5 settembre 2018
Tags : Gian Piero Gasperini
Biografia di Gian Piero Gasperini
Gian Piero
Gasperini, nato a Grugliasco (Torino) il 26 gennaio 1958. Allenatore.
Attualmente, tecnico dell’Atalanta (dalla stagione 2016/2017). Ex calciatore • Cresciuto (per volontà del padre, juventino)
nelle giovanili della Juventus, con Paolo Rossi e Sergio Brio, e poi – dopo il
diploma da ragioniere – ceduto dapprima in prestito alla Reggiana e
definitivamente al Palermo. Si dimostrò un discreto centrocampista in serie B e
in C1, trascorrendo anche due stagioni nella massima serie con il Pescara, tra
il 1987 e il 1989, per concludere la carriera da calciatore nel 1993 dopo due
stagioni alla Vis Pesaro. «A 35 anni
sei giovane come uomo, ma non giovanissimo per affrontare alcune attività. Il
mio desiderio era allenare i ragazzini per trasmettere loro la mia passione di
giocare a calcio. Andavo a Milano per fare il promotore finanziario: avevo
realizzato un discreto portafoglio, e dovevo fare delle scelte però, e avevo
l’incubo dell’indice Mib. A un centro punto ho scelto il calcio. Sono partito
coi bambini di 11 anni, ma mi appassionava. Nel frattempo continuavo a
studiare, e poi ho fatto tutte le categorie fino alla Primavera» (a
Paolo Condò). «Il primo grande successo della carriera da allenatore del Gasp è
arrivato proprio alla guida della Primavera della Juventus, che nel 2003 si è
aggiudicata il Torneo di Viareggio battendo in finale lo Slavia Praga. In
quella squadra c’erano Palladino, Gastaldello, Paro e Cassani, calciatori
plasmati dal metodo Gasperini e che, chi più chi meno, hanno avuto una buona
carriera in serie A. Da Torino a Crotone, nonostante la distanza geografica, il
passo è stato breve, ed il tecnico ha subito dimostrato la sua capacità di
migliorare le squadre che allena, portando i calabresi in Serie B. Poi c’è
stato il Genoa, quattro anni di amore e di entusiasmo, con tanto di
qualificazione in Europa League, terminati però con un esonero improvviso.
Eppure per Gasperini arriva la grande occasione, la panchina dell’Inter, che
dopo il Triplete e la pessima esperienza con Benítez vuole ripartire con
slancio. Qualcuno avrebbe però dovuto spiegare alla Pinetina che solitamente le
squadre del Gasp soffrono all’inizio di una specie di crisi di rigetto, che le
porta a risultati non esattamente entusiasmanti nelle prime partite di
campionato. Ma all’Inter […] dopo quattro partite il tecnico viene licenziato, e
si stabilisce un poco apprezzabile primato: Gasperini è l’unico allenatore
(traghettatori esclusi) della storia nerazzurra a non aver vinto neanche una
partita in carica» (Francesco Cavallini). Dopo un anno al Palermo concluso con
un nuovo esonero, il ritorno al Genoa, dove trascorre altri tre anni, ottenendo
buoni risultati (tra cui, il 7 dicembre 2014, l’1-0 contro il Milan con cui
conquista la centesima vittoria sulla panchina dei rossoblù). Nel 2016 il
passaggio all’Atalanta, dove ha dato subito ottima prova di sé, concludendo la
prima stagione con il quarto posto in classifica e la qualificazione diretta ai
gironi di Europa League, e ottenendo dal presidente Percassi l’allungamento del
contratto fino al 2022 •
Sposato con una sua ex compagna delle superiori (Cristina Pontoni, oggi
insegnante di educazione fisica), due figli • «In Italia vige questa regola: la tecnica si affina nel settore
giovanile e la tattica nella prima squadra. Invece bisogna pensare al calcio in
maniera complessiva e bisogna allenare tutto, l’aspetto tecnico, quello tattico
e quello fisico. Sempre» (ad Antonio Maglie). «Siamo stati troppo a parlare di
arbitri e schemi, ora si analizza tutto ma abbiamo perso la valutazione. Non
posso fare esempi, ma ci sono giocatori forti solo mediaticamente, magari
difesi dalla scusa “È fuori ruolo”. Mio padre aveva un criterio semplice per
giudicare i giocatori: “È bun” o “Non è bun”. Semplice, però non si sbagliava
mica tanto…» (a Luca Bianchin).