle, al congresso di Fiuggi (25-27 gennaio 1995), e diventare Alleanza nazionale, abiurando il fascismo nella prospettiva di una destra moderna ed europea. In seguito Fini intraprese una serie di tentativi di emancipazione dal Cavaliere, tutti puntualmente frustrati: dapprima, alle Europee del 1999, alleandosi con Mariotto Segni, per poi rassegnarsi a tornare alle urne con Forza Italia nel 2001; quindi, dopo la sconfitta millimetrica del 2006, irridendo come «comiche finali» il lancio del partito unico del centrodestra da parte di Berlusconi, per tornare precipitosamente sui suoi passi pochi mesi dopo, in vista delle elezioni anticipate, accettando di presentare sotto un unico cartello elettorale le liste di An e di Forza Italia nella prospettiva di una fusione. Divenuto quindi presidente della Camera, pur confermando lo scioglimento di An nel Pdl a guida berlusconiana, iniziò un percorso di sempre più marcata differenziazione da Berlusconi e dal suo governo, criticandone sempre più nettamente le posizioni (sulla giustizia, sull’immigrazione, sulla bioetica, sulla questione morale), fino a un durissimo scontro con il Cavaliere alla direzione del Pdl del 22 aprile 2010 (in cui, invitato a dimettersi dalla presidenza della Camera per difendere meglio le sue idee, replicò con uno sprezzante «Che fai, mi cacci?»): seguì, tre mesi dopo, la fuoriuscita di Fini dal partito, con l’annuncio della costituzione di gruppi autonomi in entrambe le Camere (Futuro e libertà per l’Italia) e la loro successiva uscita dalla maggioranza. Fallito un tentativo di spallata al governo nel dicembre 2010, quando, nel novembre 2011, Berlusconi fu costretto alle dimissioni, Fini appoggiò convintamente il nuovo premier Mario Monti, sostenendone poi la candidatura alle elezioni politiche del 2013. Tali consultazioni segnarono però la sua fine politica, decretata da appena lo 0,43% dei voti ottenuti dal suo partito Fli, che non gli consentirono neppure di essere rieletto • Tra le maggiori cause della sua caduta in disgrazia presso l’opinione pubblica, la vicenda di un appartamento monegasco lasciato in eredità da una nobildonna ad Alleanza nazionale, e poi – secondo l’ipotesi accusatoria – svenduto al cognato di Fini, Giancarlo Tulliani: il caso, emerso nel 2010 e inizialmente archiviato dalla Procura di Roma, è stato riaperto nel 2016, e attualmente vede Fini indagato per concorso in riciclaggio • Una figlia, Giuliana, dalla prima moglie Daniela Di Sotto, e altre due figlie, Carolina e Martina, dall’attuale compagna Elisabetta Tulliani • «Posso prendere in considerazione l’idea di essere stato… palesemente un coglione, ma certamente non sono mai stato un corrotto in vita mia» (a Marco Lillo, a proposito del caso dell’appartamento monegasco).