il Fatto Quotidiano, 22 agosto 2018
Sole 24 Ore, la Consob contesta i bilanci fino al 2017
La Consob, l’autorità di vigilanza sulla Borsa, contesta al Sole 24 Ore i bilanci del 2015, 2016 e 2017. Lo rende noto la stessa azienda con uno stringato comunicato stampa diffuso il 13 agosto. Il procedimento dell’autorità di vigilanza “riguarda la rilevazione da parte di Consob di alcune criticità in relazione alle valutazioni effettuate in occasione del bilancio 2015 e, conseguentemente, nella successiva modalità di rilevazione di alcune correlate svalutazioni nel bilancio consolidato 2016 nonché, per effetto di quanto precede, nei dati comparativi 2016 presentati nel bilancio consolidato al 31 dicembre 2017”. Come sempre, alla società ora è data la possibilità di integrare con nuove informazioni.
Finora sembrava che il procedimento della Consob dovesse riguardare i bilanci che Gabriele Del Torchio, ex amministratore delegato del Sole 24 Ore, aveva cominciato a revisionare prima della sua sostituzione nel novembre 2016. Si tratta delle relazioni finanziarie che vanno dal 2012 al 2015.
Durante la semestrale del 2016, Del Torchio rivela una perdita netta di quasi 50 milioni di euro (per la quale serviva una nuova ricapitalizzazione del giornale), evento che ha innescato all’interno del gruppo editoriale una crisi ancora lontana dalla conclusione. A ottobre di quell’anno, però, il rapporto tra l’ad del gruppo e l’allora presidente di Confindustria Giorgio Squinzi si è incrinato, fino alla rottura. Da quel momento in poi non si è più messo mano ai bilanci passati del Gruppo 24 Ore. Per altro va ricordato che la caduta libera dei conti del Sole non è cominciata nel 2012 ma già dopo la quotazione, avvenuta il 6 dicembre 2007.
Non che oggi la situazione sia più rosea. Il giornale di Confindustria ha chiuso i bilanci degli ultimi tre anni con molta fatica: nel 2015 la perdita netta era di 21,2 milioni, nel 2016 era di 96,2 milioni di euro e nel 2017 – dati al 30 giugno – era di 45,5 milioni. Nella nota di sintesi del 27 ottobre 2017 si leggevano alcune preoccupazioni, in particolare in merito a nuove svalutazioni da aggiungere: il patrimonio netto nel 2016 è “al valore negativo di euro 11,7 milioni”. Il risultato è stato ottenuto dopo che l’impairment test (il procedimento di verifica delle perdite) “ha condotto ad effettuare svalutazioni su alcune poste per euro 18,9 milioni”. La nota di sintesi però riporta come causa del rosso la “contrazione del mercato pubblicitario, la cui flessione dipende principalmente dall’andamento negativo della stampa (con una contrazione sia dei quotidiani sia dei periodici) e di Internet”. Nulla a che vedere con i problemi giudiziari legati al quotidiano di via Monterosa.
Ora l’ultimo passaggio sta alla procura di Milano, dalla quale ci si aspetta a breve l’avviso di chiusura delle indagini per decidere o meno chi mandare a processo. A marzo 2017 sono stati iscritti in dieci nel registro degli indagati. Per false comunicazioni compaiono tra i nomi eccelli quelli dell’ex direttore del giornale Roberto Napoletano, l’ex presidente del gruppo Benito Benedini e l’ex ad Donatella Treu, mentre per appropriazione indebita ci sono l’ex parlamentare Stefano Quintarelli (al Sole come direttore dell’area digitale) e l’ex direttore finanziario del gruppo Massimo Arioli. Tra gli esposti recapitati alla Procura milanese nel 2016 ce n’era stato anche uno presentato da Adusbef in cui si ipotizzava il falso in bilancio.