5 settembre 2018
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Biografia di Emma Marrone
Emma Marrone (Emmanuela M.), nata a Firenze il 25 maggio 1984 (34 anni). Cantante. Oltre un milione di dischi venduti • «Avrei dovuto chiamarmi Chiara. Poi però Chiara Marrone, “per gli amici Beige”, sarebbe stato fonte di prese in giro continue. Mia madre stava partorendo. E nessuno sapeva come chiamarmi. Alla fine fu proprio lei a decidere: Emmanuela, che in ebraico significa “Dio è con noi”. Viste le difficoltà del travaglio, infatti, se in quel momento non ci fosse stato un aiuto divino saremmo schiattate tutte e due» (ad Andrea Spinelli) • Prima dei due figli di Rosario, infermiere e musicista amatoriale, e Maria, casalinga, dopo un primo periodo trascorso a Sesto Fiorentino si trasferì con la famiglia ad Aradeo, in provincia di Lecce, terra d’origine dei genitori. «Ho cominciato così: un giorno ero nella mia cameretta e stavo cantando le mie preferite: Mina, Patty Pravo… Mio padre mi ha sentita e mi ha chiesto di esibirmi con una sua vecchia band, I Tulipani Neri. Avevo una decina d’anni. La voce era la stessa che ho adesso. Stesso timbro. Basso. Mi vergognavo molto. Ero un po’ sociopatica. Cantavo con le mani in tasca e la testa china, non guardavo mai il pubblico» (a Vittorio Zincone). «Io da piccola non volevo neanche fare la cantante. Non rientrava nei miei sogni. Mi immaginavo campionessa di ginnastica artistica. Ha fatto tutto mio padre. […] Poi i sorrisi della gente, gli applausi… e ci sono caduta dentro» (a Giuseppe Videtti). «Ho iniziato come corista; con il tempo ho scalato le posizioni della band fino a vedermi assegnati i pezzi più complicati: da Mina a Patty Pravo, fino a Vasco Rossi. Abbiamo cambiato una serie infinita di nomi, da Karadreon ai Tulipani Neri, infine H2O, perché ogni volta che andavamo a suonare pioveva. Da adolescente ho iniziato con altre band, ma solo a un patto: dovevo mettere in ordine le date, la precedenza assoluta era sempre per mio padre. Non si discuteva al riguardo. Sono finita a cantare in certi matrimoni…» (ad Alessandro Ferrucci). Ai tempi del liceo classico, «ero un po’ ribelle, un po’ diversa dal canone delle ragazzine del tempo in Salento. Il piercing, i tatuaggi, i capelli di mille colori… Poi frequentavo solo musicisti e band con cui suonavo. Gente che era ancora più strana di me. Non andavo in villa, allo struscio. Ero sempre chiusa in una cantina o in un pub, a suonare o a sentire suonare gli altri» (a Massimo Coppola). «Dopo il liceo mi sono messa subito a lavorare e ho fatto di tutto, perché l’indipendenza economica è importante. A casa mia, di soldi, non ce n’erano, ma io e mio padre abbiamo sempre avuto la passione per la musica, ho sempre cantato. […] Credevo in me, ma nel mio talento credeva soprattutto mia nonna Donata, una donna speciale» (a Silvia Fumarola). Nel 2003 partecipò al talent show di Italia 1 Superstar Tour, dove costituì insieme ad altre due ragazze il gruppo delle Lucky Star. Dopo la pubblicazione di un singolo (Stile) e di un album (LS3), però, il trio finì per sciogliersi, e la Marrone tornò in Salento, «per guadagnarmi da vivere, lasciando alla musica le pause pranzo e i dopocena, cantando nei locali per poco o niente. […] Facevo la commessa in un negozio di abbigliamento di Aradeo». Nel 2007 formò un nuovo gruppo musicale, i M.J.U.R. (Mad Jesters Until Rave), e l’anno successivo «registriamo a Torino un disco autoprodotto. Per un anno facciamo su e giù sui treni di notte, siamo morti di fame per amore della musica. Esce il disco e piace, ci chiamano per i concerti ed è pronto un mini-tour. Il mini-tour non parte mai perché io comincio a star male. Sono sempre stanca, si bloccano alcune funzioni vitali, non mangio, arrivo a 40 chili, sento un peso enorme dentro di me. I medici scoprono che nell’utero ho una grande massa. Tumorale. E maligna. Sono operata d’urgenza a Roma. L’intervento dura sette ore e riescono a salvarmi l’utero. Quando mi sveglio ho un lungo taglio, ma sono già un’altra persona». «Mi sono operata nel marzo 2009. Per molte settimane ho dovuto portare il busto con le stecche. Mio padre era preoccupatissimo e cominciò a cercarmi un impiego stabile come commessa in un negozio. Lo avevo già fatto. Avevo anche servito in alcuni bar. Dissi a mia madre che la mazzata al mio sogno artistico era stata fortissima e che quindi dopo l’estate avrei accettato il lavoro trovato da papà. Mia madre però, di sua iniziativa, decise di chiamare Amici. Perché, quando dovevo andare a registrare il disco a Torino, lei, preoccupatissima, aveva avuto un confronto duro con mia nonna: nonna le disse che non avrebbe dovuto impedirmi di partire. Perché negarmi la possibilità di usare un dono di Dio sarebbe stato un peccato verso il Signore. Quindi mia madre chiamò Amici, e loro mi convocarono». «Mentre facevo Amici non mi rendevo conto di quello che sarebbe successo. […] Mi ricordo che leggevo i nomi dei locali in cui suonavano le star e pensavo che volevo andarci anche io. Volevo suonare davanti a tanta gente. […] A me importava solo di poter cantare dal vivo davanti a 5 milioni di italiani. Cazzo. Mi ha cambiato la vita». Nel marzo 2010, due settimane prima di vincere la nona edizione di Amici, pubblicò con la Universal il suo primo ep da solista, Oltre, con cui riuscì rapidamente a scalare le classifiche e a conquistare il disco di platino, per poi attestarsi, secondo la classifica annuale Fimi, al secondo posto tra gli album più venduti in Italia nel 2010, dopo Arrivederci, mostro! di Ligabue e prima di Inaspettata di Biagio Antonacci. Seguirono la partecipazione ai Wind Music Awards, il primo tour (dal titolo salentino «Ahi ce sta passu») e, nell’ottobre 2010, il primo album in studio da solista, A me piace così. Nel 2011 la prima partecipazione al Festival di Sanremo, insieme ai Modà, con il brano Arriverà, giunto al secondo posto dietro Chiamami ancora amore di Roberto Vecchioni. Dopo il grande successo del nuovo album Sarò libera (2011), l’anno successivo vide la sua definitiva consacrazione sul palco dell’Ariston, con la vittoria conquistata, da sola, con Non è l’inferno. Da allora, nuove partecipazioni televisive – soprattutto ad Amici (ora nelle vesti di concorrente nella categoria «Big», ora in quelle di direttore artistico di una delle squadre in gara), ma anche al Festival di Sanremo 2015, come valletta al fianco di Carlo Conti –, nuovi album (Schiena nel 2013, E Live nel 2014, Adesso nel 2015, Essere qui nel 2018) e nuove tournée, tra numerosi successi e qualche delusione, come il ventunesimo posto (su ventisei partecipanti) rimediato all’Eurovision Song Contest 2014 con La mia città e il risultato inferiore alle attese finora ottenuto dall’ultimo album, Essere qui, «il più importante della mia carriera: ci ho lavorato due anni, senza pensare al resto del mondo. La cosa più importante era fare quel disco a modo mio: a 34 anni mi sono presa il coraggio e la volontà di fare questo mestiere con coerenza e verità. Mi aspettavo grandi cose da questo disco perché è il più bello ed importante per me, eppure non ha raggiunto i numeri che tutti si aspettavano da subito» • Si definisce una «persona paranoica, molto ipocondriaca, che ha paura di tutto, […] a cominciare dalla paura di morire. Sì, ho una tremenda paura di ammalarmi. […] Con un padre che lavorava al pronto soccorso, la paura delle malattie me la porto addosso fin da bambina. A forza di responsabilizzarmi sui rischi della salute, papà m’ha un po’ traumatizzata. E lo sa». Ha rivelato di essere stata nuovamente operata nel 2013, a causa di una recidiva tumorale. «Ora sono mono-ovarica, credo di poter avere figli. Ma, per qualsiasi evenienza, ho fatto il surgelamento del tessuto ovarico» • Molto attiva in numerose campagne di ambito sociale (contro la violenza sulle donne e l’omofobia, ma anche contro il cancro, la sclerosi laterale amiotrofica, i disturbi alimentari e altro ancora) • Vari tatuaggi sul corpo, tra cui, sull’avambraccio destro, il nome «Uccia», diminutivo usato per sua nonna Donata, e sul sinistro la scritta in francese «Je m’en fous». «È un tatuaggio che abbiamo uguale io, mio padre e la mia manager, Francesca. […] Si traduce “Me ne fotto”» • Dopo alcune note e travagliate relazioni (col ballerino Stefano De Martino, conosciuto ad Amici, con l’attore Marco Bocci e con l’ex calciatore Fabio Borriello), attualmente si dichiara single. Amante degli animali, ha un cane di nome Gaetano, «il mio bambino. Anzi, il mio terzo fratello» • «Lei è un paradigma della musica senza steccati del Terzo millennio: salta con disinvoltura dagli studi tv al fianco di Maria De Filippi al palco del Primo Maggio tarantino, quello più engagé, dove i Modena City Ramblers cantano Bella ciao» (Zincone) • «Per me la musica è Vasco. E penso di essere destinata a Vasco. A volte penso di fare questo mestiere solo per arrivare a condividere un momento d’arte pura con lui». «Il palco è la mia cura. C’è chi va dall’analista, io salgo sul palco. […] Ogni volta mi si blocca il cuore e tutto il resto. Poi però mi sciolgo, divento me stessa. […] Sono fatta così. Non cedo, non faccio compromessi. Dico sempre la verità. Non ci posso fare niente: sono stata concepita senza filtro. […] Sono orgogliosamente terrona» (a Giuseppe Di Piazza). «Io stavo bene sia in cantina che davanti alla telecamera. Non deve essere una colpa volere sempre di più. Perché voglio morire felice. Voglio suonare in posti ancora più grandi, voglio sperimentare cose nuove. Voglio di più».