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 2018  settembre 05 Mercoledì calendario

Biografia di Johnny Depp

Johnny Depp (John Christopher Depp II), nato a Owensboro (Kentucky) il 9 giugno 1963 (55 anni). Attore. Musicista. «Tutto non è altro che un nulla infinito. Credo sia giusto essere coscienti del nulla: ti rende capace di esistere e vivere nel momento, senza rimanere invischiato in tutte quelle stronzate che ci vengono in mente mentre siamo impegnati in questa fottuta ricerca di qualcosa che non sappiamo neanche cosa sia. Che si fotta la ricerca: è tutto qui e ora» • Ascendenze europee, per lo più inglesi e francesi; prive di riscontro, invece, le millantate ascendenze cherokee • Ultimo dei quattro figli di una cameriera e di un ingegnere civile, trascorse l’infanzia e l’adolescenza all’insegna dell’instabilità. «Traslocammo probabilmente 30 volte. I miei genitori divorziarono quando avevo 15 anni. A 12 avevo cominciato a fumare, a 13 avevo perso la mia verginità e a 14 avevo provato tutte le droghe possibili e immaginabili. Bevevo birra a tutto spiano e mi presentavo ogni tanto a scuola, tanto per vedere cosa c’era dall’altra parte di quella porta chiusa». «A 16 abbandonò scuola e famiglia per andare a vivere nella sua auto (una Impala del ’67) con il migliore amico; e insieme a lui inseguire il sogno del rock» (Silvia Urban). «Il suo sogno fin da ragazzo, quando ricevette in regalo dalla madre una chitarra elettrica di seconda mano, era fare la rockstar. Durante uno dei tanti traslochi della famiglia in Florida Johnny aveva messo in piedi una rock band da garage chiamata The Flame, con la quale si esibiva nei night club. Negli anni ’80 con il nuovo nome di The Kids il gruppo era riuscito ad ottenere un certo successo, facendo da spalla anche a band importanti come i Talking Heads, i B-52s e Iggy Pop. In cerca di un contratto discografico vero e proprio, la band tentò il tutto e per tutto a Los Angeles, dove però fece un buco nell’acqua. Johnny Depp si ritrovò a sbarcare il lunario facendo anche il muratore, il benzinaio, il meccanico e persino il venditore telefonico di penne» (Alice Zampa). Alla fine del 1983 Depp sposò la truccatrice Lori Anne Allison, sorella del suo bassista, che gli fece consocere Nicolas Cage, il quale «riconobbe in Johnny le qualità giuste per tentare la carta del cinema e lo presentò alla sua agente. Il primo provino di Johnny Depp gli regalò il suo debutto nell’horror che vide nascere il personaggio di Freddy Krueger, Nightmare – Dal profondo della notte (Nightmare on Elm Street) di Wes Craven. […] Era il 1984. Qualche anno dopo Oliver Stone lo scelse per il ruolo di un soldato nel film Platoon, che ricevette ben 4 premi Oscar, e convinse il giovane Depp a proseguire per quella strada. La notorietà però arrivò per Johnny grazie a una serie tv, 21 Jump Street, quando fu scelto per sostituire Jeff Yagher nel ruolo dell’agente Tom Hanson. Il suo personaggio divenne in breve tempo tra i più amati» (Zampa). «Si sente però intrappolato nel ruolo di “ragazzo da piccolo schermo”, fino a quando una nuova agente, Tracey Jacobs, gli propone una sceneggiatura: “Era la storia di un ragazzo che aveva forbici al posto delle mani, un emarginato innocente e di periferia. Ho letto il copione tutto d’un fiato e ho pianto come un neonato”. Edward mani di forbice di Tim Burton nel 1990 trasforma Depp in una star del cinema» (Mark Seal). «Da quel momento Depp dà vita a una parata di strani personaggi, interpretati con grande credibilità: il cowboy moribondo di Dead Man (1995), il casanova schizofrenico di Don Juan De Marco (1995), l’agente infiltrato in Donnie Brasco (1997), il giornalista tossico di Paura e delirio a Las Vegas (1998), il vagabondo di Chocolat (2000), l’ispettore morfinomane di From Hell (2001), fino all’originale pirata dei Caraibi Jack Sparrow in La maledizione della prima luna (2003), che gli ha fruttato una nomination all’Oscar» (Cristina Galullo). «La maledizione della prima luna, primo episodio di uno dei franchise più fortunati della storia del cinema, […] è pure l’inizio della maledizione di Johnny Depp. Con il film del 2003 Johnny si era scoperto divo per le folle, finalmente, aveva ricevuto la prima candidatura agli Oscar, […] aveva invertito il corso tutto nero, tutto gotico, della sua carriera fino ad allora. […] La maledizione della prima luna sul breve raggio gli porta una gran fortuna: esce Neverland (filmetto, ma buon risultato al botteghino e soprattutto altra nomination), poi La fabbrica di cioccolato, quindi arrivano i successivi capitoli dei Pirati, Johnny è il più pagato su piazza. […] Secondo The Hollywood Reporter, Johnny ha guadagnato circa 40 milioni di dollari per ogni titolo della saga Disney, tra paga iniziale e percentuale sugli incassi. Con quei soldi ha comprato case, isole, macchine, quadri, yacht, gioielli per le fidanzate di ieri e di oggi, ha stipendiato decine di persone ogni mese. Poi […] i suoi film hanno smesso di incassare. […] Un disastro via l’altro, da The Lone Ranger a Transcendence, da Mortdecai a Black Mass, fino al colpo di grazia: Alice attraverso lo specchio, sequel dell’Alice di Tim Burton brutto ma fortunato, […] è la pietra tombale» (Mattia Carzaniga). «Il 2016 è stato l’annus horribilis di Johnny Depp. […] Oltre alla scarsa forma fisica, gli insuccessi al botteghino e il divorzio dalla bella e giovane Amber Heard (con annesse accuse – mai confermate – di violenza) hanno fatto il resto. Ma, […] quasi in contemporanea al suo 54esimo compleanno, l’attore è stato tratto in salvo da capitan Jack Sparrow. Il quinto capitolo della saga I pirati dei Caraibi è un successo. […] E Johnny Depp è tornato a fare la sua figura sui red carpet di mezzo mondo. […] Questa la sua “ricetta”: è sparito per un po’ (e si è dato una ripulita, aggiungiamo), ha girato l’Europa tornando a esibirsi con la sua band, gli Hollywood Vampires, e solo dopo ha rifatto capolino a Hollywood: “Avete creduto in me, grazie”, ha dichiarato, archiviando con una sola frase tutta la (brutta) faccenda del divorzio. Certo, i debiti restano. Gli anni passano per tutti, e alcuni “vizietti” non gli hanno fatto proprio bene. […] Certo, a essere ribelli a 50 anni suonati si corre più di qualche rischio. Ma una star camaleontica come Depp merita un po’ di credito» (Stefania Saltalamacchia). Ultima apparizione cinematografica nell’Assassinio sull’Orient Express di Kenneth Branagh (2001), grande successo di pubblico • Nel 1997, «Johnny Depp diresse Marlon Brando nel suo primo (e a oggi unico) film da regista, Il coraggioso. […] Nessuno si sceglie i modelli a caso, dunque Johnny sceglie Marlon, e già vent’anni fa (ne aveva trenta e qualcosa) ci sbatte tutto davanti agli occhi. Ne Il coraggioso fa dire a Brando: “L’ultima frontiera del coraggio è stare in piedi davanti alla morte”. Anche questa è una dichiarazione di intenti, più che di poetica» (Carzaniga) • Vita sentimentale particolarmente intensa e travagliata. Due matrimoni alle spalle, entrambi di breve durata: quello giovanile con la truccatrice Lori Anne Allison (1983-1985) e quello recente con l’attrice Amber Heard (2015-2017), malamente conclusosi tra accuse di violenza e rivendicazioni patrimoniali. Nel mezzo, molti rapporti importanti: su tutti, la relazione giovanile e profonda con la collega Winona Ryder, quella turbolenta con la modella inglese Kate Moss (tra alcol, droga e una camera d’albergo distrutta, che gli valse il primo arresto) e quella più stabile e matura con l’attrice e cantante francese Vanessa Paradis; quest’ultima storia d’amore, iniziata nel 1998 (al 1999 risale il secondo arresto, per una scazzottata con dei paparazzi all’uscita da un ristorante in cui aveva cenato con la donna), si è conclusa nel 2012, dopo quattordici anni e due figli, Lily-Rose Melody (1999), oggi splendida e promettente attrice e modella, e John «Jack» Christopher Depp III (2002) • «Sul suo corpo trova spazio il privato, l’anima di uomo che tatuato sulla gamba destra ha un teschio con due tibie incrociate che gli ricordano che “La morte è certa”; un uomo che non vuole dimenticare le parole magiche “Silenzio, esilio e astuzia” pronunciate dal protagonista di Ritratto dell’artista da giovane di James Joyce. […] Come Marilyn Manson sfoggia la scritta “No Reason” sul polso destro e l’albero a forma di scheletro preso da I fiori del male di Baudelaire sulla schiena. Insieme a cinque amici si è fatto marchiare il Corvo reso celebre da Brandon Lee, che, oltre a essere un segno di amicizia e fratellanza, come tutti i volatili rappresenta la libertà. Ma forse quello che più riassume la sua essenza è quel “Wino Forever”, inizialmente dedicato all’allora fidanzata Winona Ryder e poi trasformato in “ubriaco per sempre”» (Urban) • «Johnny è un caratterista nel corpo di un attore protagonista. È in grado di scomparire dentro i personaggi e di portare sempre qualcosa di nuovo in ogni cosa che fa» (Rob Marshall) • «Marlon ha detto: “State attenti: ogni attore ha a disposizione solo un limitato numero di facce”. Ha ragione, ma io non ho ancora finito la mia scorta».