la Repubblica, 25 agosto 2018
Il mio pensiero irregolare
Mi aspetto e mi auguro che decine di donne e uomini assaliranno la vostra redazione per chiedere la testa della signora Aspesi, dopo che ha ridicolizzato così questi fenomeni». La signora Aspesi sarei io e non è possibile trovarmi e quindi mettere a repentaglio la vita di colleghi innocenti, né alla redazione romana né in nessun’altra, standomene a casa mia con bastone, non per bastonare ma per sostenermi. Il lettore Luca Matteini, uno dei pochissimi, dice lui, che mi legga, non è il solo ad augurarmi una giusta lapidazione in quanto criminale. Altri lo hanno fatto, per ora tutti maschi, mentre, sempre per ora, le donne sono state clementi.
Ho borseggiato una vecchietta tingendomi la faccia di nero per sembrare un africano e quindi incolpare tutti gli africani, anche quelli rimasti là? Ho postato un selfie mentre facevo le corna sopra la faccia sudata di Salvini? Sono iscritta al Pd? (Lo sono). Ho fatto di molto peggio: su un evento del tutto insignificante per il nostro futuro e il futuro del nostro pianeta, ho osato dire la mia, che come capita ogni tanto non sempre corrisponde al pensiero degli instancabili cliccatori, quelli che dicono la loro soprattutto su ciò che non conta. Come anch’io in questo caso, trattandosi del nebuloso, come dice il signor Luca, “caso Argento”. Chissà perché, sia pure fregandomene, non riesco ancora ad abituarmi alle infuocate tempeste delle varie piattaforme, tanto che su Facebook accetto solo amici che mi inviano paesaggi della Mongolia e concerti dalla Groenlandia. Una pace, una sapienza, un piacere!
Quindi torniamo alla signora Argento, al signor Weinstein, al signor Bennett, al povero defunto signor Bourdain e alle mie venti righe di stupidaggini su un viluppo di letto che tra qualche giorno sarà sostituito da uno nuovo: il che consentirà di augurare la morte (o eseguirla) di altri irregolari della banalità. Giustissimo pensarla diversamente, opporsi, spiegarsi e chiedere spiegazioni, condividere, confutare, intavolare discussioni di gruppo (questo no, per favore!) e perdere quanto tempo si ha a disposizione mentre c’è chi sta mandando in fallimento la nostra vita vera. Non perdere le staffe, però, non dare i numeri, non farsi venire il mal di stomaco per una rabbia selvaggia, non dichiarare guerra, non pretendere la decapitazione immediata senza processo, non chiedere tabula rasa. Cosa è successo? Niente che ci riguardi, niente che non succeda da sempre, niente che non incroci moralismo sessuale, sesso, ricatto, Hollywood, dissesto familiare, infelicità, depressione. Niente che ci consenta di diventare giudici, niente che ci proibisca di raccontare con ironia, e anche di prendere una cantonata. La dittatura del pensiero unico mi pare molto pericolosa. Per favore non sparate.