5 settembre 2018
Tags : Ada Colau i Ballano
Biografia di Ada Colau i Ballano
Ada Colau i Ballano, nata a Barcellona il 3 marzo 1974 (44 anni). Politico. Sindaco di Barcellona dal giugno del 2015) • «Vengo da una famiglia popolare, in casa abbiamo sofferto la povertà. Quando sei povera i soldi ti mancano per vestirti, per prendere la metro, perché i tuoi amici escono e tu non puoi. Da ragazza, quando ne avevo, li spendevo nei libri. […] Da piccola li nascondevo in cima all’armadio. Sono la prima di quattro sorelle, con molta distanza dalla seconda. Dormivamo nella stessa stanza, io in alto nel letto a castello. Da lì toccavo la cima dell’armadio e ci nascondevo le mie cose: qualche cibo, i quaderni. Era il mio rifugio segreto, quando avevo bisogno di stare da sola. Ero molto timida, allora. Mi vergognavo di essere diversa dagli altri» (a Concita De Gregorio). Tra i libri fondamentali per la sua formazione, una biografia di Simone de Beauvoir, letta a 14 anni. Appassionata di politica e di questioni sociali, iniziò da adolescente a collaborare con Amnesty International e con altre organizzazioni di volontariato. «Negli anni ‘90 si mobilita contro la prima Guerra del Golfo, poi frequenta i collettivi studenteschi dell’Università di Barcellona [in quanto iscritta alla facoltà di Filosofia, poi abbandonata anzitempo – ndr]. […] Per lei una breve parentesi Erasmus a Milano che le permette di familiarizzare con l’italiano. Con il movimento No Global inizia la sua militanza a tempo pieno e, dopo il G8 di Genova 2001, si fa promotrice a Barcellona dei primi cortei pacifisti contro le guerre preventive di Bush. […] È fronteggiando il dramma abitativo che diventa una leader di movimento conosciuta tanto da essere considerata dalle istituzioni “un soggetto pericoloso”. La crisi spagnola è stata causata dallo scoppio di una doppia bolla speculativa, e questo perché il settore creditizio e quello immobiliare erano cresciuti in maniera abnorme. Ovunque si sono diffusi i pignoramenti delle case, come un’epidemia. Con famiglie, impossibilitate a pagare la rata del mutuo, finite in mezzo ad una strada da un giorno all’altro. […] Per fronteggiare il problema abitativo nasce, come risposta, la “Plataforma de Afectados por la Hipoteca” (Pah, Piattaforma delle vittime dei mutui), un movimento sociale apartitico che dal 2011 s’intreccerà con gli indignados e si opporrà agli sfratti con picchetti, trattative con le banche e proteste. La leader, indiscussa, sarà proprio Ada Colau: si rende protagonista di picchetti antisfratto, manifestazioni e innumerevoli azioni contro le banche, tanto da essere più volte denunciata. […] Nel 2011 è il turno del 15M e degli indignados. Ada Colau attraversa quelle proteste. […] Una volta diminuite le assemblee di quartiere, la Pah diventa un punto di riferimento della lotta, così come le mareas (“maree”). Gruppi di persone autorganizzate per vertenze in specifici settori. Ancora una volta, Ada Colau svetta per la sua popolarità e per le sua capacità comunicative ed aggregative. Fino alla decisione di candidarsi a sindaco di Barcellona, sostenuta in primis da Podemos. “Troviamo strategicamente fondamentale sostenere movimenti e comitati civili”, spiegava Pablo Iglesias al congresso del partito, giungendo al punto di non presentare propri candidati e simboli. Così intorno ad Ada Colau è stato possibile formare una lista civica che si è messa in rete con altre esperienze di autogoverno nate in diverse città spagnole. […] Un programma scritto dal basso attraverso affollate assemblee nei quartieri e l’utilizzo della rete. Vera esperienza di tecno-politica. E senza alcun grande finanziatore alle spalle, né le tanto odiate banche: trasparenza e crowdfunding, i pilastri per una nuova politica. […] Nei comizi finali la sorpresa della visita di Pepe Mujica, l’ex presidente “guerrigliero” dell’Uruguay, che ha elogiato la sua candidatura. L’occupante di case diventa sindaca. Senza rinnegare nulla. Senza cambiare» (Giacomo Russo Spena). Vittoria molto relativa, in realtà: alle elezioni del 24 maggio 2015, infatti, la sua formazione, Barcelona en Comú, ottenne il 25,21% dei voti, pari a 11 consiglieri su 41, appena uno in più di quelli guadagnati, con il 22,75% dei voti, dal partito di centrodestra Convergenza e Unione guidato dal sindaco uscente Xavier Trias. «Le maggioranze politiche le costruiamo in base agli obiettivi. […] Certo, non è facile. […] Però, Barcelona en Comú, facendo campagne sociali e ora dal governo, ha già cambiato l’ordine del giorno e la storia della città: il contrasto alle ingiustizie sociali e alle asimmetrie di potere si collocano come dorsali dell’agenda politica. E ancora, il governo della città ha incoraggiato il dibattito e l’azione contro la riapertura dei Cie; Barcellona si è dichiarata città ospitante e una base logistica di accoglienza e sostegno per i rifugiati». Molto meno accogliente, invece, verso il «turismo selvaggio», per scoraggiare il quale la Colau ha penalizzato il settore alberghiero, proclamando: «Non vogliamo fare la fine di Venezia». Sulle istanze indipendentiste della Catalogna non ha assunto una posizione netta, auspicando, prima e dopo lo svolgimento dell’illegittimo referendum del 1° ottobre 2017, una «soluzione politica» tra Madrid e Barcellona per la «costruzione di nuovi scenari di autogoverno che ci diano più democrazia», e invocando a più riprese la mediazione dell’Europa • Sposata, due figli. Dichiaratamente bisessuale, ha detto di aver avuto una relazione omosessuale di due anni, «molto importante», con un’italiana, conosciuta nel periodo dell’Erasmus • «Un’organizzazione sociale produce un’altra realtà: bisogna scommettere su questo e, come diceva Italo Calvino, dargli tutto lo spazio possibile per dimostrare che un’altra maniera di fare politica è possibile. Se non ci crediamo, di sicuro non avviene».