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 2018  agosto 25 Sabato calendario

McCain ha smesso di curarsi

«Il progredire della malattia, e l’inesorabile avanzamento dell’età, renderanno il loro verdetto. Con la sua abituale forza di volontà, ha scelto di interrompere le cure mediche». Con queste parole, la famiglia di John McCain ha comunicato che il suo lungo addio si sta compiendo. Il senatore colpito da un cancro al cervello ha deciso di smettere le cure, e quindi la sua fine diventa questione di giorni. L’eredità politica invece resta, a cominciare dall’interrogativo su chi si azzarderà a prendere il suo posto come principale spina repubblicana nel fianco del presidente Trump, che per espresso desiderio del «Maverick» non verrà neppure invitato al funerale.
John compirebbe 82 anni mercoledì prossimo, e viene da una famiglia di militari. Nel 1967 il suo aereo era stato abbattuto sopra Hanoi, facendo di lui un eroe, per il modo in cui aveva resistito alla prigionia. I vietnamiti gli avevano spezzato le braccia, che non sarebbe più riuscito ad alzare completamente per il resto della vita, ma non lo spirito. E la sua resistenza nella prigione soprannominata «Hanoi Hilton» era diventata leggendaria. Così nel 1982 si era guadagnato un posto da deputato, e quattro anni dopo era diventato senatore dell’Arizona. Un «Maverick», spirito libero e non conformista, nella politica come lo era stato sotto le armi, dove l’indisciplina lo aveva fatto diplomare in Accademia navale come ultimo del suo corso.
La corsa alla Casa Bianca
Nel 2000 si era candidato alla Casa Bianca, e probabilmente sarebbe riuscito a «suonare Al Gore come un tamburo», secondo la previsione fatta dopo aver vinto le primarie iniziali nel New Hampshire. Poi però la macchina del Partito repubblicano si era messa in moto e lo aveva bloccato, usando anche in anticipo la diffamazione delle fake news, quando in South Carolina era girata la voce che avesse un figlio naturale nero. Nel 2008 McCain ci aveva riprovato, ottenendo stavolta la nomination. Il momento però era sbagliato, perché l’impopolarità di Bush lo aveva condannato alla sconfitta contro il cambiamento impersonato da Obama. Nel 2016 era diventato il principale nemico interno di Trump, da quando Donald gli aveva tolto l’onore di eroe di guerra: «Cosa ha fatto di grande McCain? Si è lasciato catturare. Io preferisco chi non si è fatto prendere». Lo scontro non poteva diventare più feroce, tra due personalità simili nella loro originalità, ma opposte nei valori. E infatti proprio John si era preso la rivincita più importante, nel luglio del 2017, quando il suo voto aveva condannato al fallimento il tentativo del presidente di cancellare la riforma sanitaria Obamacare. 
Da quando ha scoperto di essere malato, McCain si è ritirato in Arizona per le cure, ma non ha smesso di far sentire la sua voce. Inclusa la scelta di non invitare Trump al suo funerale, o criticarlo per l’incontro con Putin. È diventato la coscienza critica di un partito che non ha più la forza di obiettare nulla al presidente, e anche se Mitt Romney spera di rimpiazzarlo con la candidatura al Senato nello Utah, il vuoto resterà incolmabile.