5 settembre 2018
Tags : Vasco Rossi
Biografia di Vasco Rossi
Vasco Rossi, nato a Zocca (Modena) il 7 febbraio 1952. Cantautore. 17
album registrati in studio e 10 dal vivo, 5 raccolte. Oltre 35 milioni di copie
vendute. Tre vittorie al Festivalbar,
una Targa Tenco, un Nastro d’argento alla migliore canzone originale, una
laurea honoris causa in Scienze della
comunicazione dalla Iulm di Milano • Figlio unico di un camionista e di una
casalinga appassionata di musica, debuttò a 13 anni a Modena al concorso
«Usignolo d’oro», con il brano Come nelle
fiabe. «Vincerà con il punteggio massimo, e il suo nome finirà per la prima
volta sui giornali. Ma facciamo un salto in avanti: Sanremo 1982. Quando
partecipa per la prima volta al Festival con Vado al massimo, in pochi fuori dai confini dell’Emilia-Romagna lo
conoscono. Eppure, a partire dalla vittoria a quello Zecchino d’oro di provincia, non aveva smesso neppure per un
secondo di fare musica. Intorno ai 14 anni aveva fondato la sua prima band, i
Little Boys, a 16 aveva cominciato a comporre canzoni, a suo dire tutte
orrende. E più o meno alla stessa età suonava la chitarra in un’orchestra di
liscio. Nel 1973 aveva organizzato la sua prima messa rock (che sarebbe rimasta
l’unica nonostante il grande successo), due anni dopo aveva fondato una delle
prime emittenti libere, Punto Radio (che fu venduta al Partito comunista nel
1979 per ripianare i 70 milioni di lire di debiti accumulati), e aperto una
discoteca con un gruppo di amici. Nel frattempo studiava all’università –
Economia e commercio e poi Pedagogia – e leggeva: testi di filosofia,
psicanalisi, teatro. […] Insomma, parecchia roba prima ancora di arrivare al
1977, l’anno del suo primo 45 giri Jenny/Silvia
(pubblicato dall’etichetta Borgatti, specializzata in liscio) e della prima
esibizione pubblica di cui ci sia traccia, il 16 giugno all’istituto superiore
Corni di Modena. Probabilmente una festa di Punto Radio. […] Nessun dubbio,
invece, sul debutto ufficiale: in piazza Maggiore a Bologna, nel maggio del
1979. A proporgli il concerto era stato l’impresario Bibi Ballandi, che da poco
aveva cominciato a lavorare nell’agenzia del padre e che lo conosceva come dj.
[…] L’anno precedente era uscito il suo primo album, Ma che cosa vuoi che sia una canzone, con dentro un brano come La nostra relazione. Seguito, nel 1979,
da Non siamo mica gli americani. Tra
le tracce del 33 giri, Albachiara. In
pochi se lo ricordano, ma Vasco era già Vasco allora: Anima fragile, Non l’hai mica
capito, Siamo solo noi (singolo e
album) e molte altre canzoni “leggendarie” le ha scritte tra il 1977 e il 1981.
A spingerlo a incidere dischi era Gaetano Curreri dei futuri Stadio. Vasco, in
realtà, non ne aveva nessuna voglia. Mentre a Bibi Ballandi si deve il primo
passaggio in tv all’Altra domenica di
Renzo Arbore con la canzone (Per quello
che ho da fare) faccio il militare. Arbore fu uno dei primi a credere in
lui: “Ecco un nuovo Battisti, ma diverso”. A proposito, per chi non se lo ricordasse,
pur di evitare la leva Vasco si autodenunciò come farmaco-dipendente.
Amfetamine, nello specifico. Per dirla con parole sue, “piuttosto che buttare
via un anno ho preferito sputtanarmi”. Nonostante quello di piazza Maggiore
fosse stato un concerto improvvisato con un gruppo messo su in fretta e furia,
il successo fu immediato. E così, Vasco e la sua band continuano a suonare. Si
esibiscono alle Feste dell’Unità, nelle bocciofile, anche in locali semivuoti.
[…] Vasco elimina i lenti dalla scaletta per evitare possibili contestazioni –
in quegli anni piuttosto frequenti – e tira avanti. Il divertimento e le
ragazze non mancano. […] Il numero di concerti e il pubblico crescono anno dopo
anno. Una progressione lenta. Inframmezzata da alcune svolte. La prima nel
1983. L’allora organizzatore di Sanremo Gianni Ravera gli chiede di partecipare
di nuovo al Festival. Vasco porta Vita
spericolata, si piazza penultimo (l’anno prima era arrivato ultimo), ma il
45 giri vende bene. E, poi, lo stesso anno c’è la vittoria al Festivalbar con Bollicine. Quando viene arrestato per detenzione di cocaina nel
1984, Vasco ha già pubblicato sei album, uno all’anno. Non che non sia famoso.
Eppure, in quegli anni, l’idea di poter radunare decine di migliaia di persone
ai concerti è inconcepibile per qualunque artista italiano. […] È il suo
manager di allora, Enrico Rovelli, nel 1989, a proporgli di tentare, per
l’estate successiva, gli stadi: San Siro a Milano e il Flaminio a Roma. […]
Quell’anno a Milano arrivano in 70 mila, 45 mila a Roma. Si calcola che, in
questi 40 anni, Vasco abbia radunato 20 milioni di persone» (Enrica Brocardo) •
Clamoroso successo, il 1° luglio 2017, per il concerto-evento «Modena Park
2017», allestito al parco Enzo Ferrari di Modena per celebrare i suoi 40 anni
di carriera: oltre 220 mila biglietti venduti, primato mondiale di spettatori
paganti per un singolo concerto • Tra le ultime uscite discografiche, l’album
in studio Sono innocente (2014), la
raccolta VascoNonStop (2016) e la
registrazione del concerto del quarantennale, Vasco Modena Park (2017) • Il soprannome «Blasco», immortalato
nella canzone Blasco Rossi (1987), si
deve alla nonna di una sua amica, che una notte, avendo a lungo atteso che la
nipote rincasasse, al suo ritorno le gridò: «Per me tu sei stata fuori con la combriccola del Blasco Rossi!». Altro
soprannome: Komandante • Molte relazioni sentimentali; storica quella
con Laura Schmidt, sua compagna dal 1987 e moglie dal 2012. Tre figli maschi:
due da altrettante donne e un terzo dalla Schmidt • «Io ero programmato per
morire giovane, come ogni rockstar che si rispetti. Al massimo a 35 anni. Io
facevo solo quello: scrivevo canzoni e facevo concerti. Tutto quello che stava
intorno non mi interessava. Ed ero pronto a morire sull’altare del rock’n’roll.
Poi mi son ritrovato vivo. Ed è stata durissima. […] E allora, dopo la vita
spericolata, mi son trovato lì a cercare di capire che cazzo fare. Ho passato
due anni a non riuscire a scrivere canzoni. Poi, come un miracolo, in una notte
ho scritto una decina di canzoni – Lunedì,
Domenica lunatica… Mi son messo a
giocare e scherzare e sono uscite le canzoni nuove. Ho dovuto ritrovare la
voglia di scrivere per gioco. Io scrivo le canzoni per gioco, faccio i dischi
per scherzo, poi salgo sul palco e faccio sul serio» (a Massimo Coppola).