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 2018  settembre 05 Mercoledì calendario

Biografia di Maurizio Sarri

Maurizio Sarri, nato a Napoli il 10 gennaio 1959. Allenatore di calcio. Attualmente, tecnico del Napoli (dalla stagione 2015/2016). Figlio di due operai – il padre (ex ciclista) gruista, la madre impiegata in una ditta di cornici –, nacque a Napoli perché all’epoca il padre lavorava per la ditta che stava costruendo lo stabilimento Ilva di Bagnoli, ma quando aveva tre anni tornò con la famiglia nel paese d’origine, Figline Valdarno («Non mi sento toscano: lo sono»). Qui, da ragazzo, iniziò come calciatore: «Tanto scarso non si può dire, se è vero che ho fatto provini con il Torino e con la Fiorentina, quando giocavo nella Figlinese. Soprannome: il Secco. Difensore, interventi da gladiatore, avrebbe scritto Brera. […] A 19 anni mi voleva il Montevarchi, ma il Figline chiese 50 milioni: troppi. Arrivò il Pontedera, mi piccai e rifiutai: uno sbaglio, perché loro salirono in C1. Rimasi a Figline e mi spaccai tutto: addio carriera, ma non sarei andato lontano comunque» (ad Andrea Scanzi). Trovò allora un buon impiego in banca, come agente dell’ufficio cambi del Monte dei Paschi di Siena, dedicandosi nel tempo libero all’allenamento: primo banco di prova, nel 1990/1991, lo Stia, squadra di Seconda Categoria della provincia di Arezzo. «Da lì, la scalata a mani nude: Faellese, Cavriglia, Antella, Valdema, Tegoleto e Sansovino, la squadra con cui si è arrampicato al professionismo con tanto di vittoria della Coppa Italia di D nel 2003. Lo ricordano come un miracolo, ma è stato solo “lavoro e determinazione”» (Filippo Conticello). Fu allora che decise di abbandonare l’impiego bancario per dedicarsi interamente al calcio: «“Mi ero stancato di stare in ufficio ad aspettare le 17 per potermene andare al campo”. Ecco la C2, ci arriva a 44 anni: Sangiovannese, Pescara, Arezzo, Avellino, Verona, Perugia, Grosseto, Alessandria, Sorrento, Empoli che porta in A, Napoli» (Gianni Mura). Scelto nel giugno 2015 da De Laurentiis come successore di Rafael Benítez grazie alle capacità dimostrate nel triennio trascorso all’Empoli, sin dalla prima stagione Sarri ha riportato la squadra partenopea ai gloriosi livelli di fine anni Ottanta, rendendola fortemente competitiva per la conquista dello scudetto (mancata per poco due volte, e attualmente a portata di mano). Da quando è al Napoli, ha cambiato schema di gioco, abbandonando l’amato 4-3-1-2 per il 4-3-3. «La difesa, per come la intendo io, è a 4. La mentalità è indispensabile. Voglio una squadra con la faccia tosta, che se la gioca con tutti. Non sono uno che controlla i giocatori, il tempo libero è loro. Ma sanno fin dal primo giorno che con me o si va a mille all’ora o si sta fuori» In panchina ha adottato come divisa la tuta da ginnastica. Fortemente scaramantico, per anni s’è vestito solo di nero, costringendo persino i suoi giocatori a indossare scarpe nere (o a tingerle di nero con uno spray, se colorate), perché riteneva che portasse bene: «Quando fai un lavoro dove una palla sul palo può cambiarti la vita, la scaramanzia entra per forza» (a Fabrizio Salvio). Altro vizio, le sigarette, che fuma in continuazione • Appassionato lettore, predilige su tutti Charles Bukowski, ma ama anche John Fante e Mario Vargas Llosa e, soprattutto da quando frequenta Napoli, Erri De Luca e Maurizio De Giovanni • Convintamente di sinistra: «Renzi mi pare uno che fa le stesse cose di Berlusconi, o quasi. Mio nonno era partigiano e mio padre operaio: come faccio a votare Renzi? Però neanche voto 5 Stelle: non ce la faccio» • Sposato, senza figli • «Ho scelto come mestiere l’unico che avrei fatto gratis».