Corriere della Sera, 22 agosto 2018
Rampling-Courtenay, gelosia e crisi di coppia (con il morto)
Le relazioni sentimentali sono state analizzate dai film in ogni aspetto: dal primo al secondo tempo si possono accusare colpi di fulmine e colpi di tuono, sempre via col vento.
È la convivenza matrimoniale protagonista di molti capolavori quasi mai ottimisti; senza scomodare Strindberg e Ibsen, basta pensare a Bergman (Scene da un matrimonio), Nichols-Albee (Chi ha paura di Virginia Woolf?), Haneke (Amour). Uno dei ritratti più veri ed impietosi della decadenza degli affetti nell’unione che si appresta a festeggiare con torta e champagne i 45 anni di sopravvivenza del cuore, lo offre Andrew Haigh regista e attivista gay coi suoi film, spesso premiati ai festival gender.
Dopo Weekend, storia di un incontro tra due uomini nell’arco di 48 ore, il 45enne autore inglese, di cui abbiamo visto a Venezia Charlie Thompson, è un esperto detective delle pulsioni del cuore, visibili e non. Siamo ai preparativi per una festa coniugale, i 45 anni, amara per l’ex insegnante (Charlotte Rampling, nomination all’Oscar, prediletta di Visconti e Ozon) e il marito (Tom Courtenay, coppia di attori straordinariamente sintonizzata).
Il casus belli è il ritrovamento tra i ghiacci del corpo dell’ex fidanzata dell’uomo, che scatena una gelosia postuma, un’invidia retrospettiva della moglie che non capisce il perché di alcune reticenze che minano la sicurezza apparente del ménage nel tranquillo posto di campagna. Come per il cinema anche nelle sceneggiature degli affetti bisogna abbassare la soglia di incredulità: tutto può accadere specie con una coppia anziana che deve accettare la fragilità della vecchiaia e un tramonto già pronto all’orizzonte.
Giocato in punta di penna, grazie al tesoro psicologico degli attori premiati con l’Orso d’oro a Berlino, il film di Haigh va oltre la crisi di coppia, mina le sicurezze di una società regina dell’apparenza, infelicemente benestante.
(45 anni, di Andrew Haigh. Rai3 ore 21.15)