Corriere della Sera, 23 agosto 2018
Il Procuratore di Agrigento: «A bordo della Diciotti ho visto bambini soli e tanti malati di scabbia»
È arrivato da Agrigento per vedere in faccia i migranti bloccati da una settimana sulla nave della Guardia costiera rimasta prima al largo di Lampedusa e poi dirottata a Catania. Forse troppo tempo per i disperati adesso curati dai medici di bordo, «in gran parte ammalati e colpiti da scabbia», come scopre il procuratore partito dalla Città dei Templi, Luigi Patronaggio, mascherina sul viso, colloqui fitti con mediatori culturali e personale sanitario, un fascicolo aperto contro ignoti, una indagine che contempla il sequestro di persona.
La magistratura contro un pezzo della politica?
«Assolutamente no. Per fare un’ispezione era tecnicamente necessaria l’apertura del fascicolo per sequestro di persona e arresto illegale. Ma la valutazione tecnico giuridica e l’individuazione degli eventuali responsabili è complessa e mi riservo ogni ulteriore decisione da adottare dopo le indagini che ho delegato alla Guardia costiera».
La stessa Guardia costiera che a bordo della nave Diciotti ha ricevuto l’ordine di non fare sbarcare i migranti?
«Ci sono diversi livelli. Abbiamo cominciato a indagare con gli ufficiali di Porto Empedocle e ci sono contatti con altri livelli del corpo. Ma va dato atto al personale della Diciotti di operare perché la permanenza a bordo sia la meno dolorosa possibile».
Pur procedendo «contro ignoti», tutti pensano alla contestata intransigenza del Viminale...
«La politica e l’alta amministrazione sono libere di prendere le scelte che ritengono opportune. Alla magistratura resta la valutazione giuridica di quanto avviene, su sfere e ambiti diversi. Ovviamente qualsiasi limitazione della libertà personale deve fare i conti con norme e regole della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo, della Costituzione, del Codice penale e del Codice di procedura penale. Non si scappa».
Qualcuno penserà comunque ad una interferenza.
«E sbaglia. Io non posso interferire nelle scelte operative dei ministri anche perché eventuali valutazioni penali sarebbero di competenza del Tribunale dai ministri. Quindi, nessuna interferenza nei confronti della politica».
Che situazione ha trovato a bordo?
«Ho constatato che sono quasi tutti affetti da scabbia.
Una realtà devastante, a cominciare dai cattivi odori che ti restano addosso. Mi ha accompagnato un appuntato che non era mai stato a contatto con questa realtà. Sconvolto. “Dottore dal vivo cambia tutto, non è come si legge sui giornali...”. Ha ragione».
E lei come procede per questo aspetto?
«Ho acquisito i report sanitari che studieremo in questi giorni. E c’è pure un grosso problema relativo ai minori non accompagnati. Ne ho trovati 29, compresa una ragazzina. Ecco perché condivido la preoccupazione e l’appello lanciato dalla presidente del Tribunale dei minori di Catania sulla necessità di assicurare rapidamente a questi giovani accoglienza e cure adeguate a terra».
Un problema che si era già posto quando la nave dondolava davanti a Lampedusa?
«Abbiamo infatti ottenuto lo sbarco di sette bambini e di sei adulti gravemente ammalati, compresa una donna che aveva abortito, un migrante con la tubercolosi, tutti fatti trasbordare sulle motovedette per essere curati nel poliambulatorio di Lampedusa».
Poi la nave è stata trasferita a Catania, ma la procura di Agrigento non ha perduto la competenza.
«Non si perde anche perché sequestro di persona e arresto illegale sono reati permanenti».