la Repubblica, 23 agosto 2018
Pensionati, il modello Portogallo ha sedotto 50mila stranieri
Tanto sole, molto mare, zero tasse. I migranti economici, quando hanno il portafoglio pieno, non spaventano nessuno. E la guerra europea per la conquista dei soldi dei pensionati d’oro ha un vincitore indiscusso: il Portogallo, le Cayman per la terza età del Vecchio continente. Lisbona ha fatto le cose semplici: tutti coloro che prendono la qualifica di “residente non abituale” nel paese non pagano un euro di tassa sul reddito per dieci anni. Ci sono, va da sé, alcuni paletti: bisogna risiedere nel paese almeno 183 giorni l’anno. Si deve superare l’occhiuto esame dell’erario lusitano. Il gioco però vale la candela: 850 euro di pensione in Italia diventano 1.150 qui, 2mila euro netti quasi 3mila. E la vita da queste parti costa (per ora) molto meno che da noi. A guadagnarci, in questo meccanismo dove vincono tutti tranne l’erario italiano, è anche il Portogallo. Lisbona – in teoria – rinuncia a qualche centinaio di milioni, l’Irpef non prelevata agli espatriati. I consumi e l’Iva pagati da 50mila “ospiti” stranieri le garantiscono però secondo Deloitte 2 miliardi di entrate-extra l’anno. E visto che solo i francesi sono già 50mila, il bilancio dell’operazione “acchiappa-pensionati” è clamorosamente in attivo.
«Nel 2016 nella zona di Quarteria eravamo quattro gatti, oggi gli italiani sono 500», conferma Vincenzo Ruotolo, ex manager farmaceutico trasferito in Algarve. Nel 2014 i pensionati tricolori emigrati in Portogallo erano stati 41, ora ne arrivano – secondo le stime – diverse centinaia all’anno. «Ho la segreteria telefonica intasata di messaggi di persone che vogliono trasferirsi, il fenomeno continua», dice Ruotolo.
I trucchi del mestiere per ottenere l’agevolazione e dribblare gli obblighi di residenza qui li conoscono tutti, basta curiosare qua e là nei forum degli espatriati: c’è chi fa collezione di scontrini (con la complicità di esercenti oliati con una mancia) per dimostrare di vivere in Portogallo anche quando non c’è. Un classico è la casa in affitto presa da 4-5 persone insieme, che dividono le spese e prendono la residenza con due lire. «Ma bisogna fare attenzione, una circolare recente ha moltiplicato i controlli dall’Italia» ammonisce Ruotolo.
Gli 007 dell’erario incrociano i dati delle bollette telefoniche «controllano viaggi aerei, biglietti del treno, pedaggi autostradali». E chi è preso con le mani nel sacco deve rimborsare il maltolto.
Il successo del programma rischia ora di trasformarsi in un boomerang, spingendo al rialzo i prezzi delle case (+ 9,7% a Lisbona nel 2017) e degli affitti. «Tre anni fa un monolocale sul mare lo pagavi 250 euro al mese, ora 500» conferma Ruotolo. L’avvento del governo di sinistra ha acceso un faro su questa “agevolazioni per ricchi”, come dicono i critici, studiando un prelievo del 5-10% sulle pensioni dei pensionati stranieri. Ma poi ha fatto marcia indietro, ufficialmente per non rinegoziare gli accordi bilaterali sulla doppia tassazione. Pecunia non olet. Le porte dell’Europa, per i migranti d’oro, sono sempre aperte.