5 settembre 2018
Tags : Michael O’Leary
Biografia di Michael O’Leary
Michael O’Leary, nato a Mullingar (Irlanda) il 20 marzo 1961 (57 anni). Dirigente d’azienda. Attualmente, amministratore delegato di Ryanair (dal 1994). Secondo la classifica Forbes aggiornata al 6 marzo 2018, detentore di un patrimonio netto di 1,1 miliardi di dollari, che ne fa il sesto uomo più ricco d’Irlanda e il 1.999° più ricco del mondo • Secondo dei sei figli di una casalinga e di un imprenditore. «Fino al diploma i suoi risultati scolastici non brillano, ma già prima di laurearsi in Business al Trinity College di Dublino, una delle scuole più prestigiose d’Irlanda, riesce ad accumulare denaro, risparmiando sulla paghetta paterna e arrotondando come barista. Terminati gli studi, vuole guadagnare più denaro possibile. Nel 1983 però l’Irlanda dava poche opportunità ai neolaureati, e l’unica chance di stipendio gli viene da un posto come contabile in una grande azienda. L’impiego gli dà l’opportunità di conoscere Tony Ryan, un cliente che in 10 anni scarsi aveva costruito un piccolo impero, noleggiando aerei alle compagnie di bandiera. A O’Leary bastano pochi consigli su come risparmiare sulle tasse per farsi notare dall’uomo d’affari, ma il momento non è ancora quello giusto. Lasciato il posto fisso, si mette in proprio con un’edicola [in realtà, una catena di edicole – ndr]. “Aprivo alle 7 di mattina e chiudevo alle 11 di sera: così ho imparato come si gestisce un’impresa”. In tre anni incassa 250 mila euro. È a quel punto che bussa alla porta di Ryan che, due anni prima, aveva aperto una linea aerea concorrente alla compagnia di bandiera irlandese. Michael O’Leary, pur di essere assunto, si offre a stipendio zero: unico guadagno, il 5% degli introiti annuali incassati grazie al suo lavoro. Il suo compito: scoprire perché la linea aerea fosse in perdita costante malgrado l’aumento dei passeggeri. […] Per i primi due anni O’Leary si butta a capofitto sui libri contabili. E la sua prima mossa è strategica: elimina tutti i costi più salati, dall’intero dipartimento marketing alle polizze assicurative. Diminuiti fino al 25% gli stipendi dei piloti, rinegoziati i contratti delle forniture di carburante… Nel 1991, diventa direttore finanziario della compagnia e ottiene la promessa, da parte di Ryan, del 25% dei guadagni che la compagnia fosse stata in grado di incassare oltre i 2,5 milioni di fatturato. Ma nemmeno il suo impegno è sufficiente a risolvere tutti i problemi. Durante un viaggio negli Usa, scopre che la Southwest Airlines intascava decine di milioni di dollari con i suoi voli low cost: un modello di business che O’Leary, una volta sul posto, osserva con attenzione. E scopre che gli aerei Southwest scelgono scali secondari, restando a terra solo per mezz’ora, rispetto agli altri che si fermano un’ora e mezza. Veloce anche il check-in dei passeggeri, spediti a bordo senza numero di sedile. Una formula semplice e replicabile in Europa. Tornato in Irlanda, O’Leary riesce a dimostrare in soli tre mesi che prezzi più bassi rispetto alla concorrenza incrementano in modo sensibile gli affari. Il momento, poi, è quello giusto, perché nel 1993 la deregulation europea offre una nuova chance agli operatori: vendere biglietti per ogni destinazione a prezzi liberi. […] Per contrastare la concorrenza, O’Leary potenzia la flotta con un nuovo aereo dotato di più posti passeggeri. Altra trovata: la possibilità di acquistare tariffe ridotte con un solo giorno di anticipo rispetto al viaggio, in confronto ai tradizionali 14 di tutte le compagnie. L’innovazione è epocale, tale da far raggiungere oltre un milione di passeggeri a una compagnia che si limitava ai collegamenti tra Irlanda e Gran Bretagna. E arriva un’altra trovata: la riduzione dei costi aeroportuali a carico della compagnia. Il rospo non è semplice da mandar giù per i dirigenti degli scali, ma il business di O’Leary dimostra che i clienti aumentano e, avendo risparmiato sul volo, sono disposti a spender soldi al duty free, nei ristoranti e nei parcheggi. A fine 1994 l’irlandese è già riuscito a strappare una compagnia aerea dalle paludi del fallimento portandola, in soli sei anni, a profitti plurimilionari. E, mentre i suoi sfidanti aprono e chiudono in poche stagioni, lui prosegue la sua avanzata in Europa, stipulando accordi con gli aeroporti secondari. Nel 1996 i suoi profitti personali raggiungono quasi 10 milioni di euro. Al 1997 risale una nuova rivoluzione: la diminuzione delle percentuali pagate agli agenti di viaggio per la vendita dei biglietti, portata dal 9 al 7,5%. Da allora Ryanair non si è più fermata» (Silvia Messa). In tutti questi anni, O’Leary «è rimasto sempre fedele ai princìpi cardine del suo modello: abbattere i costi per stracciare le tariffe e accrescere passeggeri e profitti, quindi aumentare la flotta e ridurre ancora i costi per fare altrettanto con le tariffe e accrescere ulteriormente passeggeri e profitti. Così facendo è passato in vent’anni da una flotta di 18 aerei, 3,6 milioni di passeggeri trasportati e 50 milioni di euro di profitti netti su 250 di fatturato a una flotta di 383 aerei nel marzo scorso [2017 – ndr], 126 milioni di passeggeri annui alla fine di agosto e 1,3 miliardi di euro di profitti netti su 6,6 di fatturato nell’ultimo esercizio» (Ugo Arrigo) • «Il successo non ha cambiato O’Leary. Vestiti sempre sportivi, linguaggio anche di più. Unico lusso: allevare cavalli purosangue e bestiame Angus nella sua tenuta di Mullingar, a ottanta chilometri da Dublino, dove vive con la moglie. Vizio che si ripaga grazie alla licenza di tassista con cui recupera sul tempo del commuting (il tragitto casa-ufficio) occupando le corsie preferenziali degli autobus della capitale. […] Un genio, spesso immorale. […] Qualche sua dichiarazione: “Per anni volare è stato il privilegio dei ricchi stronzi. Adesso è alla portata di tutti”. Gli agenti di viaggio? “Affanculo gli agenti di viaggio. Tirateli fuori dalle agenzie e sparategli”. Rimborsi? “Cos’è che non capite, quale voce non viene rimborsata? Semplice, non c’è nessun rimborso: capito, stronzi?”. Sulla concorrenza con British Airways: “Chi dice ‘Ammiriamo i nostri concorrenti’ dice cazzate. Ognuno vuol far sputare sangue all’altro. Noi a loro e loro a noi”» (Michele Neri) • Sposato, quattro figli • «Se potessi, farei pagare per respirare… Ma darei il biglietto gratis».