la Repubblica, 24 agosto 2018
Il fattore Raikkonen
L’uomo di ghiaccio si è sciolto. Quasi: «La pioggia? Non mi interessa». Non chiedete a Kimi Raikkonen grandi analisi, discorsi, parole. Risponderà secco, freddo, con un’agghiacciante eppure meraviglioso sbuffo dalla bocca. Leggetelo ( in finlandese, per ora) in “Kimi segreto” ("Kimi Tuntematon"), la biografia raccolta dal suo connazionale e amico Hari Hotakainen, scrittore e drammaturgo, pubblicata a metà agosto. Le prime immagini, tradotte, sono quelle di un vichingo focoso, strambo, inedito davvero. L’infanzia povera, le fatiche dei genitori per farlo correre, il disgusto per la scuola, i problemi con la dislessia, le sbronze «per rilassarsi». Un Iceman messo a nudo, anche se quando gli chiediamo di leggere il racconto se non in italiano, almeno in inglese, risponde addirittura ridendo: «Non credete a tutto quello che leggete». A Spa in Belgio, che riapre dopo la pausa estiva il mondiale di F1, il quasi 39enne pilota della Ferrari torna in pista come sempre: come se nulla fosse accaduto. «Vedremo domenica dove saremo». In 12 gare nessun successo ma ben nove volte sul podio. Mentre il compagno di squadra Sebastian Vettel lotta ai vertici col rivale della Mercedes Lewis Hamilton per recuperare lo svantaggio di 24 punti con cui è andato in ferie, Kimi se ne sta lì dietro, terzo in classifica (a 43 lunghezze da Seb) con un bottino a uso del Cavallino nella classifica costruttori (-10 punti dalle Frecce d’argento) e un futuro che si dice quasi certo: «Le trattative sul mio contratto in scadenza? Non ci sono novità». Dato quasi in uscita a metà stagione per l’incalzare del prodigio dell’Alfa Romeo Sauber e della Ferrari Academy, il ventenne monegasco Charles Leclerc, in realtà il sedile di Kimi si sarebbe rinsaldato nell’ultimo mese, anche per dare continuità al programma di Maranello dopo la morte inaspettata del presidente Marchionne alla vigilia del gp d’Ungheria a fine luglio. E da allora altro che break estivo. A fari spenti, la F1 si è tutta scombussolata: l’addio di Alonso ieri discusso ancora in conferenza stampa («Non mi divertivo più» ) e il suo volante preso da Sainz, il passaggio di Ricciardo dalla Red Bull alla Renault ( «Volevo cambiare aria») e il rimpiazzamento con Gasly. Tutto cambia, eccome, persino l’idea di un Kimi algido. A Spa è il più vincente tra i contemporanei ( 4 successi). Gli piace il circuito più lungo (7004 metri) e più completo del Circus per la combinazione di curve veloci, curve cieche, cambi di pendenza e rettilinei interminabili: «Il disegno della pista è divertente, al pubblico piace. La mia vittoria preferita? Forse quella del 2004», certo, partì decimo con la sua lenta McLaren e riuscì a battere persino Schumacher, il re (anche) a Spa dove vinse il suo primo Gp dei 6 totali in Belgio (e il figlio Mick, a luglio scorso, la prima gara di F3). I segni del destino: nel 2007 fu ingaggiato dalla Ferrari per sostituire sua maestà Schumi e riuscì a riportare il mondiale a Maranello. Dice: «Guidare qui è molto divertente. Preferivo la parte vecchia della pista, ma a parte questo il tracciato non è cambiato poi molto. Vedremo come sarà il tempo, qui può cambiare molto in fretta, piovere in un punto e nella curva successiva essere asciutto. Dovremo saperci adattare». La Ferrari, come quasi certamente anche la Mercedes, farà esordire la” Evo 3”, la terza e ultima evoluzione delle power unit. Il Kimi ufficiale non si scompone: «Guidare qui è molto divertente. Preferivo la parte vecchia della pista. Vedremo come sarà il tempo, qui può cambiare molto in fretta, piovere in un punto e nella curva successiva essere asciutto. Dovremo saperci adattare nel migliore dei modi». Quello” segreto” va sfogliato: nel 2012 partecipò a un rave party di 16 giorni prima del Gp di Spagna dove arrivò terzo; è dislessico, e anche per questo ama gli audiolibri; ha la voce fioca per via di un’operazione a tre anni alla gola; è un buon idraulico, una volta aggiustò il bagno del motorhome della Ferrari perché identico a quello sul suo yacht; fu trovato nudo nel letto di un attore sconosciuto nella mattinata della sua prima apparizione ufficiale in Rosso; odia il telefono, chiuse la telefonata che gli annunciava il ritorno a Maranello nel 2017 gettando il cellulare in mare; si passò sotto lo scanner con i bagagli all’aeroporto per avere un’immagine del suo corpo. Dentro, vide il fuoco.