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 2018  agosto 26 Domenica calendario

Gli acrobati domatori di mongolfiere

«Approchez mesdames et messieurs, il Cirque Inextremiste è fiero di presentarvi la sua nuova creatura. Come sempre, nulla è proibito, eccetto, forse, pensare che i nostri acrobati dominino tutto quello che fanno». Scherza ma nemmeno troppo Yann Écauvre, direttore artistico del collettivo francese di funamboli estremi che, a bordo di un aerostato, è pronto a decollare alla volta di Colorno, Parma. È qui che, sabato 1° settembre, Cirque Inextremiste porterà in prima nazionale italiana, e per una sola data, la sua nuova creazione, Exit, una performance clownesca, funambolica, spettacolare e... completamente folle. L’appuntamento rientra tra gli eventi di Tutti matti per Colorno, festival di circo contemporaneo, teatro e musica all’aperto in programma da venerdì 31 agosto a domenica 2 settembre nel centro storico della «Versailles dei duchi di Parma».

Un «domatore» di mongolfiere, dei musicisti, un manipolo di improbabili personaggi sono i protagonisti della «sceneggiatura» di Exit, che mette al centro della scena la cabina di un pallone aerostatico di 3.400 metri cubi, usata per equilibrismi audaci e funambolismi estremi, a bordo e fuori bordo, sempre a diversi metri dal suolo. Clownerie rocambolesche pronte a mettere in discussione le leggi della gravità e le frontiere del circo, del teatro e dell’acrobatismo. 
«Il rischio – spiega Écauvre – è una costante del circo, noi lo manipoliamo al fine di ritrovarlo in un luogo che non sia solo tecnico quanto, direi, mentale. Ci divertiamo con le paure. I nostri spettacoli possono parlare di disabilità (Extrêmités, 2012) o terrorismo (Extrêmités, 2007), ma il modo di esprimere tutto passa attraverso il pericolo. In modo controllato, naturalmente. Sappiamo sempre dove stiamo andando: è non sapere dove si va la situazione più pericolosa!». 
Il pericolo, precisa Écauvre, non è il soggetto dei suoi spettacoli: «È un sentiero, un rivelatore. Sfiorare situazioni di rischio svela quanto reali esse siano. Istintivamente il pericolo ci fa concentrare sul corpo, lo costringe a mettersi in ascolto di quel che succede, a vivere quell’istante senza artifici. È uno stato d’essere privo di maschere, senza il gioco delle apparenze». Gli spettacoli di Cirque Inextremiste raccontano «storie di un’umanità capace di cambiare il suo destino». Nel circo, riflette l’artista, c’è un lato sovrumano: «Di fronte a situazioni estreme, la pratica del corpo permette di trascendere la realtà. La missione di un acrobata è mostrare come l’impossibile diventa possibile grazie alla forza di volontà e all’allenamento. È a questo che penso quando parlo di un’umanità in grado di cambiare il proprio destino: quando rischiamo sulla nostra pelle, possiamo superare i limiti, evolvere e anche provare a reagire, cambiare il mondo. Quando si è in una situazione di rischio, è meglio essere solidali. Questo vale anche per le situazioni estreme dei nostri spettacoli: quindici artisti in equilibrio su una tavola sono per forza legati gli uni agli altri. Se in questo risuona un’eco politica, beh... i miei spettacoli in ogni caso rimangono leggeri, ironici».
Sul suo ruolo di direttore artistico, Écauvre chiarisce: «Sono più simile a uno sceneggiatore. Il mio lavoro si avvicina a quello del game designer – il gioco, come uno spettacolo, procura emozioni: cerco di trovare regole e meccanismi capaci di far funzionare tutto. In genere procedo così: scrivo lo spettacolo nella mia testa, visualizzandolo mentalmente, secondo una tecnica che utilizzano i samurai per prepararsi al combattimento, prima di viverlo: faccio un rapido “giro” mentale, e quando lo spettacolo finisce in un empasse, cerco i modi per farlo procedere. Poi provo “sul serio” le situazioni che ho pensato e, seguendo l’emozione, le trasformo. Ma quello che conta di più è essere di fronte al pubblico: le rappresentazioni migliorano di più con il pubblico che senza. Non amo tanto l’idea della “prima”, di solito ritengo lo spettacolo concluso dopo diverse repliche. Finché non sono soddisfatto, continuo a migliorarlo. Ascolto gli spettatori, apporto le modifiche in relazione alle loro reazioni: in definitiva è per loro che andiamo in scena!».

Le performance di Cirque Inextremiste nascono, prosegue, in un clima di «gioiosa anarchia autoproduttiva, che cerca di tenere conto dei desideri e dei bisogni di tutti». Lui, Écauvre, è un autodidatta: «La mia specialità era inizialmente il trampolino, ma nasco come equilibrista e acrobata. Mi considero più un “cercatore di idee”, mi piace creare spettacoli con l’equilibrio e la precarietà. L’interesse verso oggetti insoliti, inusuali, come le bombole del gas su cui, ad esempio, abbiamo costruito Esquif (spettacolo in cui i musicisti della Supernatural Orchestra suonavano e marciavano su tavole di legno in equilibrio proprio sopra delle bombole di gas), proviene dalla vita di tutti i giorni, ed è ciò che permette una nuova ricerca sull’equilibrio. Non ci si pensa mai, ma anche gli oggetti hanno una “drammaturgia”». Vale da esempio per tutti il mini-escavatore che, in Extension, Rémi Lecocq, acrobata circense paraplegico a seguito di un incidente durante un allenamento che, a soli ventuno anni, gli ha lasciato entrambe le gambe paralizzate, manovra come «estensione» del suo corpo per «vendicarsi» di due complici che approfittano della sua disabilità. Anche portare in scena l’handicap è una scelta ardita, rischiosa... «Volevo dimostrare che la disabilità non è insormontabile – osserva Écauvre —. La drammaturgia si è “nutrita” della storia di Rémi. Il principio è che i portatori di handicap siano come tutti gli altri, ma in quanto più deboli possano essere più facilmente sopraffatti. In Extension c’è molto humor nero, un umorismo che attraversa acrobazie e gesti, perché non c’è alcun testo. Alla fine, la storia, fatta di teatro, di giochi, di equilibrismi, è diventata una miscela divertente e poetica».