21 agosto 2018
APPUNTI SU DAZN PER OGGIDAL CORRIERE DELLA SERA DI IERI 20 AGOSTO 2018MARCO LETIZIASicuramente meglio, decisamente meglio, rispetto al debutto con buchi neri e viaggi nel tempo che ha reso la visione di Lazio-Napoli un’esperienza mistica
APPUNTI SU DAZN PER OGGI
DAL CORRIERE DELLA SERA DI IERI 20 AGOSTO 2018MARCO LETIZIA
Sicuramente meglio, decisamente meglio, rispetto al debutto con buchi neri e viaggi nel tempo che ha reso la visione di Lazio-Napoli un’esperienza mistica. Ma anche la diretta di Sassuolo-Inter, seconda partita di serie A trasmessa da Dazn, ha dovuto dribblare problemi tecnici come nemmeno Maradona in mezzo alla difesa inglese al Mondiale ’86.
Chi si è «accontentato» di tifare davanti al monitor di un computer, oppure sforzando gli occhi con tablet e smartphone, ha potuto vedere il match in modo decoroso, anche se l’alta definizione (alla quale ormai siamo abituati) è un’altra cosa. Con i propri tempi, però: rispetto alla visione su tv smart, la partita era in ritardo di circa un minuto, perché sincronizzare lo streaming è impossibile. Così nei condomini si saranno sentiti a ogni azione esultanze o insulti a macchia di leopardo. Quanto alla partita in tv, per molti la sorpresa di un commento fuori sincronia, con il telecronista ad annunciare il gol di Berardi mentre già i giocatori interisti stavano riportando il pallone a metà campo.
Un lusso però rispetto alla debutto di sabato, uno «streaming test» su scala nazionale per la banda larga del nostro Paese che, purtroppo, è stato in gran parte un esperimento fallito. Colpa non solo di Dazn, sia chiaro — anche se secondo molti avrebbe dovuto fare di più in sede di upload — ma pure dello stato della banda larga in Italia. Sabato non si è salvato neanche chi pensava di essere a cavallo perché dotato di una connessione in fibra a 1 Gigabit. Caporetto per chi usava i device per rendere smart le tv, poco meglio per gli utilizzatori di pc e tablet. Microscatti, squadrettamenti, mancanza di fluidità, buchi neri compensati dalla voce di Pierluigi Pardo che rimpiazzava la telecronaca con la radiocronaca. E, tra il 60’ e il 70’, l’esperienza surreale del viaggio nel tempo: immagine che saltava da un minuto all’altro per ritornare di nuovo sempre, inesorabilmente, al 61’.
A Dazn si dichiarano soddisfatti del debutto: «Sappiamo che sabato sera alcuni utenti, una piccola parte delle centinaia di migliaia di spettatori, hanno registrato delle interruzioni. Siamo intervenuti prontamente e abbiamo risolto la situazione. Complessivamente, il risultato del weekend è positivo. Tuttavia vogliamo continuare a migliorarci e stiamo lavorando per perfezionare il servizio». Perché il primo esperimento, va detto, è andato male: server in difficoltà, content delivery network (la rete di consegna dei dati) che si satura, nodi della rete che entrano in crisi, varie reti locali che funzionano male. Ieri i primi segnali di crescita si sono visti. Ma il flop di sabato dovrebbe far riflettere sul livello di sviluppo della banda larga in Italia. Probabilmente insufficiente, come ha dimostrato il primo utilizzo contemporaneo di massa della broadband nel nostro Paese.
DA REPUBBLICA DI IERI 20 AGOSTO 2018ALDO FONTANAROSA I tifosi di Lazio e Napoli - che hanno visto a singhiozzo la partita di sabato sera - sono stati traditi da Dazn. La tv via web di passaporto inglese fallisce alla gara più attesa qui in Italia come in Germania nel 2016, come in Giappone e Canada l’anno scorso. I tifosi sono stati traditi, poi, dalla rete Internet nazionale. Imperfetta, arretrata, perfino nelle grandi città. E ci ha messo lo zampino anche l’estate. Le centinaia di famiglie che sono in vacanza a Roccaraso (in Abruzzo), a Diamante ( in Calabria), a Gaeta nel Lazio - mete abituali del turismo napoletano - hanno generato una domanda di dati che le tre piccole località non hanno mai conosciuto nella loro storia. Questi piccoli centri - come decine di altri nel Paese - non sono strutturalmente in grado di reggere un traffico Internet grande come sabato. Il gruppo inglese Perform - proprietario di Dazn - nella sua storia ha proposto più di 19 mila gare in diretta. Dazn, a sua volta, trasmissioni live per 20 milioni di ore. Questa è gente esperta di Internet, autostrada dei suoi programmi. Perform però è anche zavorrata da un indebitamento altissimo ( 787,7 milioni di sterline al 31 marzo). Per questo Perform e la controllata Dazn - dopo aver speso 193 milioni di euro per il calcio italiano - ora hanno il fiato corto quando si tratta di investire nella produzione tecnica delle partite. Dazn sa bene che la rete italiana zoppica. Mentre le società di Internet sbandierano coperture eccezionali, il Garante per le Comunicazioni ( l’AgCom) ha accertato che appena una famiglia ogni dieci ha una connessione con velocità massima da un Giga al secondo ( Repubblica lo ha scritto il 13 luglio). La soluzione tecnica alle trappole della rete esiste e si chiama Cdn, che sta per " content delivery network". In sostanza, le tv via web sono solite comprare una capacità di trasmissione aggiuntiva per avvicinare i contenuti (cioè le partite) alle case degli sportivi. Ma questa capacità aggiuntiva venduta dalle società di Internet, anche da colossi come Amazon lungo i Cdn - ha prezzi proibitivi. Dazn ha puntato su questa soluzione ma - fa sapere - « uno dei canali Cdn sabato ha dato problemi » . Problemi che ieri invece sarebbero stati risolti. Ma anche all’estero non è filato tutto liscio. Come in Germania, a settembre 2016, quando la trasmissione del derby inglese tra Manchester United e City fu una mezza catastrofe. Tanto che Dazn prolungò di una settimana il mese gratuito offerto ai clienti. Come in Giappone ( Gamba Osaka contro Ventforet Kofu, a febbraio 2017) che fece infuriare gli appassionati nipponici della J- League. Un’altra cattiva figura in Canada, a ottobre 2017, con le gare della Nfl. Contro Dazn, in Italia hanno giocato anche circostanze particolari. Lazio- Napoli è una partita di richiamo. Il 20 settembre del 2017 venne seguita da oltre 574 mila spettatori tra Sky e Premium ( in un turno serale di mercoledì con otto gare su dieci in contemporanea). Il mese di prova gratuito, che Dazn propone anche qui da noi, ha spinto decine di migliaia di tifosi ad abbonarsi per sperimentare il servizio. Tanti fra loro hanno cercato di vedere Lazio-Napoli e Sassuolo- Inter ( ieri sera) da piccoli borghi turistici con una capienza Internet piccola o piccolissima. E poi c’il marketing. All’estero, spesso Dazn è stata definita la " Netflix del calcio". Il problema è che Netflix, quella funziona bene perfino in Italia. Intanto le sue fiction sono più " leggere" perché non sono in diretta. Soprattutto Netflix può adattare la qualità delle immagini alla capacità di banda di ogni singolo abbonato con la tecnica dell’adaptive streaming. Cavalcare il paragone con Netflix sarebbe un autogol.
DAL CORRIERE DELLA SERA DI OGGI
DANIELE SPARISCI
«Ma gli highlights li manda in onda History Channel?». Battute taglienti, come questa del conduttore tv Nicola Savino, hanno accompagnato il viaggio della serie A nel pianeta streaming. Migliaia di italiani hanno conosciuto il lato oscuro del «buffering», il ritardo nella trasmissione del segnale; altri sono stati ipnotizzati dal moto della rotellina aspettando di rivedere la diretta. C’è chi riscopre il fascino della radio e chi sui social elargisce dritte che se non hai studiato al Politecnico è meglio lasciar perdere, ma fra un po’ nessuno avrà più voglia di scherzare.
Per esempio in Rai, dove il sindacato Usigrai e il cdr di RaiSport hanno preso una dura posizione andando all’attacco (anche della loro stessa azienda): «Vedere il calcio in tv ormai è un privilegio per pochi. Per i pochi che possono pagare costosi abbonamenti... Ormai gli interessi dei signori dei diritti tv e quelli del club stanno negando il calcio in tv al grande pubblico. I giornalisti Rai chiedono alle istituzioni un intervento nell’interesse dei cittadini: gli affari non possono vincere sempre su tutto... Al nuovo vertice della Rai chiediamo di far sentire la propria voce e di tornare a essere protagonista nel settore: lo sport deve essere di tutti, per tutti».
Sabato sera c’è Napoli-Milan, gli occhi sono puntati sulla prima in rossonero di Higuain contro il suo vecchio amore. Ma soprattutto su Dazn, che trasmetterà in esclusiva il big match. Dopo un fine settimana da bollino rosso, il rischio di congestione sulle autostrade digitali che smistano il segnale a telefonini, tablet, pc e smartphone resta elevato. E le facce radiose di Diletta Leotta e Paolo Maldini non possono bastare a calmare il malcontento di quanti hanno visto spezzoni di partite e immagini sfocate.
La Lega serie A, che ha venduto i diritti tv di tre incontri per ogni giornata al gruppo britannico, sta monitorando la situazione. Riceve aggiornamenti e rassicurazioni sulle misure messe in campo per evitare autogol come quello inaugurale in Lazio-Napoli. Quando un server, di dimensioni importanti dicono i ben informati, è collassato lasciando al buio migliaia di tifosi. Interventi straordinari hanno impedito che il guasto si ripetesse in Sassuolo-Inter, che avrebbe avuto numeri ancora più alti del match del giorno prima: i disservizi sono diminuiti ma non spariti. A conferma che non è soltanto un problema di traffico ma anche di carenze della banda larga italiana. Il guaio è che se decidi di entrare in un mercato dalle infrastrutture strette devi sapere anche come superare i colli di bottiglia.
L’impressione è che ci vorrà del tempo prima di sciogliere tutti i nodi. Quanto? La prossima settimana, dopo la seconda giornata di campionato, la Lega assieme all’advisor Infront farà un bilancio. Da via Rosellini, che ieri ha raggiunto un accordo con Electronic Arts per l’uso dei loghi nel videogame Fifa 2019, trapela attenzione ma non preoccupazione. Anche se il rodaggio potrebbe durare un mesetto. Guardacaso lo stesso periodo che Dazn ha offerto in omaggio ai suoi abbonati. Mentre anche la nuova app che consentirà ai clienti di Sky Q di vedere le partite di Dazn attraverso il decoder evitando il ping-pong con la smart tv attende la luce verde, si parla di settembre.
Gli inglesi si aspettavano un avvio complesso e proprio per questo hanno martellato sulle promozioni. I numeri sono top secret, ma stime attendibili parlano di più di mezzo milione di iscritti con nuove richieste sull’ordine delle migliaia al giorno. Risultati di molto superiori alle attese. Adesso viene il difficile: convincerli a restare quando scatterà il canone di 9,99 euro al mese e gestire l’enorme mole di traffico. Un test per il calcio e per l’Italia digitale. Anche perché la marcia indietro è praticamente impossibile: scenari estremi come la revoca delle licenze per ora non sono nemmeno contemplati. E anche soluzioni-ponte come la possibilità di mandare in onda le partite sul satellite appoggiandosi alla piattaforma Sky (già avviene in bar, hotel e ristoranti) appare un sentiero impercorribile per una società che ha fondato il suo business sulla rete. Sempre che la rete italiana non si trasformi in una trappola.
LA STAMPA
BENIAMINO PAGLIARO
Dopo essersi infine rassegnati al concetto che «rigore è quando arbitro fischia», sia pure con l’eccezione della moviola in campo, gli italiani sono di fronte a un nuovo inquietante interrogativo: quando, esattamente, l’arbitro avrebbe fischiato? Quel «quando» dipende dal momento in cui l’azione ci ha raggiunto, sul divano di casa, in riva al mare, o in ufficio anche di sera.
Da tre giorni il pezzo di Paese che proprio non ne vuol sapere di rinunciare al pallone dibatte, si arrabbia e un po’ scherza sull’arrivo di Dazn nel calcio italiano. Le prime tre partite dell’era digital-first della Serie A sono state un banco di prova impegnativo per il servizio che offre i match direttamente su Internet con un abbonamento mensile. La società non ha diffuso numeri precisi e ci si deve dunque affidare a testimonianze dirette riportate di migliaia di utenti, che hanno riscontrato problemi di trasmissione significativi come l’interruzione del flusso video, la ripetizione di alcuni secondi di partita, o la bassa definizione dell’immagine.
Gli spettatori
Solo Dazn, effettivamente, può conoscere i numeri e sostiene che «alcuni utenti, una piccola parte delle centinaia di migliaia di spettatori, ha registrato delle interruzioni», ma il problema «è stato risolto». Le ragioni del blocco possono essere molteplici, e potrebbero dipendere dalla potenza di trasmissione di Dazn, dai nodi di interscambio o dalla velocità della banda nell’ultimo miglio.
Anche se i problemi saranno risolti già dalle prossime giornate, la tecnologia di trasmissione è diversa da quella satellitare, che di fatto riceve un segnale dal cielo e lo riproduce. È possibile che ci dovremo abituare, insomma, alla fine della simultaneità perfetta del calcio, a cui siamo affezionati da quando siamo nati. Cos’era, del resto, il classico intervento «da un altro campo» sulle nostre autoradio, se non la dimostrazione che questo Paese è in effetti uno, unito? Nello stesso preciso istante, sia pure a chilometri di distanza, esultavamo per un rigore concesso da Collina alla Favorita di Palermo o un salvataggio di Pagliuca a San Siro.
Ecco, non ci siamo fatti mancare la nota nostalgica. In realtà già da anni ci eravamo abituati al lusso di Diretta Gol, evoluzione di Tutto il calcio minuto per minuto con l’aggiunta dell’immagine. Sono proprio i diritti tv, benedetti quando consentono ai club di acquistare un giocatore e maledetti quando ci disturbano nelle abitudini, ad aver guidato la Lega di Serie A a una gara diversa dal passato. Se dunque non potremo svegliarci oggi, anime belle, a lamentare il dominio del denaro sul pallone, rimane però un dubbio legittimo: quanto deve essere complicato vedere le partite, tutte, e dall’inizio alla fine, per il povero tifoso?
Gli abbonamenti
La speranza futura chiama in causa maggiore concorrenza e in teoria una migliore offerta per i tifosi. È proprio dai numeri degli abbonamenti, del resto, che si potrà giudicare l’impresa di Dazn con il passare dei mesi. Ma non ci sarà, almeno con questi diritti, una vera competizione Sky-Dazn. Piuttosto una santa alleanza, nonostante tutto: gli abbonati di Sky scuciranno altri sessanta euro per le partite mancanti, e forse Dazn costruirà la base di fedelissimi nei campi della Serie B di cui ha l’esclusiva. Secondo quanto risulta a La Stampa, il proprietario dei diritti, la Lega di Serie A, è stata rassicurata da Dazn. La situazione viene tenuta sotto controllo, e c’è fiducia che i problemi saranno superati.
La trasformazione
L’arrivo di Dazn in Italia fotografa in realtà un cambiamento che è già avvenuto. Milioni di italiani fruiscono da anni di contenuti culturali e sportivi lontani dalle gabbie temporali della tv lineare, così come lavorano da casa, fanno acquisti online e la spesa al supermercato alle undici di sera. Facebook ha in Italia 30 milioni di utenti attivi, Netflix non diffonde numeri ma le stime dicono che avrebbe superato il milione di abbonati paganti.
Facebook ha (solo) 14 anni, Netflix ha lanciato lo streaming nel 2007. Mentre il mondo faceva i conti con la crisi finanziaria, i cittadini del mondo acquistavano telefoni sempre più potenti. Così anche se in Italia non pensavamo troppo alla banda larga, che è un’infrastruttura e come un ponte va costruita, richiede denaro e pazienza, gli italiani sono arrivati online. Gran parte dell’economia globale attraversa una delicata rincorsa verso l’epoca digitale. Al termine della quale, c’è da sperare, riconquisteremo almeno la simultaneità del gol.
(Hanno collaborato Guglielmo Buccheri e Tiziana Cairati)
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(Cavaliere Emiliano/ipp) - Dazn, servizio di video streaming di eventi sportivi, sia in diretta che on demand, è disponibile in 30 Paesi. In Italia è presente da luglio e trasmette in esclusiva tutta la Serie B e tre partite per turno di Serie A. In foto, la conduttrice tv Diletta Leotta, ex di Sky Sport ora a Dazn