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 2018  agosto 22 Mercoledì calendario

Bombe d’acqua, il clima impazzito che ci ha cambiato l’estate

Un’estate turbinosa, un terreno già intriso di pioggia, un temporale tanto potente quanto piccolo e impossibile da anticipare, nel momento e nella posizione esatta. Per chi fa previsioni meteo e di rischio idrogeologico, è lo scenario peggiore. Ed è quel che è avvenuto lunedì alle Gole del Raganello, dove la Protezione Civile aveva emesso un’allerta gialla, che contempla l’eventualità di vittime, segnalando un rischio temporali per tutta la Regione. «Il nubifragio è durato poco più di un’ora, è stato estremamente intenso e si è abbattuto su pochi chilometri quadrati» spiega Carlo Cacciamani, responsabile del Centro funzionale per il rischio meteo-idrogeologico della Protezione Civile di Roma.
I diluvi improvvisi e sferzanti sono più diffusi in Italia da quando si parla di cambiamento climatico. In un’estate dai continui cambiamenti di fronte, tra alte pressioni di origine nordafricana e correnti temporalesche fredde da nordovest, si sono ripetuti più volte. Il 2 agosto in Corsica tre adulti e una bimba sono morti per l’allagamento improvviso del canyon Zoicu, vicino Ajaccio.
«Sono nubifragi troppo piccoli, come estensione, per essere previsti con sufficiente anticipo» ammette Cacciamani, ieri in visita a Civita. Il sistema avrebbe bisogno di fare uno scatto avanti, per questo il Capo Dipartimento della Protezione Civile Angelo Borrelli ha annunciato, sempre ieri, una nuova piattaforma nazionale di allerta meteo: «Ne ho parlato con il Presidente del Consiglio ed è uno dei principali punti del mio rinnovato incarico». A 24 ore dall’inondazione, i meteorologi della Protezione Civile sono ancora al lavoro per ricostruire la dinamica di un nubifragio che si aggira sui 100 millimetri di pioggia all’ora: 100 litri al metro quadro. «È avvenuto in un’area così circoscritta che i pluviometri non hanno registrato nulla di rilevante» spiega Cacciamani. Questi strumenti sono distribuiti ogni 20-25 chilometri. «Abbiamo ascoltato i testimoni e stiamo analizzando i dati radar» spiega il meteorologo della Protezione Civile. Che però, come i suoi colleghi, è tutt’altro che stupito per quanto accaduto.
«Ci sono stagioni caratterizzate da periodi lunghi di alta pressione, chiamati blocchi» spiega Gianmaria Sannino, responsabile del Laboratorio di modellistica climatica dell’Enea. «È quel che è avvenuto l’estate scorsa in Italia e quest’anno in Europa del Nord, a causa delle temperature calde in Artico a gennaio e al conseguente rallentamento della corrente polare a getto». Ma la fine di agosto nei cieli della penisola sta ricreando situazioni quasi tipiche di un “autunno caldo”. «La temperatura è alta, l’acqua evapora e i pendii dell’Appennino favoriscono la sua risalita verso gli strati più alti dell’atmosfera» sintetizza Sannino. «Qui da qualche giorno sono presenti correnti fredde discese da nord».
L’aria calda che si trova sotto cerca di sfuggire alla sua scomoda posizione e crea instabilità. «È come se una fonte di calore dal basso facesse ribollire l’atmosfera» descrive Cacciamani. «Tutto questo, nelle stagioni autunnali, avviene su più larga scala: in aree estese come intere Regioni e per periodi prolungati».
In questo agosto turbolento può accadere che un nubifragio distruttivo si consumi con la rapidità e l’imprevedibilità di un temporale estivo. Migliorare ulteriormente le previsioni è difficile: i modelli più raffinati hanno una risoluzione di 5 chilometri quadrati. Non riusciranno a ridurla al netto di investimenti e passi avanti dell’informatica. «Resta indispensabile uno sforzo tecnologico e sociale» ripete Cacciamani. «Dobbiamo capire che un temporale può uccidere.Siamo abituati ad avere paura del fuoco perché scotta, ma anche l’acqua, in alcune situazioni, deve spaventarci. Non possiamo fare una festa o una gita in un’area a rischio se c’è allerta gialla. Sistemi di allarme più rapidi e maggiore sensibilità sociale sono il requisito per evitare nuove tragedie».