5 settembre 2018
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Biografia di Veronica Lario
Veronica Lario (Miriam Raffaella Bartolini), nata a Bologna il 19 luglio 1956 (62 anni). Ex attrice. Ex moglie di Silvio Berlusconi • «Figlia unica di genitori non sposati: mamma Flora Bartolini, cassiera alla Standa e col padre trucidato per strada dai tedeschi, e papà Vladimiro Capponi, impiegato con la passione del cesello, morto quando Lella ha solo 13 anni e di colpo è costretta diventare adulta. Trovando una ragione di vita nella recitazione» (Roberto Angelino). «Una ragazza speciale in una Bologna “movimentata” – quella degli anni Settanta –, dove è cresciuta ed è diventata donna. A raccontare […] è Paolo Gotti, […] noto fotografo bolognese. […] “Raffaella e io ci siamo frequentati dal 1973 al 1977”, ricorda oggi Gotti. Già, Raffaella. […] “Io l’ho conosciuta con quel nome”, prosegue Paolo. “Quello di battesimo non le piaceva. Veronica Lario lo scelse anni dopo per la sua carriera d’attrice”. E continua: “Tutti a Bologna la chiamavamo così. Il diminutivo ‘Lella’ era concesso a sua madre e a pochi altri”. […] “La conobbi nel 1973. Me la presentò un amico comune. Lei voleva che qualcuno le facesse delle fotografie. Io avevo 29 anni, Raffaella 17. Quando arrivò in studio, mi colpirono la sua femminilità, l’intensità degli occhi, la sinuosità di un corpo già adulto”. […] Che tipo di ragazza era Raffaella? “Passionale, silenziosa, con grandi momenti di tristezza, che la portavano al pianto. A cornice, un’enorme dolcezza nei confronti dei bambini. […] Era anche una giovane donna molto romantica e profonda: appassionata di filosofia, letteratura, poesia. Voleva crescere in fretta”. […] “Aveva anche un piccolo complesso, che rendeva il suo carattere ulteriormente particolare. […] Il seno: lo trovava troppo generoso”. […] “Ha studiato all’istituto d’arte in anni difficili per la città. Non era un’attivista politica, e lei e io ci siamo frequentati solo fino al 1977. Allora simpatizzava per la sinistra”» (Matteo Menetti). «Dopo aver studiato recitazione all’Antoniano, entra nella compagnia del Teatro stabile di Trieste. Lavora con Corrado Pani, con cui in teatro fa L’idealista, e in tv nel 1979 partecipa agli sceneggiati televisivi Bel-Ami di Sandro Bolchi e La vedova e il piedipiatti di Mario Landi. L’anno dopo è diretta da Enrico Maria Salerno nell’opera di Fernand Crommelynk Il magnifico cornuto, in cui recita a seno nudo per esigenze di scena. […] È in quell’occasione, al Manzoni di Milano, che incontra il futuro leader di Forza Italia, nonché proprietario del teatro stesso. Lui le fa visita in camerino» (Ivana Faranda). «Così l’ha sempre raccontata lui, ma la Lario ha un’altra versione, che svela nel libro Tendenza Veronica, scritto dalla giornalista Maria Latella, […] da anni sua amica e biografa. In pratica, Veronica e Silvio si erano incontrati un anno prima a una cena con molti invitati (e soprattutto invitate) nella villa di Berlusconi in via Rovani, nel centro di Milano, serata durante la quale lui si proponeva come single (ma solo virtuale: la famiglia c’era, però stava altrove [dal 1965 era infatti sposato con Carla Dall’Oglio, da cui aveva già avuto i figli Marina e Pier Silvio – ndr]). Poi lei s’è trasferita a Roma per i provini con la compagnia di Salerno, e Silvio quella serata l’ha del tutto rimossa. E così, quando poi incontra Veronica in camerino al Manzoni l’anno successivo, non si ricorda di averla già corteggiata. Fatto sta che la invita a una colazione a due, sempre in via Rovani, che però lei accetta soltanto l’ultima domenica delle recite milanesi. L’attrice non ha progetti per il futuro e preferisce procedere nella sua carriera teatrale. Anche perché, nonostante il pressing insistente di Berlusca, il suo cuore palpita ancora per Enrico Maria Salerno, e questa è l’inedita novità della testimonianza di Bruno Oliviero [fotografo all’epoca suo amico e confidente – ndr]. Veronica continua a girare l’Italia in tournée con Salerno e di tanto in tanto riceve da Milano una telefonata. Poi, verso giugno dell’80, lei e Silvio si rivedono a Milano. Colpo di fulmine? “No, non credo di averlo mai sperimentato in vita mia”, confesserà l’attrice. Finché un giorno, verso la fine della stagione teatrale, lui va a trovarla a Roma e la invita a pranzo. Ricorda Veronica: “In regalo mi aveva portato una bella coperta di lana. Restai sorpresa: in una delle nostre telefonate gli avevo detto del freddo che pativo nell’appartamentino romano e lui se n’era ricordato. Al momento sorrisi, ma la cosa mi commosse. Quell’incontro apriva al futuro, era una svolta. Anche se il nostro rapporto s’è poi costruito nel tempo”. E infatti l’attrice, prima di trasferirsi in via Rovani, regalare a Silvio tre figli e diventare "la reclusa di Macherio", trova il tempo per interpretare l’ultima commedia a teatro, […] di Eduardo De Filippo, con la compagnia di Salerno, […] Questi fantasmi: in scena al Quirino di Roma nell’ottobre-novembre 1981 e poi al Manzoni di Milano dal 15 dicembre ’81 al 17 gennaio ’82» (Angelino). «La Lario prima di ritirarsi dalle scene sarà diretta dal maestro del brivido Dario Argento in Tenebre nel 1982. Nel film viene uccisa atrocemente da un serial killer, che prima le trancia di netto una mano con un’ascia. Per questa interpretazione assolutamente splatter, il Morandini l’ha premiata con l’“Oscar della macelleria”. E la scena clou viene tagliata tutte le volte che la pellicola passa sulle reti Mediaset, provocando i commenti ironici del regista. La carriera della signora si chiude soltanto due anni dopo con Sotto… sotto… strapazzato da anomala passione di Lina Wertmüller, storia […] di una moglie insoddisfatta che ha fantasie omosessuali» (Faranda). «Bruno Oliviero: […] “Nel 1992, una sera trovo la Lario con Berlusconi a una festa a Milano, una delle pochissime dove andavano insieme. […] Il giorno dopo facciamo una serie di scatti simpatici. Sul set le ho chiesto come si sentiva con Berlusconi: ‘Bruno, sono innamoratissima di quest’uomo, è adorabile e senza difetti. Mi ha conquistata con la dolcezza. Per Silvio ho lasciato il teatro, non faccio più l’attrice, mi voglio dedicare solo a lui’. E questo per Veronica era un grande sacrificio, perché adorava il suo lavoro, ma aveva capito che se voleva vivere accanto a uno come Silvio Berlusconi non poteva farlo a mezzo servizio. Era tranquilla, sicura e dolce con lui”» (Angelino). «La loro relazione, si sa, comincia in modo clandestino. Veronica vive in via Rovani 2, a Milano, sopra gli uffici della Fininvest: qui affronterà la prima gravidanza, finita in un aborto terapeutico, qui nel 1984 nascerà la prima dei figli dati a Berlusconi, Barbara. Il Cavaliere divorzia l’anno dopo, Veronica si trasferisce a Villa Belvedere, a Macherio, dove nascono Eleonora e Luigi. E comincia la sua vita da first lady della Brianza. […] Pillitteri […] nel 1990 unisce la coppia in matrimonio, a Palazzo Marino [testimoni dello sposo Fedele Confalonieri e Bettino Craxi, della sposa Anna Craxi e Gianni Letta – ndr]» (Fiamma Tinelli). «Veronica ha sempre tenuto un basso profilo, evitando di apparire in pubblico al fianco del marito. Poche le occasioni in cui ciò è avvenuto, come ad esempio in occasione della visita di Bill e Hillary Clinton a Roma nel 1994, con Berlusconi fresco della sua prima vittoria elettorale e relativa ascesa a Palazzo Chigi; o, dieci anni più tardi, durante il passaggio nella capitale di George W. e Laura Bush. Il 26 gennaio di quello stesso anno, quando il Cavaliere annunciò la “discesa in campo”, in un’intervista a Paris Match la Lario dichiarava di trovarlo “irresistibile”. “Nessuna parola – aveva aggiunto – lo descriverebbe meglio”. Lei, però, non ha mai manifestato grande entusiasmo per le apparizioni in pubblico al fianco del marito, preferendo dedicarsi alla crescita dei figli nella riservatezza di Villa Belvedere, la residenza di Macherio. […] Il leader del Pdl non aveva mai espresso particolare disagio nel presentarsi da solo agli appuntamenti istituzionali internazionali, diversamente dagli altri capi di Stato e di governo, quasi sempre accompagnati dalle rispettive first lady. “Apprezzo, e molto, la sua riservatezza”, diceva Berlusconi ai cronisti che gli facevano notare la posizione defilata di Veronica Lario» (Alessandro Sala). Ancora nel 2006, in occasione del suo cinquantesimo compleanno, mentre la Lario si trovava in un locale di Marrakech con alcune amiche, «ecco arrivare un gruppo di musicisti e danzatori “gnaoua”, genere musicale proveniente dall’Africa subsahariana, tra i quali se ne distingue uno in abito “gandoura” blu, con un fazzoletto blu sul viso, che mostra un interesse spiccato per la signora, tanto da – e qui è il cronista marocchino che descrive – “balzarle davanti, con un piccolo salto da guerriero, invitandola a ballare”. All’atterraggio però, Veronica rifiuta seccamente, la musica cessa di colpo, cala il silenzio, i volti dei presenti si fanno tesi, ed ecco che lo spasimante tira fuori dalla tasca la collana di diamanti, scopre il viso e comincia a cantare: “Buon compleanno, amore mio”. È Silvio Berlusconi, naturalmente» (Paola Di Caro). «Le difficoltà coniugali della coppia sono diventate pubbliche […] dopo gli apprezzamenti pubblici a Mara Carfagna nel gennaio 2007, quando il leader di Forza Italia si rivolse all’allora neodeputata […] dicendole: “Se non fossi già sposato, la sposerei subito”. Ne era seguita la famosa lettera aperta con cui Veronica aveva chiesto pubbliche scuse al marito, intimandogli di fatto di smetterla con le umiliazioni pubbliche al suo ruolo di moglie e di madre. Berlusconi era stato allora costretto a delle scuse altrettanto pubbliche: “Custodisco la tua dignità come un bene prezioso nel mio cuore anche quando dalla mia bocca esce la battuta spensierata, il riferimento galante, la bagattella di un momento”. Era stato però, quello, un punto fermo. […] Ma a quell’ultimatum il Cavaliere non ha dato seguito. […] Si arriva alle ultime settimane [tra la fine di aprile e l’inizio di maggio del 2009 – ndr]. La notizia di veline e donne di spettacolo probabili candidate nelle liste del centrodestra alle prossime Europee, la replica di Veronica che parla di “ciarpame”, la notizia della partecipazione alla festa per i 18 anni di Noemi, una ragazza napoletana che sarebbe solita rivolgersi a Berlusconi chiamandolo “papi”. È stata probabilmente questa la goccia che ha fatto traboccare il vaso, quell’affronto di troppo che ha spinto Veronica a dire basta e a mettere tutto nelle mani di un avvocato» (Sala). Il 3 maggio 2009, dopo aver usato parole molto dure nei confronti del marito («Non posso stare con un uomo che frequenta le minorenni»), la Lario confermò all’Ansa l’intenzione di procedere alla separazione e quindi al divorzio. Irremovibile nel suo proposito, non si scompose di fronte agli attacchi e alle insinuazioni anche volgari di cui fu fatta oggetto da parte di giornalisti ed esponenti politici. Nel dicembre 2012 fu quindi sancita la separazione (non consensuale, ma senza addebito di colpa), nel febbraio 2014 il divorzio. Particolarmente dibattuto l’ammontare dell’assegno mensile di mantenimento spettante alla Lario: quello relativo al periodo della separazione fu fissato dapprima in 3 milioni di euro, poi ridotti a 2; quello successivo al divorzio fu invece inizialmente determinato in 1,4 milioni, per essere poi revocato nel novembre 2017 dalla Corte d’appello di Milano, la quale, ritenendo che «l’attuale condizione non solo di autosufficienza, ma di benessere economico della signora Bartolini, tale da consentirle un tenore di vita elevatissimo, comporti il venir meno del diritto a percepire un assegno divorzile», ingiunse anche alla donna di risarcire all’ex marito quanto percepito a partire da marzo 2014 (oltre 46 milioni di euro). Contro tale sentenza i legali della Lario hanno presentato ricorso in Cassazione • Telefonò a Berlusconi per esprimergli la propria solidarietà e vicinanza all’indomani della sua condanna definitiva nell’ambito del processo Mediaset (1° agosto 2013). «Trent’anni e tre figli, ricorda spesso Veronica, non si cancellano. Perciò, e paradossalmente, rinchiuso nella villa di Arcore, lontano da quella ribalta che tanto gli piace, Silvio Berlusconi qualcosa almeno ha guadagnato: un legame rafforzato con tutti i figli e la solidarietà dell’ex moglie» (Maria Latella) • Nell’autunno 2017 ha trasformato in società per azioni la sua società immobiliare Il Poggio, comprendente proprietà di grande pregio, tra cui «la villa ad Olbia, un appartamento a Bologna, un palazzo a Milano in via Fiori Chiari, i palazzi Borromini e Canova di Segrate con rispettivamente 30 e 53 posti auto, altri immobili nella stessa città e un appartamento a Londra. Il 2016 della ex Il Poggio srl, che ha un patrimonio di immobili in carico per oltre 43 milioni di euro, si è chiuso in perdita per oltre 1,5 milioni di euro» (Andrea Giacobino). A lungo detentrice del 38% de Il Foglio, nel 2011 ha ceduto le sue quote a Paolo Berlusconi • Ama trascorrere il suo tempo con i sei nipoti (i quattro figli di Barbara e i due di Eleonora) e andando a cavallo • Sempre smentita o lasciata cadere nel silenzio ogni voce circa suoi possibili amanti (Massimo Cacciari il più citato), su cui talvolta ironizzò lo stesso Berlusconi, quando era ancora suo marito • In passato si è più volte definita leghista, giungendo a sostenere che «il Paese non è mai stato pronto né adatto per essere uno stato unitario e non è mai maturato a sufficienza per diventarlo» • «Nei primi anni di vita in comune Silvio mi chiedeva consiglio su tante cose che riguardavano il suo lavoro, le sue decisioni. Poi, col tempo, ho capito che lo fa con tutti». «Mio marito non è un caimano. Su di lui è stato fatto un solo film: l’ha girato Woody Allen, e si chiama Zelig». «Sono una donna che invecchia normalmente, senza pretendere di fermare il tempo. […] Penso che invecchiare abbia effetti negativi, certo, ma porti anche la bellezza di una serenità nuova».