L’Economia, 20 agosto 2018
Parlamento già ingolfato: 1.758 proposte, 8 approvate
Sei agosto 2018 (6 agosto 2018). A due giorni dalla pausa estiva la commissione Trasporti della Camera approva in sede legislativa il disegno di legge che prevede l’obbligo di montare i seggiolini salva-bebè con dispositivi acustici che rivelino la presenza del bambino a bordo dell’auto. In autunno toccherà al Senato. In poco meno di due mesi di reale attività del Parlamento, questa proposta di legge di Giorgia Meloni (Fdi), insieme con altre sei provenienti dagli altri gruppi, sembra aver usufruito della corsia veloce propria dei provvedimenti su cui si realizza una vera convergenza (altri 8 decreti sono stati approvati definitivamente in Parlamento: riordino ministeri, Dignità, cessioni motovedette Libia, decreto d’urgenza per Tribunale di Bari, Gentiloni sul terremoto, Calenda sugli ammortizzatori sociali, Calenda su Alitalia, Gentiloni su Autorità energia).
Non si spiega diversamente come un progetto di legge, per quanto importante, abbia potuto compiere il suo iter così velocemente. Non sembrano destinati alla stessa sorte i 1.758 progetti presentati dall’inizio dell’attività: il 23 marzo. La sensazione che si ha, spulciando i 1.010 disegni di legge della Camera, i 736 del Senato e i 12 del governo (20 sono di iniziativa popolare), è che siano in sovrannumero. Per i vecchi parlamentari è stato un gioco facile riproporre i cavalli di battaglia in sospeso. In molti casi lo stesso progetto di legge viene proposto in entrambi i rami del Parlamento, creando un effetto ingorgo. Da un conteggio del materiale pubblicato sui siti di Camera e Senato (dove però manca la stragrande maggioranza dei testi delle proposte), la palma per la maggiore produzione va a Forza Italia (252 progetti alla Camera, 195 al Senato), seguita dal M5S (236/121), dal Pd (224/142), dalla Lega (131/68), da Fdi (76/121). In coda, gruppi misti, Leu e Autonomie.
Ma quale Italia viene fuori dall’iniziativa dei partiti in Parlamento? Ciascuno sembra seguire una vocazione: se il M5S ha una forte anima ambientalista e moralizzatrice della politica, la Lega insegue la difesa dell’identità, con un freno all’immigrazione e valorizzando le nostre peculiarità. Il Pd si contraddistingue per l’attenzione ai diritti civili, oltre che al tema del lavoro, sostenuto anche da Leu. Forza Italia punta sugli aiuti alle imprese, ma ancor di più alla famiglia (tradizionale). Fdi, oltre al tema dell’identità, spinge sulla sicurezza. Le Autonomie seguono i temi tradizionali. È chiaro che quelli indicati come prioritari dal governo abbiano orientato la proposizione dei progetti di legge. Dal centrodestra, Lega e Forza Italia puntano sulla flat tax o sull’aliquota unica. Dal centrosinistra, M5S e Pd scelgono il reddito di cittadinanza, o l’ampliamento di quello d’inclusione, e il salario minimo legale. Poi partono le distinzioni dovute ai diversi elettorati.
Il governoLa Lega propone il regime fiscale forfettario (Massimiliano Romeo), le agevolazioni per gli ultracinquantenni che s’inventino un’impresa, l’applicazione delle ritenute alla fonte per i redditi da impresa degli stranieri.
Il partito di Matteo Salvini ha ben presente i temi della giustizia, a partire dal rafforzamento della legittima difesa. Poi si va dall’introduzione di norme penali contro l’accattonaggio e il commercio abusivo alle aggravanti per i delitti contro donne e anziani, dalle nuove norme sul favoreggiamento dell’immigrazione clandestina al nuovo reato di «terrorismo tramite piazza» proposto dalla neoministra Erika Stefani. Il tema dell’identità viene affrontato con il disegno di legge che obbliga a tenere il crocifisso in classe, quello che vieta gli abiti che impediscano l’identificazione delle persone nei luoghi pubblici, quello che impone l’obbligo di esame di naturalizzazione per stranieri e apolidi che richiedano la cittadinanza. L’altra metà della coalizione di governo, il M5S, propone l’abolizione dell’obbligo di pareggio di bilancio dalla Costituzione, oltre a battersi per la compensazione dei crediti vantati verso la PA e per il definanziamento delle scuole paritarie. Tra le idee più originali, il divieto d’inserire il voto di laurea nei concorsi pubblici e l’introduzione sperimentale del reclutamento anonimo in ambito lavorativo. Ampio il capitolo delle riforme costituzionali: dalla soppressione del quorum nel referendum abrogativo alla cancellazione dei senatori a vita, fino alla riduzione del numero dei parlamentari (Giovanni Endrizzi). L’anima ecologista suggerisce norme per la diffusione dei veicoli elettrici, la promozione del car sharing, la reintroduzione del vuoto a perdere, gli orti sociali (Daniela Donno).
Sui vaccini, emerge la norma che indennizza i soggetti danneggiati in modo irreversibile. Forza Italia sembra voler marcare la differenza tra essere alleato della Lega e restare critico nei confronti del governo. Perciò Renato Brunetta propone la propria idea di flat tax, altri si battono per la rottamazione dei ruoli o l’introduzione del «quoziente familiare», o per l’assegno di sostegno/integrazione della retribuzione. Il fronte femminile, molto forte nel partito di Berlusconi, si manifesta nelle proposte di agevolazioni per le assunzioni, nella promozione della parità di genere nel Consiglio superiore della magistratura, nel divieto d’induzione al matrimonio con coercizione, nella disciplina dell’adozione dei single. Potente la vocazione animalista espressa dai 41 progetti di legge di Michela Vittoria Brambilla. Consuete le proposte sulla giustizia di cui Forza Italia si è sempre fatta portatrice.
L’opposizioneDagli scranni dell’opposizione, il Pd provoca il governo, come fa Emanuele Fiano col disegno di legge sul conflitto d’interessi. O con la proposta dell’educazione «di genere» nelle scuole. Michele Anzaldi ci riprova, con la sua riforma della Rai. Sono in tanti a riprendere il filo dei provvedimenti dei governi Renzi/Gentiloni sul lavoro (Tommaso Nannicini), sull’immigrazione (ius soli, Matteo Orfini) o sul piano dei trasporti (Graziano Delrio). Tante le proposte di riforma costituzionale proposte da Stefano Ceccanti, come l’elezione diretta del capo dello Stato. Il partito di Meloni vorrebbe modificare la Costituzione nella parte che riguarda i rapporti con l’Ue e attribuirebbe la proprietà di Banca d’Italia a soggetti pubblici. Consistente il capitolo su sicurezza e immigrazione, messe in rapporto con l’abolizione del reato di tortura, le nuove norme sul porto d’armi, l’introduzione del reato di integralismo islamico.
Sempre Meloni s’intesta un progetto di legge contro la maternità surrogata, mentre c’è chi, come Adolfo Urso, vorrebbe offrire agevolazioni ai pensionati che decidano di risiedere in Italia. Modello Portogallo. I partiti minori procedono in ordine sparso, c’è chi propone un’Autorità indipendente sul Risparmio (Loredana De Petris), chi l’abolizione dell’ergastolo (Roberto Speranza) o la modifica degli orari domenicali degli esercizi commerciali (Guglielmo Epifani). E poi, sì, ci sono i seggiolini salva-bimbo. Ma di quello abbiamo già detto.