5 settembre 2018
Tags : Pier Carlo Padoan
Biografia di Pier Carlo Padoan
Pier Carlo Padoan
(Pietro Carlo P.), nato a Roma il 19 gennaio 1950. Economista. Ministro
dell’Economia e delle Finanze nel governo Gentiloni (dal 12 dicembre 2016) e
nel precedente governo Renzi (2014-2016) • Nato a Roma da una famiglia piemontese con ascendenze venete, dopo aver
trascorso parte dell’adolescenza in Canada tornò nella città natale, dove si
laureò in Economia internazionale alla Sapienza. «Legato al Partito comunista,
nel 1975, a 25 anni, pubblica su Critica marxista un articolo in cui attacca,
da sinistra, le politiche keynesiane. Pochi anni più tardi, insieme ad altri
colleghi, scrive il saggio Afferrare
Prometeo in cui cerca di indicare una terza via tra capitalismo e
socialismo. Prosegue la sua carriera nell’ateneo della capitale, dove diventa
ordinario di Economia. Con gli anni, il rosso acceso della gioventù si attenua:
è l’esempio del laburista britannico Tony Blair ad attirare la sua attenzione.
Nel 1998 escono Proposte per l’economia
italiana, un pamphlet a firma di Pier Carlo Padoan, Nicola Rossi e Marcello
Messori, chiamati velenosamente nel Pds di allora i “blairiani alle vongole”.
La prefazione è di Massimo D’Alema, che proprio quell’anno chiama a Palazzo
Chigi il professore come consulente economico, una carica che mantiene anche
sotto il successore Giuliano Amato, insediatosi alla guida del governo nel
2000. […] Nel 2001, finita l’esperienza di governo, Padoan viene nominato alla
guida della Fondazione Italianieuropei, il noto think tank di cultura politica di D’Alema. Parallelamente decolla
la carriera negli organismi internazionali con l’incarico, dal 2001 al 2005, di
direttore esecutivo italiano al Fondo monetario internazionale (Fmi), anche per
conto di Grecia, Portogallo, San Marino, Albania e Timor Est. Nel 2007 diviene
vice segretario generale dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo
economico (Ocse), e due anni più tardi assume le funzioni anche di capo
economista. […] Nel 2013, Enrico Letta lo nomina alla guida dell’Istat. […] Con
l’arrivo di Matteo Renzi a Palazzo Chigi, Padoan torna in pole per il dicastero
di via XX Settembre, che viene chiamato a guidare nel febbraio 2014» (Cecilia
Scaldaferri). Alla caduta di Renzi fu inizialmente indicato da numerosi
commentatori come suo possibile successore, per mantenere poi il medesimo
dicastero anche all’interno del governo Gentiloni. Nel gennaio 2018 ha aderito
al Pd, dichiarando la sua disponibilità a candidarsi alle elezioni politiche • «Epico lo scontro intellettuale ai tempi
dell’Ocse con il premio Nobel Paul Krugman, neo-keynesiano, che lo accusava di
essere un “cheerleader” del rigore e di aver sbagliato tutte le previsioni»
(Marco Damilano e Paola Pilati) • Sposato, due figlie: Eleonora, economista
approdata alla Cassa depositi e prestiti, e Veronica, ricercatrice per
Ires-Cgil impegnata nella lotta al caporalato nel Mezzogiorno • Romanista
verace. «Uno che se la Magica perde male è capace di non dormire la notte e
spegne la tv se nella stessa stanza a guardare la partita c’è un laziale»
(Antonio Satta) • Intervistato
da Aldo Cazzullo per il Corriere della Sera, ha definito il suo rapporto con
Renzi «molto interessante, faticoso, stimolante. Sempre dialettico. In alcuni
casi il governo prese decisioni che io avrei preso in modo diverso. Io avrei
tagliato prima le tasse alle imprese, in modo che assumessero. Ma Renzi disse:
no, siamo in una fase recessiva, dobbiamo sostenere le famiglie; e impose gli
80 euro. Devo riconoscere che aveva ragione lui. Eravamo in disaccordo sul
rapporto deficit/Pil: lui voleva lasciarlo invariato, io volevo diminuirlo; e
quella volta prevalse la mia posizione. Su quasi tutto abbiamo avuto una
discussione molto franca. Eravamo d’accordo su una cosa fondamentale: la
strategia di fare le riforme. Renzi ha dato molto al Paese, Gentiloni sta dando
molto in condizioni differenti. Per quanto possa essere malignamente
interpretato, mi trovo bene con tutti e due. Del resto, ho avuto esperienza con
capi impegnativi. All’Ocse avevo Gurría, un vulcanoide. Al Fondo monetario il
mio capo era Tremonti: e ho detto tutto».