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 2018  settembre 05 Mercoledì calendario

Biografia di Gene Hackman

Gene Hackman (Eugene Allen H.), nato a San Bernardino (California) il 30 gennaio 1930. Attore. Scrittore «A 16 anni abbandona la scuola e, mentendo sull’età, entra nei Marines, dove si specializza come operatore radiofonico. Dopo il congedo studia giornalismo e produzione tv all’Università dell’Illinois. Quindi si sposta a New York, dove, a trent’anni, gioca la carta cinema. È il più anziano studente dei corsi di recitazione della Pasadena Playhouse School. Lì fa amicizia con Dustin Hoffman, e nessuno osa predire ai due un buon futuro nello spettacolo. Nonostante ciò, Hackman conquista una importante apparizione nel film Lilith, la dea dell’amore (1964), in cui l’attore protagonista è Warren Beatty. Che resta impressionato dalla performance di Gene e ne favorisce l’inserimento nel cast di Bonnie e Clyde di Arthur Penn (1967). Il film è un successo, e l’interpretazione di Hackman nel ruolo di Buck Barrow, fratello maggiore del gangster Clyde, si guadagna la nomination come migliore attore non protagonista. Da quel momento Hackman si dimostra caratterista talmente formidabile da assurgere ben presto a protagonista, esibendo, film dopo film, una capacità unica di rendere “veri”, emotivamente e fisicamente, i personaggi cui dà vita. Nel 1970 ottiene un’altra nomination col film Anello di sangue. La consacrazione arriva nel 1972, quando Gene vince l’Oscar come miglior attore protagonista per la straordinaria forza data al personaggio dell’agente della narcotici Popeye Doyle nel Braccio violento della legge di William Friedkin. Seguono La conversazione di Francis Ford Coppola (1974), il delizioso cameo del cieco che incontra il “mostro” in Frankenstein Jr. di Mel Brooks (1974). Ruoli diversi per umore e caratteristiche, ma sempre resi al limite del perfezionismo. Hackman è il malfattore Lex Luthor in Superman del 1978 e anche negli episodi della saga del 1980 e 1987. Nel 1988 colleziona l’ennesima nomination come attore protagonista per il ruolo di un sanguigno agente dell’Fbi nel drammatico Mississippi Burning di Alan Parker. Anche negli anni ’90 Gene alterna ruoli da protagonista (Rischio totale, 1990, Conflitto di classe, 1991) a ruoli di supporto. Ed è proprio nelle vesti dello sceriffo Little Bill Daggett, la cui ambiguità è dipinta con grande maestria da Hackman nel film Gli spietati di Clint Eastwood, che l’attore vince il secondo Oscar nel 1993 [come miglior attore non protagonista – ndr]» (Paolo Gallori). «Altre pellicole da non dimenticare sono: Cartoline dall’inferno (1990) di Mike Nichols, con Meryl Streep e Shirley MacLaine; Il socio (1993) di Sydney Pollack, al fianco di Tom Cruise; Pronti a morire (1995) di Sam Raimi, insieme a Leonardo DiCaprio e Russell Crowe; Allarme rosso (1995) di Tony Scott, con Denzel Washington; Potere assoluto (1997) di Clint Eastwood e Nemico pubblico (1998) ancora di Tony Scott, con Will Smith. Nel nuovo millennio l’abbiamo visto all’opera ne I Tenenbaum (2001) di Wes Anderson; Il colpo (2001) di David Mamet; Behind Enemy Lines – Dietro le linee nemiche (2001) di John Moore; La giuria (2003) con John Cusack. Nel 2004 recita nella commedia Due candidati per una poltrona di Donald Petrie, interpretando un presidente degli Stati Uniti in pensione che si lancia in una nuova avventura politica e personale» (Silvia Caputi). Quello stesso anno l’attore annunciò la propria intenzione di ritirarsi dalle scene, scelta poi confermata nel 2008 («Guardare me stesso, quel vecchio con gli occhi stanchi, mi è insopportabile»). Negli ultimi anni si è dedicato quasi esclusivamente alla scrittura, dando alle stampe tre romanzi storici composti insieme all’archeologo subacqueo Daniel Lenihan e altri due libri – un western e un poliziesco – redatti interamente di suo pugno • Due mogli, tre figli dal primo matrimonio • «Con Gene Hackman andavamo insieme a lezione di recitazione. […] Io lavoravo come cameriere e lui faceva il facchino. Gene aveva una forza bestiale: portava frigoriferi sulle spalle su e giù per sei piani senza ascensore. La sera, nel minuscolo appartamento che condividevamo con lui e sua moglie, mettevamo una tavola sulla vasca da bagno, che era in cucina, e io ci dormivo sopra. Un giorno Gene mi presentò a Robert Duvall, altro sfigato, e trovò il modo per farmi sloggiare di casa. […] Noi tre, Gene, Bob e io eravamo i più brutti della scuola, nessuno avrebbe mai scommesso su di noi. Quello che è successo è stato un miracolo. Siamo venuti fuori alla distanza, intorno ai 30 anni. La gavetta è stata dura, ma in compenso siamo stati costretti a fare tanto teatro, cosa che certamente aiuta» (Dustin Hoffman a Silvia Bizio) • «Gli Oscar? Saranno in chissà quale scatolone, in qualche cantina. A casa mia non c’è nulla che ricordi lo show business. Mi correggo: attaccato alla parete del mio studio c’è un poster di Errol Flynn, per cui ho sempre avuto un debole».