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 2018  agosto 27 Lunedì calendario

Scuola, boom di rimandati ma è flop corsi di recupero

 Debiti da recuperare, assolutamente prima che inizi la scuola: l’estate degli studenti delle superiori finisce tra i libri, uno su quattro è alle prese con i vecchi esami di riparazione. Ma per quattro ragazzi su cinque la scuola non ha attivato i corsi necessari per il recupero. La soluzione? Le ripetizioni private, con l’inevitabile salasso per le famiglie. E i rimandati in attesa di giudizio non sono pochi, anzi, sono in crescita rispetto al passato. Quest’anno infatti, in aumento sullo scorso anno scolastico, ha avuto almeno una materia con sospensione del giudizio il 22,4% degli studenti delle superiori contro il 21,7% di un anno fa. Se sono aumentati i debiti da recuperare, sono diminuiti i bocciati: a giugno infatti gli scrutini hanno fermato il 7,1% dei ragazzi delle superiori rispetto al 7,5% del 2017.
PIU’ RIMANDATI IN LAZIO
Evidentemente si tratta di due fattori correlati: per evitare di bocciare direttamente a giugno, aumentano le materie da recuperare. Una volta si diceva che lo studente era stato rimandato a settembre, oggi invece si parla di sospensione del giudizio, in attesa che l’allievo recuperi quei debiti nelle materie in cui non ha raggiunto la sufficienza, prima di poter accedere all’anno scolastico successivo. E i debiti, quindi, vanno recuperati necessariamente prima del primo giorno di scuola, superando gli esami organizzati dai singoli istituti. Tra le regioni con il maggior numero di debiti, spiccano la Sardegna e la Lombardia, rispettivamente con il 28,6% e il 26,2% di studenti con giudizio sospeso, sopra la media anche gli studenti del Lazio dove la quota dei rimandati arriva al 23,1% contro il 22,6% di un anno fa. Mentre tra le regioni più virtuose ci sono la Puglia con il 16% di rimandati, in aumento rispetto al 15,5% di rimandati del 2017, e la Calabria con 16,8% di ragazzi alle prese con il recupero, in calo rispetto a un anno fa quando i debiti avevano coinvolto il 17,7% dei ragazzi. Per quanto riguarda invece i percorsi di studio maggiormente a rischio debiti, il più alto numero di rimandati si registra negli istituti tecnici dove la quota di alunni con insufficienze da recuperare arriva al 26,8%, seguono a poca distanza gli istituti professionali con il 24%. La percentuale resta invece stabile nei licei dove il recupero riguarda il 19,2% degli iscritti. 

PRIMO ANNO A RISCHIO
L’anno più difficile alle superiori, quello in cui la promozione è maggiormente a rischio, si conferma il primo in cui si registra il picco di bocciature pari all’11,2%, rispetto al 7,1% di media. Non solo, a questi si aggiunge anche la quota dei rimandati che raggiungono il picco del 22,9% contro la media del 22,4% relativa ai quattro anni di studio. Tutti sui libri, quindi, per arrivare preparati il più possibile all’esame di riparazione che si svolgerà entro la prima metà di settembre. Prima però ci sono i corsi di recupero da frequentare: c’è chi li ha seguiti a giugno, chi a luglio e chi li farà a inizio del mese di settembre. Ma c’è anche chi non ne seguirà neanche uno, perché la scuola non può permettersi di organizzarli. E così i ragazzi rimandati dovranno arrangiarsi. Come faranno? Chi può si farà aiutare dai docenti delle ripetizioni private, a pagamento e con inevitabili ripercussioni economiche sulle famiglie. Si tratta della scelta fatta dalla maggior parte dei rimandati.

RIPETIZIONI PRIVATE
Per tutti gli altri resta il fai da te: un ripasso sui libri di testo, sperando di capire da soli quella lezione che, durante l’anno in classe, era andata perduta. Un’impresa troppo ardua. E infatti secondo un sondaggio del portale per studenti Skuola.net, il 53% dei rimandati è andato alla ricerca di ripetizioni private. Affidando la propria preparazione a un docente esperto. Anche perché nelle scuole mancano all’appello molti corsi gratuiti. Appena il 21% dei ragazzi, infatti, ha potuto usufruire di lezioni di ripasso a scuola per tutte le materie, mentre nel 54% dei casi i corsi sono stati attivati solo per alcune discipline. Sempre meglio di quel 25% che non ha avuto la possibilità di seguire neanche un corso, perché la scuola non li ha organizzati.