Il Messaggero, 5 settembre 2018
Va di moda il Digital Detox
Cellulari lontani, chat chiuse, nessuna notifica di messaggi o mail, social network senza aggiornamenti, condivisioni o like. Chi vuole comunicare deve farlo guardandosi negli occhi, aggiungendo al posto di emoticon sorrisi – o bronci – reali. È la regola del Digital Detox, iniziativa che mira alla disintossicazione da smartphone, messaggistica istantanea, social, insomma a contrastare la dipendenza da telefonino. Una provocazione che si fa perfino trend. Sono sempre di più le realtà, tra ristoranti e hotel, che cercano di porre limiti all’uso di smartphone e social.
IL SEGNALE
E ora, il Digital Detox sale idealmente in passerella quasi a farsi regola di bellezza e fascino. Le 182 ragazze che partecipano a Jesolo a Miss Italia, ieri, hanno consegnato i loro cellulari agli organizzatori per riaverli solo dopo dodici ore. L’invito è arrivato dalla patron Patrizia Mirigliani: «Diamo un segnale di civiltà, è ora di riconnettersi alla vita reale, ristabilendo il giusto rapporto tra noi e il nostro cellulare e valorizzando alternative che TR spesso tendiamo a dimenticare, come la socializzazione purché non sia virtuale». Via gli smartphone dunque, stop alla rete. In alcuni casi, per la prima volta. Le concorrenti, infatti, sono quasi tutte nate insieme ai social. Difficile concepire il mondo della comunicazione senza schermate, pollici alzati e, soprattutto, senza stare con gli occhi fissi sullo schermo a far scorrere immagini facendo scivolare il dito sul display. Obiettivo della mezza giornata detox, educare a un uso più consapevole degli apparecchi. E, attraverso l’immagine delle reginette disconnesse, dare il buon esempio. D’altronde, il problema c’è. Si vede e si misura. E, in taluni casi, può far sviluppare una vera e propria dipendenza.
IL RAPPORTO
Secondo l’ultimo rapporto Agi-Censis, il 61,7% degli internauti italiani usa lo smartphone pure a letto e si sale all’81% tra i 18 e i 34 anni. Il 34% non smette a tavola. Tra i giovani si arriva quasi al 50%. Il 14% – il 20% dei ragazzi – naviga o si scambia messaggi alla guida. Il 77% si collega pure prima di addormentarsi – l’88% tra i giovani – e il 63% si connette ai social poco dopo il risveglio. A farlo è l’81% tra i ragazzi. Il 22,7% ha la sensazione di avere una sorta di dipendenza, l’11,7 ha l’ansia se non può connettersi. Varie le possibili conseguenze. Una ricerca condotta da Royal Society for Public Health britannica e Young Health Movement, sugli effetti dell’uso eccessivo dei social nei giovani tra 14 e 24 anni ha rivelato che può scatenare ansia, depressione e, in caso di disconnessione, sindrome da esclusione. Il più a rischio sarebbe Instagram. Non solo, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, stando a studi dell’University of South Wales, ricevere molti like non migliorerebbe l’autostima. La Coventry University guarda ai sintomi da Cybersickness: basterebbero cinquanta minuti consecutivi davanti allo schermo per accusare mal di testa e nausea. Senza dimenticare, sindrome da squillo fantasma – illusione di sentire suoni o vibrazioni – diminuzione della memoria e comparsa di un vero tecno-stress. L’università di Harvard segnala che l’uso degli smartphone porta ad assumere posizioni innaturali, che possono sovraccaricare la cervicale. E così si corre ai ripari.
GLI APPELLI
L’esempio delle Miss non è l’unico. A Milano, il 12, 19 e 26 settembre, in diciotto locali, si terrà l’aperitivo Digital Detox: i clienti saranno invitati a lasciare il telefono lontano, in modalità silenziosa, aereo o spento. Tema delle serate, nate nel progetto Smart Break, per l’uso consapevole dei media digitali ideato dalla psicologa Monica Bormetti, sarà Life On. Roma non sta a guardare. La scorsa primavera, il ristorante Casa Coppelle, ha lanciato un’iniziativa ad hoc, invitando gli ospiti a lasciare il cellulare in consegna per il tempo della cena, prendendo in cambio un libro di poesie, da cui trarre spunto per la conversazione. «L’idea è nata osservando i clienti – spiega Rachelle Guenot, art director – per stimolare soprattutto le coppie che si siedono a tavola e trascorrono gran parte della cena leggendo le notifiche sul cellulare, invece di guardarsi negli occhi».
Il primo luglio si è tenuto il Digital Detox Day, ideato dall’agenzia Ella. Molti hotel hanno invitato gli ospiti a lasciare lo smartphone. E così via. L’appello alla disintossicazione digitale è salito perfino sugli altari. La scorsa quaresima, il parroco di Tribano, in provincia di Padova, ha invitato i fedeli a privarsi del cellulare una settimana. E il problema non è solo italiano. La Royal Society of Public Health ha avviato, in Gran Bretagna, la campagna Scroll Free September, un mese senza social. E una start up newyorkese ha lanciato il Light Phone, cellulare che permette solo di telefonare, come strumento ad hoc per contrastare la dipendenza da smartphone.