Libero, 19 agosto 2018
L’invasione dei limoni argentini
Occhio alla buccia del limone. Nella stragrande maggioranza dei casi non è edibile. Non si può utilizzare come ingrediente nelle preparazioni alimentari e neppure come guarnizione di cocktail alcolici e analcolici, bibite e birre. A rendere incommestibile la scorza degli agrumi gialli è la miscela di conservanti e additivi chimici utilizzati per preservarne l’integrità durante il lungo viaggio per nave dai mercati extraeuropei di provenienza. Come sempre in questi casi, ho indossato i panni del Casalingo di Voghera recandomi presso tutti i punti vendita delle catene presenti nel capoluogo dell’Oltrepò Pavese e nelle immediate vicinanze. Così ho visitato sette insegne: Grande I, Lidl, Eurospin, Coop, Leader Price, Esselunga e Gulliver. I risultati sono sintetizzati nella tabella che pubblico qui a fianco. Su nove varietà di agrumi che ho acquistato – Grande I e Gulliver ne vendono due ciascuna – ne ho trovate otto d’importazione. Fanno eccezione i Femminelli siracusani, distinguibili, oltre che per l’assenza di sostanze nocive dalla scorza, anche per il prezzo: 5 euro al chilogrammo contro una media di 3 euro rilevata su quelli importati e una forchetta di valori dai 2,64 dei limoni argentini Coop ai 3,98 che si pagano per quelli origine Spagna alla Gulliver, pure loro con la scorza edibile come gli argentini venduti all’Esselunga.
CERE NATURALI E NON Le sostanze presenti (e dichiarate in etichetta) sulla buccia delle rutacee gialle sono numerose. Quelle più comuni sono individuate da due sigle, E904 ed E914. La prima è nota come gommalacca ed è la secrezione della Kerria lacca, una cocciniglia presente nelle foreste della Thailandia. L’E914, invece, è una cera polietilenica utilizzata in alternativa a quella d’api. Anche l’E903 è una cera, ricavata dalle foglie della palma Copernicia prunifera, molto diffusa in Brasile. In tutti e tre i casi non si tratta di sostanze pericolose per la salute, anche se è consigliabile comunque non mangiarle.
SOSTANZE ANTIMUFFA Presenti in alcuni casi anche altri additivi come l’E200, l’E202 e l’E203. Il primo è l’acido sorbico, utilizzato per le sue proprietà antimuffa, al pari del sorbato di potassio (E202). Il sorbato di calcio (E203) si utilizza invece per contrastare la formazione di funghi e la presenza di batteri.
FUNGICIDI CHIMICI Sempre in funzione di fungicida è impiegato il potente imazalil, che da solo obbliga confezionatori e rivenditori a inserire la scritta «buccia non edibile». Utilizzato con la medesima funzione pure il tiabendazolo, mentre l’ortofenilfenolo è un disinfettante battericida, al pari dell’ipoclorito di sodio. Per fortuna se la buccia degli agrumi è trattata con additivi naturali o chimici, la loro presenza dev’essere indicata in etichetta. Un principio ribadito nel 2016 dalla Corte di Giustizia europea che ha respinto un ricorso presentato dalla Spagna. Secondo Madrid la norma «discriminava» arance e limoni rispetto ad altri frutti come pesche, pere e mele la cui buccia, tuttavia, non viene impiegata nelle preparazioni alimentari. Avendo acquistato tutti i tipi di limoni che ho censito, devo dire che c’è una differenza olfattiva percepibile. Quelli italiani profumano di agrume, mentre gli altri emanano un vago sentore «chimico» non meglio definibile, che si avverte soprattutto tenendo chiusi i frutti per qualche ora in un comunissimo sacchetto compostabile di quelli utilizzati nelle catene della grande distribuzione. Infine una raccomandazione, la solita: leggete sempre con grande attenzione le etichette dei prodotti che acquistate. Oltre a trovarvi l’origine vi sono spesso informazioni sul loro consumo a tavola di vitale importanza. Proprio come accade nel caso degli agrumi gialli.