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La sentenza su Marzabotto, i morti uccisi un’altra volta
Sicché, il cretino di Marzabotto se la cava con poco o nulla. Sospeso per otto mesi dalla giustizia sportiva, archiviato il caso dalla Procura di Bologna. Non è apologia del fascismo fare il saluto romano sul campo di Marzabotto indossando una maglia con i simboli della repubblica di Salò.
Era accaduto il 17 novembre 2017: ribollir di sdegno sui giornali e sulle tv nazionali. Partita tra dilettanti di seconda categoria, un gol del cretino fissa sull’1-2 il risultato di Marzabotto-65 Futa. Segue festeggiamento. Seguono polemiche. Il 65 Futa, il cui allenatore è di Marzabotto, mette fuori rosa il cretino. L’allenatore e tutta la squadra vanno a Monte Sole, quasi un pellegrinaggio liberatorio cui non sono tenuti. Il cretino, che non ha il dono del coraggio, se ne sta a casa. Poi si scusa, sulla bacheca della società, con un comunicato quasi certamente scritto da altri. Calcisticamente non è un fenomeno, eppure lo acquista una squadra di categoria superiore. "Nessun pericolo all’ordinamento democratico può essersi riscontrato", sentenzia la Procura. Secondo cui il gesto del cretino "è stato un gesto isolato, di un giovane che non pare nemmeno avere avuto piena contezza del grave significato della simbologia esposta e che, lungi dal voler diffondere o rafforzare l’ideologia del disciolto partito fascista a danno dei valori democratici e costituzionali si è poi scusato (stento a trattenere le lacrime: ndr) cercando invece l’incontro con Franco Leoni Lautizi, sopravvissuto alla strage di Marzabotto, che gli ha offerto la sua testimonianza a spiegazione della gravità del gesto mostrato". Nell’attesa che da qualche parte il cretino sia premiato come vigoroso militante di una destra liquida un paio di cosette è bene dirle. Che non avesse piena contezza della gravità del gesto è una balla difficile da mandar giù.
Il cretino abita a otto chilometri da Marzabotto, impossibile non sapesse di una strage di 800 civili, tra cui molte donne, il parroco e 56 bambini. Lo sapeva e ha premeditato il gesto. Perché proprio lì e non su un altro campo? Perché lì valeva doppio, lì era il bersaglio ideale per l’impresa del cretino. Lì faceva più male. Sul fronte penale, pur riconoscendo "indubbia gravità alla simbologia esibita dal calciatore" gli elementi acquisiti nelle indagini (quanto approfondite?ndr) inducono a ritenere insussistente il reato ipotizzato, sia quello di apologia di fascismo che di manifestazione fascista. Secondo il pm, persona offesa dal reato è solo lo Stato, mentre privati e soggetti pubblici diversi, come il Comune di Marzabotto oppure associazioni antifasciste possono solo rivestire la qualifica di soggetti danneggiati. Per questo non sono stati avvisati della richiesta di archiviazione e non si sono potuti opporre. Tanto rumore per nulla, allora? No. È vero che dalle prime pagine di novembre il fatto è scivolato nelle pagine regionali di agosto, in fin dei conti non è morto nessuno. A parte i morti uccisi un’altra volta, a parte un’idea anche piccola di convivenza civile, di memoria da tenere viva, quella sì, non è morto nessuno ma hanno sofferto in molti. Bisogna rassegnarsi all’idea che si può andare a sghignazzare ai funerali, o a scoperchiare tombe e ricordi dove la ferita non si chiuderà mai, a Marzabotto come a Oradour-sur-Glane.
Goliardate, cazzate, ragazzate.
Mi sfuggono i motivi per cui lo Stato ha il diritto di sentirsi offeso e sindaco di Marzabotto no, solo danneggiato. Si prenda atto che sul campo di Marzabotto non c’è stata apologia del fascismo, ma tutta questa storia in un’antologia del fascismo (nuovo) ci starebbe bene.
Starà bene Sarri a Londra, ma avrà capito quali differenze ci siano con l’Italia. Qui ci si limitava a dire: ma quanto fuma questo Sarri. Gli inglesi, precisini, hanno fatto il conto.
Dalla fonte Joe.co.uk: Sarri ne fuma 80 al giorno, 5 ogni ora, per un totale di 29mila all’anno (22mila durante la stagione calcistica). Non paghi, gli hanno fatto i conti in tasca: nel corso della sua vita Sarri ha mandato in fumo 400mila euro. Su cosa si sono basati gli inglesi? Come fanno a sapere se da giovane Sarri fumava le Marlboro o le Alfa, o qualcosa di più esotico tipo Macedonia o Papastratos?
Roba da perderci il sonno. Nel dubbio, metter su i vecchi Platters, "Smoke gets in your eyes", e va là che vai bene. Vai bene, occhio, se non porti la cravatta. All’ospedale universitario Schleswig-Holstein, in Germania, hanno tenuto sotto osservazione trenta uomini sui 25 anni. Quindici senza cravatta, gli altri con nodo Windsor, detto anche scappino. Gli incravattati, ha detto la risonanza magnetica, hanno avuto una diminuzione del 7,5% nel flusso sanguigno cerebrale. Problema già affrontato in Italia dal collega Sciascia ( cfr. "Todo nodo").
L’australiano Steve Kassem ha dichiarato a New Scientist che questo potrebbe essere un problema per quelli che hanno la pressione alta o che fumano. Il che spiega perché Sarri è sempre in tuta.