Corriere della Sera, 21 agosto 2018
Cosa sono le gole del Raganello
Affascinante e suggestiva. La gita alle Gole del torrente Raganello è la prima cosa che viene consigliata appena si arriva a Civita, splendido borgo nel versante calabrese del Parco del Pollino (è in provincia di Cosenza) che si affaccia sul fiume. Dal belvedere ci si sporge su uno strapiombo di qualche centinaio di metri e lì sul fondo scorre il torrente. Si raggiunge a piedi, oppure i tour organizzati dal centro del paese accom-pagnano i turisti con le jeep. Lungo il Raganello ci si va a fare il bagno nelle giornate più calde d’estate. Sulla riva, saltellando sui sassi, come si fa nei torrenti di montagna. Oppure si risale verso la fonte, camminando verso Nord. E allora ci s’infila nel suo letto, entrando nelle gole che via via si fanno più profonde (e buie); ci si arrampica sulle rocce o si scende nell’acqua gelida. Si cammina, si nuota, ci si tuffa. E si scoprono cascatelle, scivoli, rocce scolpite da acqua e vento, vasche naturali. Una vera meraviglia. Si chiama «canyoning», si cammina come in un canyon, con sulla testa rocce alte 600 metri a picco sul fiume. La prima parte del Raganello, le «gole basse», è per tutti (o quasi), servono però agilità ed equilibrio. Poi la camminata diventa quasi una scalata, adatta solo agli esperti. Per gli altri è meglio tornare indietro. Le Gole però sono aperte a tutti e chiunque può entrare e infilarsi, anche solo in infradito e costu-me, ed è facile incontrare famigliole a spasso come sul bagnasciuga. Ma in paese il consiglio di tutti è: «Fatevi accompagnare». Ci sono speleologi e geologi che fanno da guida. Prima di entrare nelle Gole fanno indossare una muta, il casco protettivo e le scarpe chiuse: tutto obbligatorio. Segnalano le rocce più scivolose e gli strapiombi dove non si tocca (e ci si può anche tuffare). Ma prima di partire, si informano del tempo che farà. Se è prevista pioggia, si rimanda a domani.