La Lettura, 26 agosto 2018
Testa o croce non sempre è 50% e 50%
La probabilità avrebbe un aspetto soggettivo. La possibilità che si verifichi un evento viene talvolta valutata con un calcolo probabilistico «individuale» che considera fattori diversi rispetto al semplice caso. Ad esempio, non si attribuisce sempre al lancio di una moneta un 50 per cento esatto per la possibilità che esca testa e un 50 per cento croce. I matematici fanno un esempio: supponiamo che un giocatore, a fronte di un montepremi di mille euro, scommetta su «croce» solo fino a un massimo di cento euro (il 10 per cento); ciò significa che egli attribuisce in modo implicito al fatto che esca «croce» solo una probabilità del 10 per cento, anziché il 50 netto della matematica – il che non implica che ci sia più o meno probabilità di vincere, ma solo che si facciano scelte pratiche diverse, come interrompere il gioco. Questo conta molto in economia: il «calcolo probabilistico individuale» può modificare il prezzo di un titolo di Borsa sulla base di elementi che con il normale calcolo delle probabilità hanno poco a che vedere. Per analizzare un tema così complesso, alcuni studiosi internazionali si incontreranno a Milano al convegno The mathematics of subjective probability, da lunedì 3 a mercoledì 5 settembre all’Università di Milano-Bicocca (piazza della Scienza 4, unimib.it). Tra gli ospiti, lo studioso di Teoria dei giochi Ehud Kalai, della Northwestern University in Illinois, lo statistico William D. Sudderth, dell’Università del Minnesota, Rajeeva L. Karandikar, direttore del Chennai Mathematical Institute nel Tamil Nadu, e gli italiani Eugenio Regazzini dell’ateneo di Pavia e Massimo Marinacci della Bocconi.