5 settembre 2018
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Biografia di Morgan Freeman
Morgan Freeman, nato a Memphis (Tennessee, Stati Uniti) il 1° giugno 1937 (81 anni). Attore. Premio Oscar per il miglior attore non protagonista nel 2005 per Million Dollar Baby e Orso d’argento per la migliore interpretazione di coppia nel 1990 per A spasso con Daisy (condiviso con Jessica Tandy) • Ultimo dei quattro figli di un barbiere e di «una donna che faceva le pulizie e nascondeva nel materasso i soldi per mandare noi figli a buone scuole. […] Infanzia poverissima: un dollaro per mia madre era una somma molto alta». «I suoi primi passi da attore risalgono a quando aveva nove anni e, per motivi disciplinari (la punizione per aver tolto la sedia di sotto a una compagna), venne obbligato a partecipare a una competizione teatrale scolastica» (Mattia Pasquini). Seguirono, nell’adolescenza, altre piccole esperienze in competizioni locali e in ambito radiofonico. «Dopo aver servito il suo Paese nell’aviazione come tecnico radar dal 1955 al 1959, lasciò l’Air Force quando realizzò che non sarebbe mai diventato pilota di caccia. Aveva rinunciato alle lezioni di teatro della Jackson State University per arruolarsi: “Feci tre anni, otto mesi e dieci giorni in tutto, ma ci volle un anno e mezzo per abbandonare i miei sogni romantici in merito”. A orientarlo nella decisione, la scelta di dedicarsi alla recitazione, per la quale si trasferì a Los Angeles, dove prese lezioni specifiche presso la Pasadena Playhouse, oltre a quelle di ballo a San Francisco nei primi anni ’60. All’arrivo a Los Angeles, nel 1959, il primo lavoro ottenuto fu da dattilografo» (Pasquini). «Ho avuto un sacco di brutti posti di lavoro. Ho lavorato in un ufficio come impiegato. Volevo più soldi, ma si sono rifiutati. Ho fatto l’audizione per uno spettacolo come ballerino, ho ottenuto il lavoro ed ho lasciato l’ufficio immediatamente. La cosa brutta è che il mio lavoro come ballerino è durato solo tre mesi, perché lo spettacolo finì. Così ho trovato un lavoro in un piccolo posto a distribuire caffè e ciambelle» (a Carla Cicognini). «Nel 1964 è ancora un nomade: va a New York City, dove si guadagna da vivere come ballerino all’Esposizione universale, ma si iscrive anche alla New York University per completare la sua istruzione, poi a San Francisco, dove è un membro del gruppo musicale Opera Ring. È proprio in quell’anno che debutta come attore (una piccola comparsata) sul grande schermo. Lo si può infatti notare nel film di Sidney Lumet L’uomo del banco dei pegni (1964) con Rod Steiger. Deciso più che mai a realizzare il suo sogno, recita in The Royal Hunt of the Sun, seguito dallo spettacolo off-Broadway The Niggerlovers (1967) con Viveca Lindfors, e dal musical Hello, Dolly! (1968) in una versione broadwayana che vedeva tutti attori di colore nel cast, fra cui Pearl Bailey e Cab Calloway. Ma non gli basta, e tenta parallelamente la strada del cinema, arrivando disgraziatamente a fare solo dei piccoli e insignificanti ruoli, come quello in Che cosa hai fatto quando siamo rimasti al buio? (1968) con Doris Day. […] Con l’arrivo degli anni Settanta, […] entra a far parte del popolare show educativo per bambini The Electric Company, […] dove crea il personaggio di Easy Reader. Si sdoppia, si triplica per la televisione, il cinema, il teatro, e alla fine, dopo molti sacrifici, riesce finalmente ad avere la prima ricompensa: una nomination ai Tony Award come miglior attore per The Mighty Gents (1978). È il suo trampolino di lancio verso la celebrità» (Fabio Secchi Frau). «Il grande pubblico internazionale che non l’ha mai visto lavorare in palcoscenico s’è accorto di lui nel 1989, l’anno di A spasso con Daisy di Bruce Beresford e di Glory di Edward Zwick, due film nei quali emergevano bene le caratteristiche che l’hanno reso molto amato: l’aria protettiva, rassicurante, cortese ma ironica, l’affidabilità profonda, la capacità di comprendere gli altri con intelligente saggezza, la generosità non invadente né ostentata. Caratteristiche che è stato lui ad attribuire ai suoi personaggi, in un percorso che l’ha visto passare dalle parti minori ai ruoli di protagonista attraverso film molto differenti: Robin Hood di Kevin Reynolds, Le ali della libertà di Frank Darabont, Gli spietati di Clint Eastwood (primo incontro con il regista-attore che sente più vicino), il terribile Seven di David Fincher e Il collezionista di Gary Fleder (sempre un esemplare poliziotto). Nel 1993 ha diretto il suo primo film, Bopha!, sul dramma in Sudafrica, un’esperienza non più ripetuta. È stato protagonista di Amistad, il film contro la schiavitù dei neri in America diretto da Steven Spielberg, con lo stesso spirito che lo porta a fare tutto quanto può per la sua gente, per conservare la loro cultura, accentuare la loro presenza politica, salvaguardare la loro storia» (Lietta Tornabuoni). Dopo aver prestato corpo e voce al Padreterno in Una settimana da Dio di Tom Shadyac (2003), «vince un meritato Oscar come miglior attore non protagonista per la sua superlativa performance dell’anziano e solitario aiuto-allenatore della palestra diretta da Clint Eastwood in Million Dollar Baby (2004), film in cui lavora “per sottrazione”, conferendo alla sua recitazione i tratti liberi di una sorta di improvvisazione jazz. Divenuto ormai un’istituzione nel cinema hollywoodiano, negli anni successivi interpreta spesso il ruolo di autorevole “mentore” che assiste ai destini dei protagonisti. È maestro di vita di un ragazzo nato e cresciuto a contatto con la violenza della mafia in Danny The Dog (2005) di Louis Leterrier; uno scienziato che fornisce a Batman gli strumenti tecnologici per affrontare il male in Batman Begins (2005) di Christopher Nolan; un saggio invalido amico di Robert Redford ne Il vento del perdono (2005) di Lasse Hallström, in cui lavora anche con Jennifer Lopez; un boss della malavita in Slevin – Patto criminale (2006) di Paul McGuigan. […] Ancora attivo in età avanzata, i suoi film più recenti sono stati Invictus – L’invincibile (2009) di Clint Eastwood, in cui interpreta magistralmente Nelson Mandela, […] Now You See Me – I maghi del crimine (2013) di Louis Leterrier, Lucy (2014) di Luc Besson, Last Knights (2015) di Kazuaki Kiriya, Now You See Me 2 (2016) di Jon M. Chu, Insospettabili sospetti (2017) di Zach Braff» (Alessandro Poggiani). «Ha inoltre prestato la sua voce per documentari (La marcia dei pinguini) e film d’animazione (The Lego Movie). […] È stato interprete negli ultimi anni di due interessanti produzioni televisive. La prima è una serie in corso dal 2010, Morgan Freeman Science Show, nel quale l’attore si interroga sui misteri dell’universo, parlando di buchi neri (il titolo originale è Through the Wormhole), viaggi nel tempo e la possibilità di forme di vita extraterrestri. Il secondo titolo, un documentario […] di National Geographic, è niente meno che The Story of God With Morgan Freeman» (Dario Magnolo). Prossimamente dovrebbe interpretare Colin Powell in un film di Reginald Hudlin incentrato sulla figura dell’ex segretario di Stato statunitense. «La parola “pensione” è anacronistica per un uomo o una donna che hanno deciso di dimenticare la loro data anagrafica» (a Giovanna Grassi) • «È nero, alto, snello, elegante, un magnifico attore» (Lietta Tornabuoni) • Due matrimoni alle spalle, quattro figli: due nati da altre relazioni, una figlia avuta dalla prima moglie e una figlia adottiva, Deena, nata alla prima moglie da una precedente relazione e cresciuta da Freeman insieme alla sua seconda moglie; la figlia di Deena, E’Dena Hines, anch’essa allevata da Freeman e dalla seconda moglie, è morta nel 2015, a 33 anni, uccisa dal suo fidanzato. Grande rumore, nel maggio 2018, per alcune accuse di molestie sessuali, relative a frasi o atteggiamenti dell’attore, mossegli da otto donne che hanno lavorato con lui. Freeman ha dichiarato di non essere «uno che offenderebbe intenzionalmente o metterebbe consapevolmente a disagio nessuno. Chiedo scusa a chiunque si sia sentito imbarazzato od oltraggiato – non è mai stato il mio intento» • Grande passione per la navigazione in barca a vela, il volo (ha il brevetto da pilota) e il golf. «La sua avventura di apicoltore ha inizio nel 2014 con circa 26 arnie e con la costante attenzione a preservare e piantare piante utili per la corretta riproduzione e per la stessa sopravvivenza delle api. Con il passare degli anni, però, questa passione si è ritagliata uno spazio sempre più ampio, tanto che […] l’attore ha convertito il suo ranch in Mississippi (oltre 50 ettari) in un vero e proprio santuario per le api» (Anna Molinari) • «Porto due orecchini, o a volte uno soltanto, da quando avevo trent’anni e ho anticipato la moda. […] Ho cambiato o tolto la vera al dito, ma mai i miei orecchini» • «Tutto sta nell’imparare le battute e ricordarsele: non ci sono molti altri segreti in questo lavoro. La vera fatica è quella che fa lo sceneggiatore».