Il Messaggero, 28 agosto 2018
Tutti i segreti di Suspiria, l’originale
Domani esce il nuovo Mission: Impossible con Tom Cruise. Ma c’è un’altra persona in missione quasi impossibile: Luca Guadagnino. Il suo remake di Suspiria debutterà in Concorso alla 75esima Mostra di Venezia sabato mattina, nella Sala Darsena. Si sa che è ambientato nella Berlino del 1977, dura due ore e mezza, nel cast ha Tilda Swinton in più di un ruolo e Dakota Johnson nei panni della ballerina arrivata alla Tanz Academy dall’America. La tensione è alta. Si va a rifare un capolavoro del 1977. Argento, all’epoca, è nel suo momento d’oro. Ha trionfato con 5 miliardi di lire di incassi con Profondo rosso, il sodalizio con Daria Nicolodi fa nascere Asia e tutto è maturo per passare dal giallo all’horror.
LE STREGHE
Una sola la parola d’ordine: streghe. È l’ispirazione che sa di cospirazione tra due innamorati, come racconta Argento stesso nell’autobiografia Paura del 2014. I due viaggiano insieme nel triangolo magico Torino-Lione-Praga, lei collabora alla sceneggiatura ed è bravissima a intuire il titolo: prima parola del romanzo Suspiria De Profundis di Thomas De Quincey. Il regista ricorda la fascinazione infantile per la strega di Biancaneve e i sette nani (1937) di Walt Disney, l’amore per il drammaturgo Frank Wedekind (papà della femme fatale Lulù) e forse anche il Movimento di liberazione della donna dello slogan «Tremate, tremate, le streghe son tornate». Strega nei 70 può voler dire tante cose. Vengono chiamate così, per esempio, le femministe che lottano per la legalizzazione dell’aborto.
FALSE BALLERINE
Argento le sue megere le immagina maligne e false ballerine a Friburgo, copertura mica scema datata 1895 per cooptare nuove adepte visto che il movimento del corpo può farsi facilmente demoniaco come insegnano baccanti pagane, tarantolate, Salomè bibliche e dark lady hollywoodiane alla Gilda. Prima vuole tutte protagoniste bambine poi, censurato dagli investitori stranieri, le sceglie ventenni mantenendo scenografie con maniglie troppo alte per trasmettere comunque l’idea delle inermi fanciulle. Nicolodi si aspetta il ruolo da protagonista che va invece a Jessica Harper.
IL MUSO DELLA MUSA
La musa mette il muso e Argento parte quasi disperato per la Germania, visto che lei se n’è andata di casa. Ma ormai Suspiria deve nascere e una volta sul set il regista romano si esalta non replicando nessuna inquadratura, ottenendo dal direttore della fotografia Luciano Tovoli una pellicola a bassa sensibilità per esaltare colori primari come rosso, verde e oro, enfatizzando la profondità di campo con lenti anamorfiche e restituendo l’effetto technicolor tipo Biancaneve e Il Mago Di Oz.
Durante le riprese si dice che il film sia maledetto, la segretaria di produzione tiene un diario dove annota tutti i bizzarri incidenti ma Argento non si dà per vinto, trasfigurando splendide location come la piscina Müllersches Volksbad di Monaco, la Haus Zum Walfisch (dove aveva vissuto Erasmo da Rotterdam) e la mitica Königsplatz in cui Hitler faceva i comizi e dove il pianista cieco interpretato da Flavio Bucci viene ucciso dal suo cane (la scena più geniale). Le signore del cast sono corpi tosti usciti dalla contestazione: Stefania Casini, reduce dalla scena di Novecento in cui giocava con i membri di De Niro e Depardieu; Susanna Javicoli, amata da Carmelo Bene e pronta a far sudare le mani al Moretti di Ecce Bombo; la tenebrosa Barbara Magnolfi e veterane come Joan Bennett e Alida Valli.
I GOBLIN
Non possono mancare le musiche dei Goblin, con il chitarrone greco bouzouki voluto da Argento. Nella prima traccia quel witch (strega) viene ripetuto ossessivamente dalla Mater Suspirorium Elena Markos, interpretata dalla sconosciuta Lela Svasta, che secondo Jessica Harper era «un ex prostituta novantenne scoperta da Dario per le strade di Roma». In Italia Suspiria incassa solo un miliardo e 400 milioni di lire, meno della metà di Profondo rosso. All’estero invece è trionfo. In Giappone si proietta negli stadi davanti a 30 mila persone, in Francia il regista viene osannato, negli Usa registi come Sam Raimi, Quantin Tarantino, George Romero (con cui Argento in quegli anni organizza la produzione del sequel de La notte dei morti viventi) lo guardano estasiati. Ce la farà Guadagnino a superare tutto ciò con il suo remake più lungo di 60 minuti? Sabato lo sapremo. Fino a quel momento, esiste solo un Suspiria. Quello firmato Dario Argento.