Emiliano Guanella per “la Stampa”, 23 agosto 2018
IL TANGO DELLA TANGENTE – DAGLI ANNI ’90 A OGGI PASSANDO PER IL DEFAULT DEL 2001: SCANDALI E CORRUZIONE SONO LA NORMA IN ARGENTINA - L’ULTIMO EPISODIO INGUAIA LA FAMIGLIA KIRCHNER E ANCHE MACRI - IL CUGINO DEL PRESIDENTE HA AMMESSO DI AVER PAGATO PER OTTENERE OPERE PUBBLICHE. GLI IMPRENDITORI IN CARCERE RACCONTANO COME FUNZIONA IL SISTEMA... -
A dieci minuti di auto dalla Casa Rosada, in una Buenos Aires scossa dall' ultimo grande caso di corruzione esploso in queste settimane, c' è una baraccopoli con milleottocento famiglie che vivono davanti a un polo petrolchimico che getta gas letali e inquinanti per 24 ore al giorno.
Le falde inquinate A "Villa Infiammabile" i bambini hanno problemi respiratori e livelli alti di piombo nel sangue e l' acqua corrente non si può usare nemmeno per bagnarsi perché le falde sono inquinate. «Anche questa - spiega Lorena Cruz dell' organizzazione Barrios de Pied - è una conseguenza della corruzione; in un Paese normale quelle raffinerie non potrebbero stare dove stanno, ma per anni hanno pagato tangenti a funzionari corrotti».
Nulla è stato fatto nemmeno dopo la sentenza del 2008 della Corte Suprema che obbligava le autorità a trovare un' alternativa abitativa per queste famiglie.
L' Argentina, del resto, vive immersa nella corruzione praticamente da sempre. Dai roboanti Anni Novanta con Carlos Menem, condannato ma a piede libero ancora oggi, a 88 anni, perché senatore, fino ai Kirchner, passando per il tragico default del 2001. Scandali e crisi economica si alternano in un tango micidiale e apparentemente invincibile.
I "quaderni delle mazzette" L' ultimo caso è partito da una talpa interna dell' epoca dei governi di Nestor e Cristina Kirchner. L' autista di un viceministro ha annotato per due anni i depositi di denaro in contanti fatti dalle imprese. I "quaderni delle mazzette", hanno svelato un sistema quasi perfetto, capace di gonfiare dal 10 al 20% il costo delle opere pubbliche e di regalare ai Kirchner una fortuna immensa.
Due le novità; a finire in carcere sono anche gli imprenditori collusi ed entrano in scena i pentiti. «Le cifre sono esorbitanti - spiega Diego Cabot, il giornalista de "La Nacion" che ha scoperto i quaderni - e stupisce la dinamica triviale dei pagamenti.
Nestor Kirchner odiava il sistema finanziario; ai suoi raccomandava di riscuotere solo contanti». Numeri altissimi: 300 milioni di euro per la concessione di un tratto ferroviario, 70 per la campagna elettorale del 2013 e così via.
Gli imprenditori dicono che non avevano alternative. Cristina è considerata a capo di tutto lo schema, ma gode di immunità parlamentare; l' altro ieri decine di migliaia di persone sono scese in piazza a Buenos Aires e in altre città per chiedere la sua destituzione. Il presidente Macri appoggia l' inchiesta.
Il cugino del presidente Ma l' inchiesta sfiora anche Macri: suo cugino Angelo Calcaterra, a capo di una delle imprese di famiglia, ha ammesso di aver pagato per ottenere opere pubbliche a Missiones. Si sono pentiti anche due dirigenti della ditta italo-argentina Techint: il presidente Paolo Rocca ha negato che l' impresa abbia fatto parte del "club dei corrotti", ma ha ammesso di aver pagato per sbloccare la situazione della Sidor, ditta dell' holding nazionalizzata in Venezuela dal governo di Hugo Chavez.
«Ci hanno chiesto soldi per convincere Chavez, via i Kirchner, a far tornare a casa i nostri funzionari». La "Mani Pulite" argentina è appena cominciata e nessuno sa dire se sarà efficace o produrrà, anche questa volta, molto rumore per nulla.
«Siamo talmente abituati a tutto ciò - spiega German Emanuele della filiale argentina di Transparency International - che lo scetticismo della società è giustificabile. Spetta alla magistratura dimostrare di essere al di sopra di ogni sospetto».