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 2018  agosto 24 Venerdì calendario

Arrivano i Bts, prodotti per il mondo dalla fabbrica coreana degli idoli pop

Non c’è ragazzina (di ogni età) che non li conosca. E non c’è cantante che non li adori. Shawn Mendes vuole duettare con loro. E Halsey non perde un loro concerto. Il perché è facile. I Bts sono il gruppo K-Pop più acclamato del momento. RM, Jin, Suga, J-Hope, Jimin, V e Jungkook – tutti ventenni – sono talentuosi, bellocci e stilosi. Scrivono ritornelli che restano in testa, ma dietro al loro successo c’è di più. Nonostante melodie orecchiabili che fanno pensare a testi spensierati, nelle canzoni affrontano argomenti serissimi come la ricerca della felicità e il bullismo. Ebbene sì, cantano in coreano (con il termine K-Pop s’intende infatti la musica pop di quel Paese asiatico), ma grazie a video, rigorosamente sottotitolati in inglese, sono riusciti a far battere il cuore alle teenager di tutto il globo. 
Nel 2018 si sono portati a casa una valanga di premi, l’ultimo per aver superato i 10 milioni di iscritti sul canale YouTube. Briciole, se si contano i follower su Twitter: ben 16 milioni. Il loro video più visto, Dna, ha oltre 470 milioni di visualizzazioni. E non è tutto: hanno perfino soffiato il titolo di «top social artist» a Justin Bieber. Se si parla di record, però, il più importante è sicuramente il primo posto dell’album Love Yourself: Tear nella classifica americana. Un traguardo mai raggiunto prima da nessun altro coreano (nemmeno da Psy con il suo Gangnam Style). 
E pensare che solo cinque anni fa questi bei giovanotti distribuivano locandine per strada per invitare la gente ai concerti. Adesso, invece, hanno un esercito di fedelissimi al loro fianco: i fan si fanno chiamare Bts Army, proprio perché sono come soldati votati alla causa. 
Ma i Bts, noti anche come Bangtan Sonyeondan – ovvero «boy scout a prova di proiettile» – sono solo la punta di un’industria musicale che a breve conquisterà le classifiche mondiali. Un fenomeno esploso tutt’altro che di colpo. È dagli Anni Novanta, infatti, che la Korean Wave (l’onda creativa coreana che riguarda anche film e serie tv) guadagna spazi nel mondo dell’intrattenimento. 
Tra i più influenti sul web
Oggi questi sette ragazzini si apprestano a diventare le prime superstar globali: cantanti presenti sulle piattaforme di streaming occidentali e orientali (come QQ Music, Kuwo e KuGou di proprietà del colosso Tencent), in grado di dominare le vendite dall’America all’Europa. 
La rivista Time li ha inseriti nella lista delle 25 persone più influenti sul web, di sicuro anche per come sfruttano social e YouTube (dove collezionano milioni e milioni di clic). Al contrario delle major occidentali, infatti, le etichette coreane hanno permesso agli artisti di usare la piattaforma video liberamente. Così le clip delle band – non solo quelle dei boy scout – si sono diffuse in fretta e sono diventate virali. Merito anche di balletti curatissimi e di un look glam studiato nei minimi dettagli. 
Perfino in Italia ci sono «armate» di adolescenti che seguono i Bangtan Sonyeondan e che oggi si saranno accaparrate il loro nuovo disco, Love Yourself: Answer. Fan sfegatate che pregano perché il tour che partirà domani da Seul e che sbarcherà in America e in Europa in autunno, si fermi nel nostro Paese; anche se per il momento non è in programma nessuna data. Peccato, perché i live sono puro spettacolo, merito di anni e anni di quello che si potrebbe definire un vero e proprio addestramento. 
Artisti come Bts, Big Bang, Exo, SHINee, Got7, infatti, sono il risultato di una macchina che trasforma teenager in «idol». Lezioni di canto, recitazione, ballo. Ma la vita di questi divi è del tutto diversa da quella delle altre rockstar. Nessuno sballo e una rigida disciplina: è così che si diventa i migliori. Sempre che si riesca a reggere la pressione. Quando l’anno scorso, Kim Jong-hyun – leader degli SHINee – si è tolto la vita, in molti hanno puntato il dito contro questa alienante catena di montaggio. 
La competizione in effetti è altissima, e tutti vogliono emergere. Anche le ragazze. Non sono da meno dei colleghi gruppi come Loona (una formazione di dodici artiste), 2NE1, Twice e Blackpink. Quest’ultime – ovvero Jisoo, Jennie, Rosé e Lisa – con la hit Ddu-Du Ddu-Du hanno superato i trecento milioni di clic su YouTube in soli 69 giorni, facendo anche meglio dei Bts.