5 settembre 2018
Tags : Gisele Bündchen
Biografia di Gisele Bündchen
Gisele Bündchen (Gisele Caroline B.), nata a Horizontina (Brasile) il 20 luglio 1980 (38 anni). Modella. Imprenditrice. «400 chilometri camminati in passerella, 386 milioni di dollari guadagnati in 20 anni di carriera, lasciata nel 2015 per dedicarsi alla nuova attività di imprenditrice (nella moda e nell’ambiente) e a quella di mamma» (Sara Brusamolino) • Ascendenze tedesche da parte di entrambi i genitori. «Horizontina […] un tempo fu principalmente colonizzata da tedeschi. Nella scuola che ho frequentato, imparare il tedesco era obbligatorio a partire dal terzo anno. Ma, non avendo più praticato la lingua per così tanto tempo, purtroppo l’ho dimenticato. I miei genitori, invece, parlano ancor oggi tedesco. Quando incontrano i loro fratelli e sorelle, spesso parlano solo tedesco. Io appartengo alla sesta generazione della mia famiglia in Brasile» (a Carlos Albuquerque) • Figlia di un docente universitario e di un’impiegata di banca, ha cinque sorelle, di cui una gemella, Patrícia, nata cinque minuti dopo di lei. «Ha alle spalle una storia di brutto anatroccolo, se è vero, come racconta l’interessata, che da ragazzina era magrissima, le gambe secche come le braccia, e a scuola tutti la prendevano in giro chiamandola Olivia come la fidanzata di Braccio di Ferro, o addirittura “lo scheletro”. Modella per caso? Leggenda vuole che sia stata notata da un talent-scout a 14 anni mentre addentava un hamburger a un McDonald’s di San Paolo, dove era in gita con la scuola. In realtà le cose non sarebbero andate proprio così: di fronte al suo metro e 79, al suo 91 di seno, 59 di vita, 89 di fianchi, la madre la iscrisse a un corso di portamento e l’insegnante la segnalò immediatamente all’agenzia Elite. Qualche porta in faccia (poche per la verità) l’ha presa anche lei: alcuni agenti ritenevano che i capelli chiari e i lineamenti un po’ spigolosi non fossero sufficientemente esotici, risultassero poco sudamericani. Secondo altri il suo naso era troppo importante. E il seno: troppo opulento per una mannequin» (Laura Laurenzi). «“A 14 anni non è facile accettare che i tuoi parametri estetici non vanno bene, ti mettono di fronte a presunti difetti che tu prima non consideravi tali”, afferma lei stessa anni dopo al New York Times. Gisele non demorde: fiera dei suoi tratti leggermente importanti dovuti forse alla discendenza germanica rivelata dal cognome e forte di un corpo atletico, non molla. Proprio la fisicità è un elemento chiave del suo successo: debutta nel 1996 sulle passerelle di Dolce & Gabbana (da subito amatissima dai due stilisti), Armani e Alexander McQueen in un periodo in cui spadroneggia la tendenza “heroin-chic”: ragazze pallide e quasi scheletriche. Sul finire degli anni ’90 Gisele riporta in auge un tipo di bellezza solare e positivo in cui le donne si identificano e apre la strada ad un “esercito” di modelle brasiliane come Isabeli Fontana, Alessandra Ambrosio, Raquel Zimmermann e molte altre» (Alberto Moro). «La consacrazione (come ne avesse bisogno) l’ha ricevuta dal calendario Pirelli del 2001, nel quale il fotografo Mario Testino, uno dei suoi scopritori (“rimasi ipnotizzato dalla sua bellezza”), le dedica il primo scatto, quello di gennaio, il più convincente e forse il più malizioso. Gisele, piercing all’ombelico e mutandine di pizzo nero accanto a un letto a baldacchino barocco, si solleva il maglione sul seno nudo senza arrivare a scoprirlo del tutto, facendosi schermo con una mano mentre guarda fisso l’obiettivo, un occhio morbidamente coperto dai capelli» (Laurenzi). «Il consolidamento della sua carriera avviene rapidamente nella prima parte degli anni 2000. Segni distintivi? Potremmo dire tutti. Gisele “diventa” ciò che è chiamata a rappresentare, non è più solo un’indossatrice. Dal 2000 al 2006 è “l’angelo” più conosciuto e simbolico di Victoria’s Secret con ingaggi milionari e sfilate in reggiseni preziosissimi decorati da gioielli: è la top erede in chiave moderna del fenomeno “supermodels” degli anni ’80 e ’90. […] Si potrebbe definire la top dei record: oltre 7000 cover (seconda solo a Lady Diana) tra cui tutte le edizioni più prestigiose di Vogue e poi Harper’s Bazaar, i-D, Elle. Nel settembre 2000 è fotografata sulla copertina della rivista musicale Rolling Stone Us (solo altre quattro modelle hanno questo onore), che la definisce “la ragazza più bella del mondo”. Talmente famosa che, pur non essendo attrice, nel 2004 ottiene un ruolo nel film Taxi di Tim Story e nel 2006 una piccola parte nel famosissimo Il diavolo veste Prada di David Frankel. Gisele è l’unica indossatrice che a cavallo del nuovo millennio guadagna cifre da capogiro e mantiene cachet altissimi ad ogni sfilata. Forbes ogni anno la inserisce al primo posto tra le top meglio remunerate, ed evidenzia che è la modella più ricca e pagata al mondo perché ogni volta che il suo volto è immortalato per un brand le vendite di questo raddoppiano. È spiegata così la ragione per cui maison del lusso come Louis Vuitton, Givenchy e Salvatore Ferragamo, nonché aziende più “commercial” produttrici di shampoo e dentifrici la ingaggiano anno dopo anno. […] Tanta fortuna la spinge a tentare una propria via imprenditoriale, e si rivela la scelta giusta: le infradito “Ipanema by Gisele” sono delle best seller. […] Inutile dire che ormai Gisele è un vero mito in Brasile. Una vita da sogno fatta di successi, tanto sport, continui viaggi e sacrifici sono un esempio per milioni di persone nel suo Paese natio, ed è questo il motivo per cui, in occasione dei mondiali di calcio 2014 proprio in Brasile, le viene chiesto di consegnare la coppa del mondo alla squadra vincitrice durante la cerimonia di chiusura» (Moro). Nel marzo 2015 annunciò la sua decisione di ritirarsi dalle passerelle. «La modella più pagata al mondo, secondo Forbes 47 milioni di dollari solo nel 2014, ha deciso di smettere “per stare più vicina alla famiglia”, al marito Tom Brady, giocatore di football americano, e ai due figli Benjamin e Vivian. “Ho imparato a riconoscere i segnali del mio corpo ed ho capito che era arrivato il momento di fermarmi”, ha detto al quotidiano Folha de S. Paulo. Lo ha fatto con un ennesimo tocco di classe, scegliendo la San Paolo Fashion Week, invece delle più prestigiose passerelle internazionali che l’hanno consacrata agli occhi del mondo. Ha deciso di fermarsi dove tutto ha avuto inizio vent’anni fa, in omaggio al Paese che l’ha lanciata prima di spiccare il volo per destinazioni più glamour. […] Un’entrata da purosangue, come nulla fosse, passo dopo passo, calzando dei sandali neri alla gladiatore e un vestito bianco di pizzo che, grazie ai suoi movimenti decisi, lasciava intravedere un top nero con motivi geometrici. Il tutto dopo un omaggio video regalatole dalla Colcci, la griffe brasiliana a cui la Bündchen è stata legata quasi una decade, da pelle d’oca. Gli 800 invitati in sala non hanno resistito ad applaudirla e ad incitarla in un coro quasi da stadio. Nella seconda apparizione, in abito a righe corallo, Gisele ha realizzato che sarebbero stati gli ultimi metri, e il calore brasiliano ha prevalso sulle sfumate origini teutoniche. Non ha retto all’emozione, lasciandosi andare ad una scena di composta umanità prima di alzare i pollici al cielo alle centinaia di persone che l’applaudivano. L’ultimo atto è un regalo delle sue amiche-modelle, raro in questo mondo, che hanno deciso di omaggiarla con una t-shirt con impresso il suo volto angelico e la scritta “The best is yet to come” (“Il bello deve ancora arrivare”). La über model si è congedata in jeans e maglietta, con una semplicità sconvolgente per chi ha ridefinito i canoni estetici di una generazione. Per il suo addio alla moda si è fermato un Paese intero, telegiornale compreso, per non parlare dei social media invasi da messaggi di ammirazione e richieste di ripensamento. Gisele Bündchen non scomparirà dalle scene, continuerà a fare pubblicità. […] Ma il suo addio lascia un vuoto di stile, al momento incolmabile, nel mondo della moda» (Lorenzo Simoncelli). La notte tra il 5 e il 6 agosto 2016 si è nuovamente esibita allo stadio Maracanã di Rio de Janeiro, in occasione della cerimonia inaugurale dei Giochi olimpici. «Gisele ha indossato un abito disegnato dallo stilista brasiliano Alexandre Herchcovitch, sfilando su una passerella di fortuna di 128 metri al suono della mitica Garota de Ipanema di Tom Jobim. La passerella potrà essere anche stata improvvisata, ma l’intensa personalità che la modella ha messo in quei pochi attimi è stata la stessa che ha conquistato le settimane della moda di tutto il mondo. Ricoperto di paillettes d’oro, che illuminate dalle luci al led del Maracanã assumevano diversi colori, l’abito lungo con scollatura profonda e spacco generoso rivelava le curve e tutta la bellezza della Bündchen. La creazione, ispirata alle curve delle opere dell’architetto brasiliano Oscar Niemeyer, è stata realizzata da Herchcovitch con consigli della stessa modella, che ha partecipato al processo creativo» (Carlo Cauti) • «La rete delle sue sponsorizzazioni e proprietà (suo è il marchio Ipanema e la linea Gisele Bündchen Intimates) è vasta. Oltre ai contratti personali, è proprietaria di diverse case e due hotel in tutto il Nord America e Brasile e ha una sua linea di prodotti per la cura della pelle» (Alice Trippolini) • Molto attiva in campagne di beneficenza (in cui si distingue per generosità) e di sensibilizzazione sociale, è ambasciatrice di buona volontà per il programma dell’Onu per l’ambiente • Tra le sue principali relazioni precedenti il matrimonio con Tom Brady, quelle con l’attore statunitense Leonardo DiCaprio, col giocatore di polo brasiliano Rico Mansur e col surfista statunitense Kelly Slater. Con Brady «è stato amore a prima vista: “Ho capito subito che Tom era quello giusto. Ho visto nei suoi occhi che è un uomo onesto, che crede nelle stesse cose in cui credo io”. Quando si sono conosciuti nel 2006, Gisele e Tom si erano appena lasciati alle spalle storie lunghe e importanti. Lei era stata per cinque anni la compagna in carica di Leonardo DiCaprio, lui si era separato dalla compagna Bridget Moynahan, dalla quale ha avuto il figlio Jack. Il loro primo appuntamento è stato “al buio”, combinato da un amico comune. “A lui aveva detto di avere trovato la sua versione al femminile, e a me di aver scoperto la mia al maschile”, ha raccontato la top. La scintilla è scoccata subito, e ora hanno due figli insieme, Benjamin […] e Vivian» (Francesca Bussi) • La sua prima passione fu la pallavolo, al punto che da ragazza meditò di dedicarvisi a livello professionistico. Ancora oggi, però, «fare sport è fondamentale: rappresenta una parte della mia vita. Non gioco più a pallavolo, ma pratico kung fu, boxe, yoga, pilates, tennis… qualsiasi cosa. Perché il corpo è un tempio e va trattato come tale» • «Sono legatissima al mio Paese, alla mia famiglia, alle mie cinque sorelle. Faccio il possibile anche per sostenere l’immagine della mia terra di colori, di serenità. […] Mio padre era contrario alla mia carriera da modella, ma non l’ho deluso e osservo le regole che mi ha insegnato. I pregiudizi che aveva sono stati sconfitti dal mio lavoro. […] Il mio è un lavoro duro e non ho mai pensato a esso come a una macchina per fare soldi. Implica ore di pose, professionismo assoluto. La moda poi fa parte del costume. Richiede molto impegno e, spesso, solitudine. […] La vita vera sta altrove, e io, nata senza tutto quello che ho oggi, abituata per anni a indossare i vestiti smessi delle mie sorelle, lo so bene. Al Brasile spero di dare molto con le cose che ho raggiunto e di creare scuole per bambini poveri delle favelas. Ho bisogno di verità, non solo di glamour».