Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2018  settembre 05 Mercoledì calendario

Diritto & Rovescio

Il film The party è una pellicola meravigliosa. Con un fraseggio sublime. Una sceneggiatura di quelle che riescono a fare solo gli inglesi quando sono in forma. Il film racconta (era ora) la crisi del femminismo politico (e anche sentimentale) che ha allignato per troppi decenni nel mondo radical chic londinese. L’occasione è un party, appunto, per festeggiare in famiglia, fra pochi amici di sempre, l’elezione a ministro della sanità, addirittura, della signora ospitante che, per dimostrare la sua disponibilità e la sua assoluta nonchalance, cucina lei stessa e da sola la cena (salvo poi farla bruciare). Questo mondo patinato e supercorretto si dimostra ben presto, nei fatti, un autentico nido di vipere. Pronte ad aggredirsi. E nel peggiore dei modi. Questo microcosmo è irrimediabilmente fessurato dall’invidia e dall’arrivismo. Proclama un mondo delicato, attento, premuroso, non ostile e ne costruisce un altro che è l’esatto opposto. The party, un film da dito nella piaga.