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 2018  agosto 23 Giovedì calendario

Il turismo tombarolo in pellegrinaggio tra le lapidi dei rocker

Tutti sanno che James Douglas Morrison, il «re lucertola», è sepolto al cimitero di Père Lachaise, a Parigi, luogo sacro a legioni di fan che ogni giorno vanno a rendergli omaggio. Pochi invece sanno che il cantante e bassista Phil Lynott giace nel cimitero St.Fintan di Dublino, e anche la sua tomba è meta dei pellegrinaggi dei fan. Lynott, misconosciuto fondatore degli Skid Row e dei Thin Lizzy, fu letteralmente divorato dall’eroina. Non si è mai disintossicato come fece il suo compagno di band, con la terapia neuroelettrica di Meg Patterson (come fecero anche Jimmy Page ed Eric Clapton) e morì il 4 gennaio 1986, a quindici anni di distanza dal giorno in cui incise il primo disco con i Thin Lizzy. Perché parlare di morti e di cimiteri? Perché le tombe delle rockstar (anche di quelle minori o di culto) vengono quotidianamente visitate dai loro devoti, e perché Luca Fassina ha scritto Rock Tombstones, storia degli artisti rock attraverso le loro tombe, segnalate con precisione maniacale, con persino le coordinate GPS di ciascuna di esse. Sarà un po’ macabro, ma il «turismo tombarolo» è sempre andato di moda. Soprattutto per quei personaggi che hanno vissuto sulla corsia di sorpasso come Lemmy, leader e fondatore dei Motorhead, gallese che ha vissuto i suoi ultimi giorni a Los Angeles – dove comprò un condominio per sistemare la sua enorme collezione di cimeli di guerra – che, scoprendo di avere il diabete, ritenne salutare passare dal whisky Jack Daniels alla Vodka. 
Come John Lennon...Lo stesso giorno in cui fu ammazzato John Lennon, alcuni anni dopo, muore «Dimebag» Darrell Abbott, leader dei Pantera, ucciso a colpi di pistola sul palco, mentre si sta esibendo con la band all’Alrosa Villa di Columbus, Ohio, dal 25enne Nathan Gale. Il frastuono del suo trash di San Francisco mischiato all’heavy metal inglese si spense immediatamente, e rimase solo il ronzio del suo amplificatore quando Darrell crollò colpito al petto, nella schiena e a una coscia. Ora riposa all’Alrosa Villa di Columbus, e nella bara gli fa compagnia la chitarra Bumblebee gialla e nera del ’97 appartenuta a Eddie Van Halen. In seguito David Draiman dei Disturbed disse: «Il giorno in cui Darrell morì fu l’11 settembre del rock». Molti fan vanno anche a visitare il club dove avvenne l’omicidio, al 5055 di Sinclair Road. 
Difficile rendere omaggio a Farrokh Bulsara, vero nome di Freddie Mercury, colpito dall’Aids nel 1987 e morto quattro anni dopo, colpito da una polmonite. Il corpo di Freddie viene cremato al Kensal Green Cemetery di Londra e le ceneri consegnate a Mary Austin (la prima fidanzata del cantante) che giura di custodirle in un luogo segreto. Per i fan il luogo del pellegrinaggio è Place du Marché a Montreux, Svizzera. All’apice del successo, Duane Allman e Berry Oakley – colonne degli Allman Brothers – non hanno potuto vedere l’uscita dell’album Eat a Peach. Entrambi sono morti, a un anno di distanza l’uno dall’altro, in un incidente motociclistico che li ha dilaniati. Al funerale di Duane c’era una folla enorme e il fratello Greg Allman cantò The Sky Is Crying, un classico blues di Elmore James riportato al successo dall’incendiaria versione di Stevie Ray Vaughan anche lui morto in un incidente in elicottero.
Si chiamavano Tea Set ed erano la band fissa del Countdown Club a Londra ma lui, Syd Barrett, ha in casa due dischi che ama molto...Sono dischi blues, uno di Pink Anderson, l’altro di Floyd Council; così prende i due nomi e forma i Pink Floyd. Li porta al successo, ma l’uso pesante di Lsd lo rovina completamente e il 3 gennaio 1968 è già fuori dal gruppo, sostituito da David Gilmour. Schizofrenia? Sindrome si Asperger? Syd è comunque ridotto male e torna a vivere a casa della madre al 6 di St. Margaret’s Square a Cambridge (Gilmour si assicurerà che Syd riceva regolarmente le royalties sui suoi pezzi) che è uno dei luoghi di pellegrinaggio, così come il Botanic Garden dove fu cremato. 
Era depresso, aveva lottato per anni contro droga e alcool anche se aveva solo 29 anni. Il suicidio dell’amico Chris Cornell, cantante dei Soundgarden, gli diede la botta finale...Sensibile e tormentato, il frontman dei Linkin Park Chester Bennington si è impiccato l’anno scorso con una cintura, all’armadio della camera da letto nella sua villa di Palos Verdes da due milioni e mezzo di dollari. Era il 20 luglio 2017, l’anniversario della morte di Cornell.
Insieme a David Bowie, Marc Bolan fu il padre del glam rock con i suoi T. Rex. Non guidava l’auto, ma ne aveva una collezione. Un giorno per raggiungere la villa vittoriana che aveva appena acquistato, invece della Rolls Royce (prestata agli Hawkwind) prese una Mini 1275 GT viola, appartenuta ai Pink Floyd. Marc aveva dato la serata libera al suo autista e alla guida c’era la futura moglie Gloria. Dietro li seguiva l’amico Richard con un’altra vettura. Poco prima di arrivare a casa, a East Sheen la macchina, per la forte velocità o per i pneumatici sgonfi, colpì il palo di una recinzione e si schiantò contro un platano. A posteriori fa impressione un celebre aforisma di Bolan che scrisse: «Sento come se ci fosse una maledizione sulle rockstar. Sento che potrebbe finire tutto domani. Non solo il gruppo, la vita». (In effetti anche altri due T. Rex sono morti: Stephen Ross «Peregrin Took» Porter, soffocato da una ciliegina dopo una serata a base di droghe, e Steve Currie, anche lui in un incidente d’auto in Portogallo).