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 2018  settembre 05 Mercoledì calendario

Biografia di Andrew Wiles

Andrew Wiles, nato a Cambridge (Inghilterra) l’11 aprile 1953 (65 anni). Matematico. Premio Abel nel 2016 per la sua dimostrazione dell’ultimo teorema di Fermat. «Quando ho finito la dimostrazione dell’ultimo teorema di Fermat, ero naturalmente molto eccitato. Allo stesso tempo, ero però anche sollevato perché avevo concluso il lavoro e risolto il problema. Poi, è subentrata anche un po’ di malinconia. Avevo convissuto così a lungo con questo problema che sentivo di trovarmi di fronte a una svolta nella mia vita» (a Roberto Natalini e Rossella Panarese) •Figlio del teologo anglicano Maurice Wiles (1923-2005). «La matematica mi è sempre piaciuta: ricordo che fin da quando avevo sei o sette anni ero affascinato da cose come la somma degli angoli di un poligono regolare. Mi piaceva andare in biblioteca a guardare libri, e un giorno ho trovato I grandi matematicidi Eric Bell, dove ho letto la storia di Fermat» (a Piergiorgio Odifreddi). «La grande passione di Pierre de Fermat – nato nel 1601 in una cittadina della Linguadoca non lontano da Tolosa, di professione magistrato, stimato uomo politico – era la matematica. Spesso lo si descrive come un brillante dilettante, ma in realtà fu un matematico provetto, che eccelleva in tutti i campi della disciplina ed era in grado di tenere testa ai più eminenti scienziati dell’epoca, Cartesio compreso. Nelle sue Osservazioni su Diofanto– semplici appunti presi durante la lettura dell’Arithmeticadel grande matematico di Alessandria – Fermat asserì che non è possibile “scomporre un cubo in due cubi, o un biquadrato in due biquadrati, né in genere dividere alcuna potenza di grado superiore al secondo in due altre potenze dello stesso grado”, aggiungendo di avere anche “scoperto una mirabile dimostrazione” di questo fatto, che non poteva però essere contenuta nella ristrettezza del margine. È questo il problema di teoria dei numeri – noto come ultimo teorema di Fermat – che il “tolosano” ha lasciato in eredità ai matematici dei secoli successivi» (Claudio Bartocci). «“Trovai questo problema che era rimasto irrisolto per trecento anni. Non mi sembrava che i miei compagni di scuola avessero una cotta per la matematica, e perciò non ne parlai con loro. Ma avevo un insegnante che aveva svolto delle ricerche di matematica e che mi diede un libro sulla teoria dei numeri; quel testo mi offrì qualche indicazione su come iniziare ad affrontare il problema. Tanto per cominciare, lavorai con l’idea che Fermat non conoscesse la matematica molto più di quanto la conoscessi io”. Da allora Wiles non ha più abbandonato quel teorema, e, dopo gli studi in matematica a Oxford e Cambridge, nel 1982, divenne professore a Princeton negli Stati Uniti. Nel 1985 decise di dedicarsi completamente alla ricerca della dimostrazione dell’ultimo teorema di Fermat. Questo lavoro lo tenne isolato fino al 1992, quando ritenne di essere vicino al completamento della dimostrazione. Nel giugno del 1993, infatti, annunciò tre seminari al Newton Institute dell’Università di Cambridge, di cui l’ultimo, il 23 giugno, si svolse in un’aula colma di matematici entusiasti. La prima versione della dimostrazione conteneva però alcune gravi lacune, che costrinsero Wiles a ritornare al lavoro per avvalorare tutti i collegamenti deduttivi. Con il contributo del suo primo studente, Richard Taylor, Wiles giunse al superamento delle difficoltà dimostrando il teorema dopo più di un anno, il 19 settembre 1994. Solo nel 1998 la dimostrazione di Wiles dell’ultimo teorema di Fermat fu accettata ufficialmente dall’International Mathematical Union. […] La sua dimostrazione combina tre campi estremamente complessi della matematica, utilizzando strumenti di geometria algebrica, della teoria di Galois, della teoria delle curve ellittiche e delle forme modulari: un risultato che in molti reputano più importante dello stesso ultimo teorema di Fermat. […] Wiles aveva poco più di 40 anni quando ottenne il suo risultato e non poté vincere la medaglia Fields, premio riconosciuto ogni quattro anni a matematici che non abbiano superato l’età di 40 anni, in occasione del Congresso internazionale dei matematici. Ma nel corso degli anni al matematico britannico non sono di certo mancati riconoscimenti di ogni genere: Schock Prize e Prix Fermat nel 1995, Royal Medal britannica, Cole Prize della Ams e Wolf Prize nel 1996, premio speciale della International Mathematical Union (Imu) nel 1998» (Enzo Scasciamacchia). Nel 2016, il massimo riconoscimento in ambito matematico: il premio Abel, conferitogli dall’Accademia norvegese di scienze e lettere «per la sua sbalorditiva dimostrazione dell’ultimo teorema di Fermat attraverso la congettura di modularità per le curve ellittiche semistabili, con cui ha inaugurato una nuova èra nella teoria dei numeri». «Questo importante traguardo, coronato dal premio Abel, non ha fermato l’instancabile professor Wiles, che sta continuando a lavorare ad altri problemi irrisolti della matematica. Uno su tutti, la congettura di Birch e Swinnerton-Dyer, uno dei sette problemi del millennio» (Silvia Reginato). «Ci sono un altro paio di problemi sui quali sono molto concentrato e impegnato, ma niente potrà mai sostituire, per me, il teorema di Fermat. Risolverlo è stato il mio sogno di bambino» •Sposato, tre figlie •La sua vita e i suoi studi, oltre a essere stati oggetto di libri e documentari, sono diventati persino un musical, Fermat’s Last Tango(«L’ultimo tango di Fermat»), di Joshua Rosenblum e Joanne Sydney Lessner, che ha debuttato a Broadway nel 2001 •«Che cosa direi a un giovane per convincerlo a studiare matematica? Credo che per avere un’esistenza ricca di soddisfazioni si debba fare qualcosa che ci appassiona. Essere bravi in matematica aiuta, ma non basta. Vi deve piacere fare matematica. Farete parte di una comunità che esiste da migliaia di anni e potrete contribuire a un’impresa creativa che ha attraversato i secoli e accomunato civiltà diverse. Ma la vita è troppo breve per sprecarla in qualcosa di cui ci importa poco o nulla».