Corriere della Sera, 27 agosto 2018
«I soliti ignoti»: con Monicelli iniziò la commedia all’italiana
Come si fa, un lunedì di fine estate a non segnalare per l’ennesima volta (nei buoni film si trova sempre qualcosa di nuovo), un titolo che porta il sorriso venato anche di amarezza?
I soliti ignoti di Mario Monicelli (chiamarlo maestro lo offende anche nell’aldilà…) è uno dei titoli più amati della storia ed è l’inizio della commedia all’italiana: per la prima volta contiene anche la scena di un funerale. L’affetto della platea per quei cinque poveracci che tentano la rapina al Monte di pietà ma sbagliano mira e mura e si devono accontentare di pasta e ceci, diventa leggendario.
Un cast irripetibile, Gassman (il balbuziente er Pantera) che per la prima volta passa da Shakespeare e Kean al ruolo brillante grottesco e la deb Cardinale che inizia la scalata anche rispetto al produttore Cristaldi che col film incassò 100 milioni (laggiù nel 1958!) cedendo poi i diritti per versioni americane, musical (di Fosse) e sequel. Ma il miracolo non si ripeterà: qui c’è una sceneggiatura di Age, Scarpelli, Suso Cecchi D’Amico che andrebbe studiata a scuola, oltre alla sorpresa di Mastroianni e Salvatori (due anni saranno con Fellini e Visconti), i caratteristi Memmo Carotenuto, Tiberio Murgia (il siculo Ferribotte, scovato per caso al ristorante, disse Monicelli), Carlo Pisacane, la brava Carla Gravina e naturalmente l’arrivo di Totò al suo meglio nella scena cult della lezione di scasso in terrazzo.
Se aggiungete le musiche di Umiliani (audacemente stile jazz) e la non velata parodia al noir dei colpi grossi alla Rififi, il gioco è fatto: è un grande film a cavalcioni tra commedia e neo realismo (si pensa al capolavoro Guardie e ladri). Non vinse l’Oscar (fu battuto da Mio zio di Tati, come nel 60 premiarono Orfeo negro non La grande guerra), ma I soliti ignoti resta un pezzo di storia del cinema e del Paese visto e preso nel magico bianco e nero di Gianni di Venanzo e con i costumi ad hoc del felliniano Gherardi.
(I soliti ignoti, di Mario Monicelli. Rai3, ore 15.45)