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 2018  settembre 05 Mercoledì calendario

Biografia di Toni Servillo

Toni Servillo (Marco Antonio S.), nato ad Afragola (Napoli) il 25 gennaio 1959. Attore teatrale e cinematografico. Regista teatrale Secondo di quattro fratelli (il fratello minore, Peppe, è il cantante della Piccola Orchestra Avion Travel), cresciuto in una famiglia piccolo-borghese appassionata di cinema e di teatro, iniziò a recitare da bambino all’oratorio salesiano. Completamente autodidatta, debuttò a teatro alla vigilia della maturità con Le visioni di Simone Machard di Bertolt Brecht, per poi partecipare alla fondazione del Teatro Studio di Caserta. Iscrittosi alla facoltà di Psicologia alla Sapienza di Roma, l’abbandonò per dedicarsi completamente alla recitazione: «Al secondo anno, mi presentai a un esame piuttosto stanco. Il professore, che era un sacerdote, se ne accorse e me ne chiese il motivo. Mi vergognavo a dire che avevo fatto le prove di uno spettacolo fino a tardi, ma alla fine confessai: “Faccio l’attore”. E lui: “Allora smetta con questi studi, perché le ingombrano lo spirito”. Era un buon consiglio: se avessi conosciuto a fondo i meccanismi psicologici, ne sarei diventato un portatore didascalico in scena» (a Stefania Rossini). Nel 1986 si avvicina «al gruppo Falso Movimento e quindi al regista Mario Martone, con cui fonda i Teatri Uniti, di cui è attualmente direttore artistico. È a Martone che si deve il suo debutto cinematografico nel 1992 con il film Morte di un matematico napoletano con Anna Bonaiuto, Carlo Cecchi, Renato Carpentieri, Licia Maglietta e Vincenzo Salemme. Cui seguiranno Rasoi (1993), Teatro di guerra (1998) e Noi credevamo (2010). Ma continua comunque a preferire il teatro, partecipando a spettacoli come Adda passà ’a nuttata (1989) e L’impero della ghisa (1991), entrambi di Leo de Berardinis, e travolgendo il pubblico con Sabato, domenica e lunedì (2005) di Eduardo De Filippo, autore che lui considera dall’inizio della sua carriera il suo vero mentore e maestro. Passato al Teatro dei Mutamenti di Antonio Neiwiller, continuerà il suo percorso cinematografico con Antonio Capuano in un episodio di I vesuviani (1997) e in Luna rossa (2001). Molto amato da Paolo Sorrentino, vestirà per lui prima i panni scomodi di un cantante posto fra Franco Califano e Fred Bongusto in L’uomo in più (2002, con candidatura al David e ai Nastri d’Argento come miglior attore protagonista), e poi quelli dell’insonne e drogato Titta De Girolamo in Le conseguenze dell’amore (2004). […] L’Italia del cinema gli offre i suoi premi più prestigiosi: il David di Donatello e il Nastro d’Argento come miglior attore protagonista, seguito da una candidatura all’Audience Award. Replica di successi anche per Il divo (2008), sempre di Sorrentino, dove deforma il suo aspetto in quello del senatore Giulio Andreotti, e per il giallo La ragazza del lago (2007). […] Nel 2008, dà altre notevoli performances sul grande schermo con Gomorra di Matteo Garrone, interpretando Franco, imprenditore nel settore dello smaltimento dei rifiuti tossici, e in alcuni film di Elisabetta Sgarbi. […] Il 2011 inizia sotto la direzione di Andrea Molaioli ne Il gioiellino, mentre l’anno successivo lo vede impegnato in due film d’autore presenti alla Mostra del Cinema di Venezia: Bella addormentata di Marco Bellocchio, ispirato alla vicenda di Eluana Englaro, e il drammatico film di Daniele Ciprì È stato il figlio, ambientato nei quartieri degradati di Palermo» (Fabio Secchi Frau). Il successo internazionale esplose con la sua interpretazione di Jep Gambardella, il disincantato e mondano giornalista protagonista de La grande bellezza di Sorrentino (2013): la pellicola valse al regista il premio Oscar per il miglior film straniero, e a Servillo il quarto David di Donatello e il secondo European Film Award. Tra gli ultimi film, i drammatici-thriller Le confessioni di Roberto Andò e La ragazza nella nebbia di Donato Carrisi, e la prima commedia, Lasciati andare di Francesco Amato; molto atteso, nel 2018, Loro di Sorrentino, in cui Servillo veste i panni di Silvio Berlusconi. Tra gli ultimi successi teatrali, Le voci di dentro di Eduardo De Filippo (con il fratello Peppe) ed Elvira di Louis Jouvet, per i quali Servillo ha curato anche la regia Sposato dal 1990 con l’attrice Manuela Lamanna, due figli (Eduardo e Tommaso) Si definisce «attore militante», perché «milita», anzitutto e costantemente, nel teatro. «Io mi ritengo un interprete nella misura in cui cerco di risollecitare i valori emotivi e intellettuali di un testo per restituirli vivi in quel magnifico triangolo che si crea ogni volta tra l’attore, il testo e il pubblico. La mia fedeltà non è museale, non è timida. È come quella dei grandi direttori di orchestra che si misurano con una sinfonia di Beethoven facendola propria, non però fino al punto da sconcertare il pubblico. Ma è anche come quella di un artigiano che, sera dopo sera, ha come materia il testo, il corpo, il contatto con le proprie emozioni profonde e il modo con cui governa le relazioni di quindici persone che stanno insieme per anni. La mia compagnia condivide con me la consapevolezza che il teatro è rimasto il solo luogo, insieme alla poesia, che ha al centro la parola come necessità. Ritengo le repliche più importanti delle prove. Più si replica, più il teatro diventa un percorso di conoscenza».