Libero, 25 agosto 2018
I friulani trincano troppo vino e protestano con la Treccani
La scemenza del giorno l’ha scovata il Messaggero Veneto (bravi) e la potremmo sintetizzare così: all’enciclopedia Treccani bevono molto. Ma così non si capisce, quindi da capo: la notizia è che la seriosa enciclopedia Treccani, in una sezione sulla grammatica del suo serioso portale web, cioè il “portale del sapere”, ha fatto degli esempi per spiegare i vari utilizzi dei verbi all’infinito. Per farlo, se andate a leggere, il portale usa frasi fatte o luoghi comuni, per esempio «Ho preso a urlare di gioia», «Il fare in fretta spesso è dannoso» o «Era proprio un bel vivere». Frasi della nonna, di neutrale genericità, ma poi spunta questa: «Il bere vino è molto diffuso in Friuli». E bum, i friulani si sono incazzati, o perlomeno al Messaggero Veneto: anche perché incazzarsi è molto diffuso in Friuli. Questo è assodato e ve lo assicura pure lo scrivente (che è mezzo friulano, padre nativo di Valvasone) oltre ad assicurarvelo un popolo di grandi lavoratori che però sono capaci di fare una tragedia se dici Frìuli e non Friùli (occhio all’accento) e se consideri che i veneziani e i giuliani restano comunque esclusi dall’espressione: nessuno ha voglia di dire friuliveneziagiuliani. Allora litigano. E lo fanno in italiano, veneziano, triestino, friulano, sloveno, tedesco, veneto, croato, ladino vajontino e altri che stiamo dimenticando, e che quindi s’incazzeranno.
LA VERITÀ Non stiamo parlando di dieci milioni di persone, ma di un milione e due. Beh, qualcuno si sarà incazzato, e non si capisce perché: la fu-gloriosa Treccani ha scritto che bevono molto, e tutto sommato è vero. Avessero scritto che bevono poco, allora sì, avrebbero potuto querelare. È un bere bene, inserito nella tradizione e nel costume, ma non è una cosa da primato: il rapporto Istat spiega che a consumare più alcolici fuori pasto sono soprattutto uomini e donne residenti nel Nord-est (rispettivamente 63,1 per cento e e 44,1 per cento) ma sono valori molto simili a quelli del Trentino-Alto Adige, dove a darci dentro sono soprattutto le donne (58,2 per cento) e della Valle d’Aosta, dove odiano l’acqua a meno che sia in forma di neve. Tra l’altro chi beve fuori pasto ha mediamente un titolo di studio più elevato della media, soprattutto tra le donne. Poi vabbeh, ci sono tanti modi di bere: un conto è sorseggiare l’intruglio con le patatine, un altro è tracannare Lagavulin 16 anni: in termini assoluti però – lo diciamo ai friulani ma soprattutto ai sobri dell’enciclopedia Treccani – assai più che in Friuli si beve nelle Marche, in Emilia e a Bolzano, città alcool-free dove ti sbronzi in due lingue. Il Friuli è solo quinto. In Italia, in generale, non è più una roba da grappino di paese: la bevuta fuori pasto è in aumento nei Comuni con più di 10.000 abitanti, e decresce nei piccoli comuni fino a 2000.
BIRRA E APERITIVI Ma dicevamo i friulani: i quali scontano, semplicemente, il luogo comune che un tempo era riservato ancor di più ai «veneti ubriaconi» come li definì il diplomatico Oliviero Toscani, ignorando, forse, che in Veneto si tracanna più che altrove solo per quanto riguarda gli aperitivi, mentre è nella media se si parla di birra e superalcolici. E ci tengono a farlo sapere, i veneti: «La nostra regione non ha più il primato, i friulani bevono molto di più» titolava fieramente Treviso Oggi nell’aprile scorso. E in effetti il Friuli conta valori superiori alla media italiana per vino, birra, aperitivi e superalcolici, con una crescita delle donne sbevazzatrici. I friulani bevono: è stata registrata una crescita di donne che bevono vino e aperitivi alcolici. Ma, ripetiamo, è poca roba in confronto ad altre regioni e segnatamente a Bolzano, dove l’alcol peraltro indica 253 ricoveri ogni 100.000 abitanti che è molto più dei 148 friulani. E comunque, rispetto al resto d’Occidente, l’Italia resta una cenerentola del bere, il bere brutto che ammazza: non i nostri raffinati vinelli. Ma la stiamo mettendo giù anche troppo dura, perché il punto resta questo: che s’incazzano a fare, i friulani? Bevano e stiano tranquilli. Non parliamo di una regione dove la gente scola di nascosto con la bottiglia nascosta nel cartone, ma di aziende produttrici di vini di altissimo livello richiesti in tutto il mondo e imbottigliati e migliorati di generazione in generazione; noi conoscevamo il Friuli come terra di produttori, di osterie storiche, di cantine, di filari e di vigneti, di appassionati e intenditori, non come una terra di complessati. Sai che gli frega della Treccani. Ecco, a proposito, l’altro punto potrebbe essere questo: agli amici della Treccani, a loro sì, levateje er fiasco. Perché dico, c’era proprio bisogno, tra varie frasi inamidate, di tirare in ballo i friulani bevitori’ A questo punto, dal ‘Portale del sapere’, potremmo agognare altre perle coniugate all’infinito: «Ai genovesi non piace pagare», «ai napoletani piace rubare», «agli juventini piace barare», «ai giornalisti piace montare». Ma in vino veritas