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 2018  settembre 05 Mercoledì calendario

In Italia 48.000 case occupate da abusivi. Al via il censimento delle prefetture

Il nuovo fronte, Matteo Salvini l’ha aperto il 1° settembre. I prefetti sono stati invitati a effettuare un censimento delle occupazioni abusive entro il 30 settembre perché il paradosso italiano è che nessuno conosce davvero i confini del problema. Allo stesso tempo, ha rovesciato la dottrina Minniti sul tema: prima si sgombera, per evitare di pagare i danni ai privati ed evitare focolai di criminalità, poi si pensa alla sistemazione di chi è senza casa. 
Entro un mese, dunque, si dovrebbe avere una sorta di «catasto» delle occupazioni illegali. Finora vi è soltanto una somma di dati disomogenei. Secondo Federcasa, ad esempio, nel 2016 c’erano 48mila case popolari occupate abusivamente su un totale di oltre 750 mila alloggi pubblici. Il dato però sembra da correggere per difetto. Soltanto in Sicilia, l’assemblea regionale ha censito 8.879 famiglie che occupano abusivamente immobili pubblici, di Stato, di Comuni o degli Istituti di case popolari. A questi, restando a Palermo, vanno aggiunte decine di famiglie che occupano immobili della Curia o ex conventi. E poi ci sono quelli che si sono sistemati in immobili requisiti alla mafia. Da Sud a Nord, il fenomeno è enormemente cresciuto negli ultimi anni e non coinvolge soltanto immobili pubblici, ma anche privati. A Roma, dove oggi si terrà un vertice in prefettura, sono stati censiti 92 immobili occupati abusivamente con almeno 12 mila residenti illegali censiti e altri 8 mila clandestini. Alcuni casi sono davvero clamorosi: un palazzo nel quartiere San Giovanni, di proprietà della Banca d’Italia, è stato occupato abusivamente da una trentina di famiglie ben 14 anni fa. 
Altro discorso sono gli appartamenti della case popolari occupati nel quadrante Est della città e a Ostia. In questo caso ci ha pensato la magistratura con le sue inchieste a chiarire come sia all’opera un racket riconducibile agli Spada o ai Casamonica. 
E ancora. A Napoli si parla correntemente di Immobiliare Camorra a cui rivolgersi per avere facilmente una casa popolare. Sarebbero 1.500 gli occupanti abusivi a Firenze. A Bari, nel quartiere San Paolo, su 443 alloggi popolari di proprietà del Comune gestiti dall’Arca, 222 sono risultati irregolari. Esplosivo il fenomeno a Milano, con 4.300 le case popolari occupate sotto la regia di clan, spesso stranieri. Più leggero il problema a Torino, dove si calcolano 28 edifici occupati. 
Demolito un tabù
Se questo è il quadro, la circolare del Viminale demolisce un tabù: ai prefetti è richiesto di effettuare un censimento delle «vere» criticità. Significa che non può essere sufficiente un’autodichiarazione. E infatti i prefetti sono stati invitati di avvalersi della Guardia di Finanza per i controlli patrimoniali (contro i furbetti che occupano abusivamente e magari hanno altre case a disposizione) e dei Servizi sociali dei Comuni per avere il quadro esatto di chi è l’occupante abusivo. Dice poi la circolare che va vagliato se gli abusivi che stanno per essere sgomberati non siano in grado di trovarsi da sé una sistemazione «autonomamente o attraverso il sostegno dei loro parenti». Solo in caso di vero disagio, «i Servizi sociali dei Comuni dovranno attivare gli specifici interventi». Ancor più rivoluzionaria è la seconda indicazione del ministero dell’Interno: le sistemazioni alternative che i Comuni sono tenuti a garantire a chi è senza casa, i cosiddetti interventi sociali, «nella misura in cui siano ritenuti sufficienti e adeguati dai competenti uffici comunali», e tenendo in considerazione le possibilità concrete e non astratte degli enti locali, «non potranno essere considerati negoziabili». In pratica si vuole impedire che gli sgomberi finiscano nel nulla delle infinite trattative sulle sistemazioni. Il punto è quello che Salvini ha condensato in uno dei suoi immancabili tweet: «La proprietà privata è sacra e sono troppi gli italiani vittime di occupazioni da parte non di bisognosi, ma di furbi e violenti».